Sinner, il sardo

Ha preso il via nei sinuosi tornanti di Scala di Djokovic, che dalla centoTrentino immette a Sassari, il battesimo elettorale di Ghjuannik Sinner, nella sorpresa generale candidato alla Presidenza della Regione Sardegna.

Atterrato a bordo di un Boeing 737-200 nello scalo di Isili, sede della compagnia di bandiera EasyliJet, ha salutato deferente il pubblico distribuendo cassette di zucche e Carote di Terralba, cromaticamente affini ai capelli e ai colori sociali del velivolo.

Sinner, memore dell’ammirata scuola oranese, ha esibito nella scelta delle parole, come nella disciplina sportiva, meticolosità sartoriale, confermando di poter giocare sul velluto anche in una contesa elettorale.

«Siamo qui per un mattino nuovo che non ci regalerà nessuno, ma che ci dovremo prendere da soli. Anzi, Assolo!» ha detto Ghjiuannik riprendendo dalle tribune di Assolo le parole poco prima proferite da Renato Soru a Ula Tirso .

Scalato dal Sestu al Quartu posto nella classifica ATP dopo il successo agli Austis Open di Meana, anche le proiezioni elettorali sembrano sorridere al giovane sportivo. Le prime rilevazioni, sensibili alle mirate Perdasdefogu scagliate all’indirizzo dei più diretti avversari, stimano a suo favore un punteggio tennistico:

Seui – zero
Seui – zero
Seui – zero

Numeri che consacrano Sinner ai vertici della politica regionale, arricchendo la già prestigiosa affermazione ottenuta con la vittoria del torneo Roland Gavoi, dove – dopo una battaglia di quasi quattro ore – ha prevalso contro un fiero e misterioso sottosegretario sardo.

Sull’andamento della campagna elettorale tuttavia grava la polemica sollevata dai giornalisti Stella e Aritzo dalle colonne dell’Unione Sardara. Criticato – con opinabili letture morali – per aver trasferito la propria residenza fiscale nel Principato di Casin ‘e Pompu, la stampa contesta che ai benefici fiscali – vissuti tra lussi e ville con Piscinas – non corrisponda un’altrettanto munifica contribuzione a favore della Regione.

Un Furtei, secondo gli indipendentisti, ancora più grave dell’abigeato e del racket.

Nell’auspicio che la polemica si plachi, Ghjuannik Sinner ha frattanto annunciato il calendario della sua campagna elettorale. Gli incontri proseguiranno a Santa Teresa Gallura, dove il numero di candidati ha superato quello degli abitanti censiti, e si concluderà a Sant’Anna, dove – in polemica con l’amministrazione comunale – gli avversari si sarebbero già Arresi.

Brume che gravide si addensano anche sul Comune dell’attuale Governatore Christian Solinas, che già annuncia Capoterra battuta.




Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

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Il cane dell’ortolano

Sembrano ispirarsi più alla drammaturgia spagnola che alle sorti della Regione, lacerata da consumate alchimie elettorali, le iniziative che accompagnano la classe politica teresina al voto.

Come il cane dell’ortolano, che non mangia né lascia gli altri mangiare, la generosa proposta di nomi e simboli rischia infatti di prosciugare le già aride risorse locali, sottraendo vicendevolmente forza contrattuale ai concorrenti.

Non si comprende se per ambizione personale o cosmesi ideologica, maturando ogni scelta negli umani recessi; certo è che si espone il territorio a una verticale caduta di rappresentanza e all’altrui indulgenza.

Come Diana che non potendo amare liberamente Teodoro, non concede ad altri di amarlo.


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  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Bar Ghali

Esistono considerazioni che dovrebbero essere giudicate con il metro abitualmente riservato alle concorrenti di Miss Italia o alle interviste rilasciate dai passanti. Considerazioni che dovrebbero gravitare, più che nei programmi di approfondimento, nelle pezze surrealiste di Valerio Lundini. Esistono poi considerazioni che dovrebbero svilupparsi in contesti più naturali, affrancati dalla retorica e da sottese logiche…

Sinner, il sardo

Ha preso il via nei sinuosi tornanti di Scala di Djokovic, che dalla centoTrentino immette a Sassari, il battesimo elettorale di Ghjuannik Sinner, nella sorpresa generale candidato alla Presidenza della Regione Sardegna. Atterrato a bordo di un Boeing 737-200 nello scalo di Isili, sede della compagnia di bandiera EasyliJet, ha salutato deferente il pubblico distribuendo…

Gigi Riva

La storia di Gigi Riva è una storia di calcio in cui il calcio diventa marginale. E’ una storia di gratitudine, di verticalità morale, di passione. Non esiste sardo che, pur non avendo vissuto la sua grandezza sportiva, non lo abbia amato o non abbia almeno un aneddoto da ricordare: la sciarpa di un padre,…

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Gigi Riva

La storia di Gigi Riva è una storia di calcio in cui il calcio diventa marginale. E’ una storia di gratitudine, di verticalità morale, di passione.

Non esiste sardo che, pur non avendo vissuto la sua grandezza sportiva, non lo abbia amato o non abbia almeno un aneddoto da ricordare: la sciarpa di un padre, l’orecchio di un nonno incollato alla radiolina, una foto, il Cagliari campione d’Italia.

Ha dato gloria eterna alla sua città adottiva, alla Sardegna, all’Italia. E’ ancor oggi il miglior marcatore di sempre in nazionale.

La scelta di non cedere alle lusinghe, di non soffocare l’amore nell’agio di un’esistenza ancora più prestigiosa, espone tuttavia la narrazione ai perigli della retorica, agli eccessi di un amore che per non apparire insufficiente rischia di diventare sconveniente.

Fiero, dignitoso, riservato. Questo era Gigi Riva.

Tonante nei silenzi, nel pudore, nella gravità patriarcale, lascia questa terra orfana del suo figlio prediletto.

Nel soffio del vento, si ode il rombo del tuono.

La Sardegna mi ha dato affetto e continua a darmene. La gente mi è vicino come se ancora andassi in campo a fare gol. E questa per me è una cosa che non ha prezzo. (Gigi Riva)


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  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Il cane dell’ortolano

Sembrano ispirarsi più alla drammaturgia spagnola che alle sorti della Regione, lacerata da consumate alchimie elettorali, le iniziative che accompagnano la classe politica teresina al voto. Come il cane dell’ortolano, che non mangia né lascia gli altri mangiare, la generosa proposta di nomi e simboli rischia infatti di prosciugare le già aride risorse locali, sottraendo…

Ballata del Giambruno

Questa è la vera storia del Giambrunoovverosia il cicisbeo presidenziale Una storia traumaturga e noir. Il Giambruno si innamoròPerdutamente e sessualmente di un’avvenente collega Ma scoprì che invece era una serpe, che dico serpe, un Riccio travestito da collega,E da questa unione nacque una creatura e la chiamarono Pietra.Ma una perfida gocciolina Subentrò nell’innaturale famiglia e…

Paraculopatici

Che sul campionato di calcio tirasse una brutta aria, lo si era intuito dal cognome del principale indagato. Che la categoria dei calciatori non brillasse per sobrietà e acume non sorprende. Che Fabrizio Corona si alimentasse di scandali e indignazione popolare, più che palese era scientifico. In attesa che l’inchiesta riveli nuovi profili, che le…

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La medicina totale

Un giorno, la signora che fa le pulizie al poliambulatorio, presidio sanitario del paese, costruito da uno degli architetti più importanti dell’architettura totale gallurese dell’epoca, scrive una lettera e la indirizza all’Assessore Regionale e al Direttore Generale della ASL della Gallura.

Tra le pagine della lettera inserisce una foto.

Signori, lo vedete questo ragazzo che ho io? Guardate lo so, è mingherlino, è un ragazzetto; magari non è un luminare, ma io lo vedo a casa. Ha una visione del mondo particolare e vive per  il camice.

L’edificio del poliambulatorio ha una peculiarità: è capace di trasmettere sia l’inquietudine dell’attesa che la più calma sensazione del vuoto. I mattoni rossi a vista del dismesso laboratorio di via Berlinguer, ispirati all’architettura  di epoca vittoriana, ricordano il vecchio magazzino centrale di Manchester. Dalla parte opposta della strada, grigio, l’ufficio postale.

Ma questa è un’altra storia. A noi non interessa Manchester, a noi interessa Ascot, cittadina nella zona est di Berkshire, in Inghilterra, a circa 40 km a ovest di Londra.

Ma anche questa è un’altra storia, perché l’Ascot che s’intreccia con il nostro racconto non è in Inghilterra, non dista 40 km da Londra, non è una città.

Per il nostro Ascot, ambulatorio straordinario di comunità dedicato ai cittadini privi di medico di famiglia, non è richiesto il passaporto e neanche la lingua inglese. Solo pazienza. Una straordinaria pazienza.

Il mio ragazzo si chiama… non importa! Io ve lo lascio ‘sto ragazzo. Magari per voi può essere utile. Io già tanto sono qua. E’ un bravo giovane; riesce a fare il suo lavoro anche senza strumenti. Rinuncerebbe anche al computer.

Per comodità espositiva, visto che nessuno conosce il suo nome, tutti lo chiamano il dottorino. Ha letteralmente due mani, e vede, vede, vede. Vede quello che succede dappertutto.

Le ricette le scrive a mano; la calligrafia elegante ricorda l’arte amanuense francese dell’undicesimo secolo. Per visitare i pazienti o fare diagnosi, non si serve di apparecchiature sofisticate: gli strumenti diagnostici se li porta da casa: acqua, sale grosso, olio e sas paraulas.

Sì, sas paraulas.

Lui getta i tre grani di sale nell’acqua, insieme a un piccolo corno, e poi osserva il rincorrersi delle bollicine che impazzite si staccano dal sale e risalgono verso l’alto.

È il 7 dicembre 2023, nei paesi timide compaiono le prime luminarie, Amadeus ha appena svelato i prossimi partecipanti al Festival di Sanremo.

A Santa Teresa la dottoressa Sanna è in pensione da un anno; la dottoressa Scano da appena un mese.

Chi poteva immaginare che tremila cittadini sarebbero rimasti privi di una degna assistenza sanitaria?

Santa Teresa diventa la Disneyland degli ambulatori.  Anche Aladdin e la Sirenetta Ariel si mettono in coda. Soprattutto Ariel.

Chi poteva immaginare che il pensionamento di due medici di base avrebbe piombato nel disagio e nello sconforto pazienti che già quando i medici erano in servizio stancamente si rassegnavano all’attesa?

Chi poteva immaginare che i numeri prenotati sarebbero stati serviti, nella migliore delle ipotesi, nell’arco di tre o quattro giorni?

Ma nonostante la giovane età, il dottorino è preparato, ha una una visione fenomenale  della medicina e conosce la condizione della  sanità in Sardegna.

La situazione è drammatica. Il dottore richiama allora l’attenzione dei presenti e in pochi minuti li istruisce a scrivere le ricette, fare le punture, auscultare. Il ricettario e lo stetoscopio vengono a turno utilizzati dai pazienti che iniziano a visitarsi tra loro, liberando nel giro di due ore lo spazio ambulatoriale.

Un paziente gli dice: “Dottore, ma la sua è la medicina totale!”.

Questo lo dite voi – risponde lui. A meno che non pensiate che esista la flessibilità di ruolo e funzione, cioè tutti devono saper visitare tutti; o che gli ambulatori li apriamo e li chiudiamo quando vogliamo noi; che tutti debbano avere velocità di diagnosi e di pensiero; che la ricerca dello spazio sia scientifica… Se volete, chiamatela medicina totale.

Il dottorino non solo ha esercitato e sta esercitando una medicina mai vista prima. No, ha fatto molto di piu.

Ha esercitato una medicina mai pensata prima.


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Telepatriota

Dobbiamo essere onesti, lo dobbiamo al governo dei patrioti: se l’estate italiana, insidiata dallo spettro di una catastrofe climatica, è stata superata senza traumi, un merito è da attribuirsi alla collocazione televisiva di Andrea Giambruno, plastico compagno di Giorgia Meloni. Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno i patrioti, da…

All’ombra dei fanciulli in treno

Dell’articolo che tanta indignazione sta costando al giornalista Alain Elkann, colpiscono due aspetti: la pregiudiziale critica del suo pensiero, derubricato a freddo classismo nobiliare; l’imprudenza con la quale il giornalista – al quale non fanno difetto gli strumenti intellettuali – si perde in fuorvianti orpelli che spostano i termini della riflessione. Cronaca di un’ odissea…

Italoistmo

Salvare stralci di stagioneSuonare prima delle sei (forse sì, forse no)A San Teodoro un concertone Da noi cloniamo Casadei (dimmi di sì, dimmi di no) Ho un ballo lento da piazzare così vuol la gioventùA volte ho l’ansia che mi sale (che mi sale)La cosa che mi fa invecchiare mentre Aglientu porta il Blue’sIn piazza…

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L’ombra del Totem

La storia narra l’avversato sgombero di Valle della Luna, remoto avamposto della Sardegna settentrionale, e il cruento scontro tra la tribù dei Lunghi Capelli, custode dell’iconico totem, e l’inflessibile esercito della Contea di Santa Teresa, che quella tribù aveva per anni tollerato.

***

Contaminata da radicali pregiudizi ideologici, la popolazione locale, strutturandosi in caste, ha reagito alla rumorosa iniziativa reclamando ruoli e diritti violati:

  • Gli Hiroshimisti: inclini a liberare una bomba nucleare sulla valle, o cala, ripulendola da ogni iniziativa formalmente non autorizzata;
  • Totemisti: che in principio di ataviche pulsioni tribali , propugnano il diritto naturale di insediarsi nelle aree pubbliche, esercitando abusi edilizi e rivendicando la titolarità degli spazi occupati;
  • Toponimisti: che pur di salvaguardare il toponimo Cala Grande, da lisergiche visioni ribattezzato Valle della luna, imbraccerebbero le armi.

Separati dalla linea nemica, dove sontuosi graniti cingono la valle, i due eserciti si studiano con aria di sfida. Il presidio della frontiera dell’Ovest resiste fiero alle iniziative militari. Le tratteggiate linee dei parcheggi a pagamento impediscono la doppia circolazione delle vetture favorendo un più efficace controllo del territorio.

Il morale delle truppe è alto. Le fluorescenti pettorine delle forze dell’ordine si specchiano nei frantumi vitrei che solerti volontari segnalano all’autorità.

Dove troneggiava il totem, capo spirituale della valle, pietre annerite dai falò e acuminate schegge lignee documentano i consumati riti agro-pastorali.

Una notte di settembre, con il vento sulla pelle, Hiroshimisti e Toponimisti si incontrano in segreto e stringono un’inedita alleanza contro la tribù dei Lunghi Capelli. Suggellano il patto divorando il cuore pulsante di una giovenca appena sacrificata.

Mentre le fiamme si alzano verso il cielo e nuove ombre avvolgono la valle, la Sirenetta Ariel, attratta da nebulose elucubrazioni sulla complessità delle tribù dell’Amazzonia, emerge dalle acque e viene lei stessa immolata in violazione delle restrizioni imposte dall’Area Marina Protetta.


© Foto di copertina rimediata nel web. Se segnalato, sarà mia premura precisare l’autore o rimuoverla.


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Il processo di Norinbear

Introdotto con l’obiettivo di giudicare gli orsi e di reprimere le violenze da questi perpetrate contro le popolazioni civili, il tribunale militare di Norimbear è il risultato di un delicato processo di conciliazione interno al regno animale, scaturito dopo la cattura dell’orsa JJ4. Una delegazione di mammiferi caniformi guidata dall’avvocato Bruno Orso, durante il processo,…

A casin’ ‘e Pompu

Superata la meridiana di Oristano, esplorando le arterie che dalla statale 131 immettono nella Sardegna più remota, silenzioso si rivela un panorama di desolazione, pascoli, terre coltivate. Logori cartelli indicano luoghi il cui nome mi è ignoto o quasi; annunciano distanze illusorie e si contendono i viandanti esaltando le grazie del territorio: il pane, il…

Le grandi rotture di Meloni

A essere maliziosi, compulsando le ultime agenzie governative, non è oltremodo avventato il pensiero che Giorgia Meloni, tanto diligente nella funzione istituzionale quanto ambigua nel rapporto con l’elettorato, abbia delegato a ministri e capigruppo l’ingrato ruolo di rassicurare le mandrie deluse dal disallineamento di un governo dal quale almeno una nave ONG in fiamme al…

la sirenetta, un anno dopo

Estate 2023.

Dopo un anno di impegni cinematografici, Ariel riaffiora dalle cristalline acque della Gallura e, posandosi sullo scenico scoglio di Aglientu, svela all’avvenente bagnino Massimiliano la sua fascinazione per il mondo umano e il borgo di Santa Teresa Gallura; teatro in quei giorni di uno scoppiettante calendario di eventi.

Seducendolo con l’ammaliante canto, la sirenetta convince il bagnino ad accompagnarla a Santa Teresa, dove brama di immergersi tra le acque di Rena Bianca e Capo Testa.

Ma rispetto all’estate precedente, molte cose sono cambiate: non si parla più di covid, i tamponi sono un lontano ricordo e al governo del paese c’è Giorgia Meloni.

Anche Santa Teresa è cambiata.

Contrariata dagli spazi erosi dalle concessioni balneari, dai rivendicati diritti delle strutture alberghiere, Ariel, ingabbiata nel dedalo di sdraio e ombrelloni,  abbandona Rena Bianca per raggiungere Capo Testa. Al suo seguito, gli amici Flounder e Sebastian.

La delusione, commista a una malcelata inquietudine, getta nello sconforto la bella sirena, che equivocando l’opulenza naturalistica riprodotta sull’abbagliante bus elettrico, imprudente si tuffa contro il portello del veicolo.

La violenza dell’urto la rimbalza nel perimetro di un cantiere sorto, a sua memoria, nella striscia di terra fino allo scorso anno gratuitamente adibita a parcheggio.

     –Ma che diamine, è possibile mai che del paese tanto celebrato da Re Tritone non sia rimasto nulla? Di chissu paesi nu oddhu più mancu la pulvara! – aggiunse citando un adagio in fluente sirenese.
     –Ma sì, basta, andiamo via! – ribadì Flounder.

In preda alla furia, sfruttando l’ambigua dolcezza del suo canto, Ariel invoca il soccorso del bagnino, che – borbottando per la chiusura della banca e il poco carburante rimasto – riesce a percorrere i metri appena sufficienti a raggiungere la stazione di benzina.

Appiedata, o accodata, dalla contemporanea chiusura di entrambi i rifornitori, la compagnia decide allora di raggiungere il porto e di imbarcarsi a bordo di un sommergibile – a detta del nostromo –  appena revisionato.

   –Revisionato dove? – domandò dubbioso Flounder, che intanto assisteva divertito alla lite di due uomini; uno di essi – con la minaccia di disintegrarlo – intimava l’altro di scendere a terra.

     –A Santa Teresa! – replicò paonazzo il marinaio.

Pochi minuti dopo l’imbarco e la chiusura dei portelli, compulsando la pagina Vivere a Santa Teresa, l’attenzione di Ariel scivola sulla bacheca dei reclami, con premura ai servizi persi negli anni dal paese. Tra essi il disagio di chi, per la revisione dei veicoli, doveva da tempo recarsi a Palau.

Il sommergibile era un Cantieri Titan del 1915 in tela cerata, imploso dodici volte negli ultimi due conflitti mondiali e rifiutato ormai con orrore da tutte le compagnie del mondo.


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Avevano tutti torto

Avevano torto i Maya, ché avevano profetizzato il tramonto della nostra civiltà. Aveva torto il portavoce della casa discografica ché nel 1962, un anno prima del successo, disse dei Beatles: “La loro musica non funziona e le band che usano chitarre sono fuori moda”. Aveva torto Darryl Zanuck, presidente della 20th Century Fox, a detta del…

Medicina 33: I sanremesi

Buongiorno e benvenuti a Medicina 33. Parliamo oggi di una singolare categoria di persone che al principio del mese di febbraio è improvvisamente colta dall’impulso di palesare all’universo la propria indifferenza al Festival di Sanremo. Un disturbo non solo per la convivenza ma anche di salute. Quando non bastano più gli accorgimenti fai da te…

Lo spifferaio magico

La storia si svolge nel 2023 a Roma. Giovanni Donzelli, ribattezzato dai compaesani lo spifferaio magico per l’abitudine di non custodire le confidenze più intime, si presenta un giorno nella Capitale proponendo di disinfestarla dagli anarchichi e accusando il villaggio dei sinistri di fiancheggiare il terrorismo. Il Borgomastro Delmastro, fratellastro di un biondastro impiastro aduso al…

A casin’ ‘e Pompu

Superata la meridiana di Oristano, esplorando le arterie che dalla statale 131 immettono nella Sardegna più remota, silenzioso si rivela un panorama di desolazione, pascoli, terre coltivate.

Logori cartelli indicano luoghi il cui nome mi è ignoto o quasi; annunciano distanze illusorie e si contendono i viandanti esaltando le grazie del territorio: il pane, il fiume, i murales.

I paesi somigliano a un set di Sergio Leone, campanili e spaziose piazze centrali si affacciano sulla pianura. Una calda brezza ci spinge lungo le strette vie interne. Serrati si scorgono l’ufficio postale e la stazione dei Carabinieri.

Medio Campidano, punto di congiunzione tra Marmilla e Trexenta.

Dopo una deviazione a Furtei, che brilla più nella trachite della chiesa di Santa Barbara che nello svanito miraggio aureo, attraversiamo Segariu. Sulla strada per Orroli, fuori programma, impreziosisce l’itinerario la tappa a Villamar: il paese fu riscattato nel 1839 con l’abolizione del sistema feudale.

Il doppio campanile romanico della chiesa di San Pietro e le tipiche costruzioni in ladiri – i mattoni in terra cruda ottenuti dall’impasto di fango, acqua e paglia – solcano le orme del tempo.

Arriviamo a Orroli nel tardo pomeriggio. Al bar scorrono generose le caraffe di birra. E’ un giorno di festa. L’attenzione cade sulla cangiante livrea di un ragazzo appena maggiorenne; come un croupier si muove tra i tavoli apparecchiati verificando l’andamento delle gare di murra e delle tollerate bische.

Un’illusione che licenzia attimi di vivacità prima di restituire il paese all’agonia di luoghi che seppur desolati vantano una mirabile conservazione. Un’ordinanza sindacale vieta il transito ai cavalli.

La prossimità con il lago fa di Orroli una meta ideale per immergersi nella valle del Flumendosa. A bordo di un battello in stile Mississipi, spinto da caratteristiche ruote a pala, l’escursione rivela panorami per me nuovi, interrotti alle spalle del Nuraghe Arrubiu dall’imponente diga.

La vivacità affabulatoria del comandante accompagna la navigazione tra gole rocciose e piane fiancheggiate dalla vegetazione fluviale, scoprendo conche ora rocciose ora ciottolose ora sabbiose.

Il tempo rimanente è un ricamo di curiosità, facce, cortesie.

Il bambino di Villanova Tulo, che ci nega il permesso di accedere al cortile della parrocchia; la signora di Mandas, che ci dà il benvenuto e ci chiede cosa ci ha portato ad abbandonare i bei luoghi da cui arriviamo per le terre del Duca; il sindaco di Mandas, che spiega le origini de sa perda ‘e sa bregungia all’ingresso della chiesa; lo stupore visitando Casa Zapata e il complesso Su Nuraxi a Barumini; i variopinti filari floreali a Turri

Tutto avvolto da un senso di distanze percorse e ancora da percorrere; perdizione che nessun luogo poteva meglio rappresentare della deviazione per Pompu.


Nota: il corsivo evidenzia le descrizioni fedelmente mutuate dal sito specializzato.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

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Normali cretini

E’ passata in queste ore sottotraccia la notizia di un gruppo di deputati uscenti, quasi tutti del Movimento Cinquestelle, che, disossando l’ultimo benefit feudale, hanno fatto emettere a proprio nome biglietti di treni per un valore complessivo di quasi centomila euro. Un comportamento nefando consumato nel passaggio dal governo Draghi all’insediamento del nuovo parlamento. Emblematico il caso di un…

OnlyGuns

OnlyGuns è la nuova piattaforma social ideata dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. Un servizio pensato per creatori di contenuti dalla dubbia moralità che pubblicando materiale online possono guadagnare denaro dagli utenti – chiamati in gergo affiliati – che si iscrivono al canale. L’eccessivo ardore, rispetto alla più popolare OnlyFans, può tuttavia rivelarsi deleterio…

Da Messina a Siracusa

Un capomafia di origini trapanesi se ne va da Palermo perché la scuola fa schifo. E anche la sanità. Uno dei figli: “So l’anatomia del corpo umano  meglio io della professoressa. Ci sono insegnanti di inglese che parlano palermitano stretto per tutta la lezione.” Matteo,  il capomafia, nella vita di tutti i giorni fa il…

Speravo de morì prima

A poche ore dalle dimissioni dell’assessore ai trasporti Giorgio Todde, esarcebate dalla candidatura nazionale del coordinatore Dario Giagoni, non si placa il fermento ai vertici della Lega sarda.

«Mo je faccio er cucchiaio!», avrebbe minacciato – riferendosi a Giagoni – l’assessore dimissionario ai suoi collaboratori.

«Non sono stato io a tradire! La lega decide tutto in Lombardia, calando dall’alto scelte insindacabili. Noi dobbiamo solo obbedire »

«In questi tre anni e mezzo di legislatura hanno imposto anche i capi di gabinetto negli assessorati. Un approccio colonialista. Ho proposto di affidare all’Ingegner Cavallo, professionista di specchiata competenza, la fornitura di un servizio di analisi del mercato del trasporto aereo per la definizione di un nuovo regime di continuità territoriale. La maggioranza l’ha rigettata. Il Presidente Solinas, con ostentato sarcasmo, mi ha solo chiesto se avessi detto cavallo.»

«Un clima di sfiducia, di palese ostilità, che mi ha gettato nello sconforto. Non riuscivo più a dormire, dissimulavo il mio stato d’animo ma non ero più io. In questo ambito ho maturato le dimissioni. La situazione, sul piano umano, si era fatta insostenibile.

Immaginate la mia indignazione quando visionando le registrazioni del sistema di videosorveglianza ho scorto Giagoni che, mimetizzato nel muschio, si insinuava nella mia proprietà. Un fatto aberrante. Ha svuotato le cassette di sicurezza sottraendomi una preziosa collezione di bottiglie di latte a un euro. Alcune di grande valore, soprattutto affettivo. Giagoni – tramite i suoi avvocati – ha sostenuto che fossero sue; ma sono bottiglie di latte di Girasole, non di Santa Teresa.»

«Non è tutto! Mi hanno fatto pedinare da un investigatore privato, installando delle cimici e un GPS nella mia auto.»

«La misurazione degli spostamenti, incrociata con l’indagine della sezione tributaria, ha rivelato tariffe anche per me esorbitanti. Con l’accusa di vagheggiare una lunare Flotta sarda ispirata ai modelli corso e spagnolo, mi hanno strumentalmente imputato la mera collezione di proroghe.

«Adesso basta! Mi avete preso per un colone?»

No, sei un eroe Giorgio.

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  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Vernice lava bile

Il mondo incantato nel quale Giorgia Meloni aveva promesso di catapultarci, sembra giorno dopo giorno sgretolarsi. Le accise sul carburante, che molteplici fortune avevano assicurato alla sua parte politica, come un tarlo insidiano le certezze del patriota medio, ancora inebriato dalla gloria elettorale e per questo spoglio di un’ adeguata protezione critica. Tracce di contaminazione…

Servitore del popolo [calendario Duemila22]

Da un presidente all’altro. In principio fu Mattarella, rieletto Presidente della Repubblica; vennero poi Zelens’kyj l’aggredito, Putin l’aggressore, Johnson l’esautorato, Biden lo scorreggione, Agnelli l’inquisito. L’uomo copertina, non potrebbe essere altrimenti, è Volodymyr Zelens’kyj. Politico, attore, regista, sceneggiatore, comico. Sesto Presidente della repubblica Ucraina. GENNAIO [29 GENNAIO] Mattarella BisSergio Mattarella è rieletto Presidente della Repubblica Italiana con una maggioranza…

Lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale, non ci siamo. Lo scorso anno, sull’onda della pandemia e dei vaccini, ci siamo lasciati con un carico di promesse e buoni intendimenti. Non ci aspettavamo grandi cose, solo un po’ di normalità. E che cazzo! Ce la saremo meritata un po’ di normalità?! Ci siamo invece destati con una guerra quasi…

Solinas Presidente

A suggello di una sofferta convergenza parlamentare, fulgido paradigma del disordine nostrano, Christian Solinas – senatore di Capoterra – supera il quorum e diventa il tredicesimo presidente della Repubblica italiana. Il più giovane della storia repubblicana.

Presidente della Regione Sardegna dal 20 marzo 2019, segretario del Partito Sardo d’Azione, senatore della Repubblica, il nome di Christian Solinas si è imposto superando le resistenze dell’ala più oltranzista dell’assemblea, l’ala Leare.

Concise ma dal forte impatto unitario le prime parole: «Cittadine e cittadini d’Italia e di Sardegna, signore e signori parlamentari, cari amici, colleghi, rappresentanti delle Istituzioni, dei Governi, donne e uomini di questa amministrazione, vi aspetto al bar per un tramezzino o un campari» ha dichiarato un Solinas visibilmente commosso.

Primo a congratularsi con il Presidente, che ha ricevuto la notizia dell’elezione nella Basilica di Bonaria, il coordinatore della Lega Dario Giagoni, a sua volta in principio di migrare dal Ministero per la transizione muschiologica alla Presidenza del Consiglio.

«Sarai un grosso Presidente!» le parole di Giagoni.

Il giuramento mercoledì 26 al Quirinale di Sassari: ristorante, pizzeria, piatti composti.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Per opportuna informazione

 «Per opportuna informazione si comunica che l’appellativo da utilizzare per il Presidente del Consiglio dei Ministri è: “Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgio Meloni (Patrioto)”».

Lettera al Dvce

Caro Dvce, Sua Eccellenza, con rispetto parlando, qui i conti non tornano. E neanche i Duci. Da poche ore, Dvce, l’Italia ha un governo di destra. Non di quella destra blanda, un po’ democristiana, con quella faccia un po’ così che ogni tanto tende il braccio per i simpatizzanti. No, destra destra. Non ci crederà,…

Il malcostume

L’Ucraina deve fermarsi. Il malcostume della resistenza, per una questione anche estetica, dev’essere arginato. Tradizione e prestigio dei russi non possono essere sacrificati sull’altare dell’identità ucraina. Quando mai una nazione aggredita ha preteso il ritiro dell’aggressore? E che modi sono? Il mantenimento dei confini violati, la richiesta di garanzie di sicurezza internazionali, la ricostruzione, l’istituzione…

Classificazione: 1 su 5.

Ariel, manina protetta

A diciott’anni, secondo la tradizione delle sirene, alla giovane Ariel viene concesso di nuotare fino alla superficie per guardare il mondo sopra il mare.

Padre, io vado a minchie di Re, – disse la ragazza.
In che senso?! – chiese accigliato il padre.
Nel senso del pesce ermafrodita che nasce femmina deposita le uova e diventa maschio. Cos’avevi inteso, padre?

Uno spettro iridescente ne accompagna la salita, ma, man mano che si approssima alla sommità, ombre sempre più cupe annunciano una tempesta che imperversa e tiene in ostaggio un Re e il suo bastimento.

Sbalzato dal timone, ancora esanime, il giovane Re viene raccolto e portato in salvo da Ariel su una spiaggia di Santa Teresa, in Sardegna, nella quale, ironia della sorte, la produzione Disney sta completando le riprese del film La Sirenetta.

Dimentico dei modi aristocratici, rinsavendo, il re manifesta con grettezza il suo stupore.
Minchia!
No sire, è la coda! – replica imbarazzata la sirena.
-Desolato, donzella! Intendevo “minchia!” nel senso di che bella ragazza volge al regale mio cospetto! – ribatte lui riacquistando una compostezza degna del lignaggio.

Furono attimi d’imbarazzo, ma anche di velata intesa, nel corso dei quali i due si scambiarono fugaci occhiate. Alcune di mare, altre d’allevamento.

In preda a un ardore per lei inedito, Ariel riprende la via del mare, che nel frattempo era divenuto Area Marina Protetta, e, previo pagamento dei diritti di segreteria per attività di immersioni subacquee e in apnea, si tuffa e, senza minchie, torna dal padre.

***

Trascorse i giorni sognando il Re, bramando un’anima e un corpo come gli esseri umani. Anche per il Re furono giorni di fremito e di pulsioni, solo in parte sopite dalle effusioni scambiate con le maestranze hollywoodiane, presso le quali si era frattanto diffuso un focolaio di Covid 69.

Meno gradevole, per la tardiva scoperta, fu l’incontro con una sirenetta dai modi più ruvidi, quasi brutali, sulla quale allungando una mano indagatrice carezzò un imprevisto rilievo: “Ha le balle!” gridò il re sobbalzando.

Yes, Halle Bailey, the Sirenetta – disse compiaciuto il sirenetto.
Ma che Halle Baley e Halley Baley… tu sotto la coda hai le balley… le balle! Sei un uomo!
Yes, la codda!
La coda… ho detto la coda…

***


In preda al tormento amoroso, consigliata da lu speltu di lu paesi, un giorno Ariel bussa alla porta della strega del mare, la strega Zeneca. La fattucchiera le prepara una pozione che, in cambio della voce, le consentirà di avere le gambe come gli umani. La prima pozione da somministrare subito, il richiamo dopo un mese.

Se entro un anno il Re s’innamorerà di lei e le chiederà la mano, la Sirenetta otterrà un’anima e rimarrà con lui; se egli sposerà un’altra, il mattino dopo le nozze, si dissolverà in schiuma di mare.

Dopo aver bevuto la pozione la Sirenetta risale in superficie alla ricerca del Re. Lo scorge concupiscente nello spazio della produzione Disney.

Una sfrenata passione erotica li travolge, ma non avendo Ariel sviluppato fattezze femminili, carente di una regione anatomica al Re tanto cara, gli amanti affidano i loro appetiti a meccaniche più caste.

***

Rimproverato dall’anziana madre per la conduzione dissoluta, un giorno il Re si reca nel vicino regno di Aglientu in cerca di una moglie. Origliando tra i banchi di una locanda viene a sapere che la figlia del Re di quel regno, la quarta di quattro figlie, aveva tempo prima soccorso un naufrago. Il Re, eccitato dalle libagioni e persuaso di andare incontro alla sua salvatrice, s’incammina alla volta del castello e annuncia le sue nozze.

Giunta la notizia delle nozze, le sorelle consegnano alla Sirenetta un pugnale magico forgiato dalla Strega del Mare. Se la Sirenetta ucciderà il Re e bagnerà i propri piedi col suo sangue prima del sorgere del sole, potrà sopravvivere e tornare ad essere una sirena.

Ma il troppo amore argina Ariel.

Al sorgere del sole raggiunge la spiaggia, ribattezzata Sirena Bianca, e previo pagamento… dei diritti di segreteria per attività di immersioni subacquee e in apnea, direte voi… No! Previo pagamento del parcheggio al Comune di Santa Teresa Gallura, due euro all’ora, si dissolve in schiuma di mare.


Libero adattamento alla trama de La Sirenetta.


Classificazione: 1 su 5.

Cinegiorgiale

Venticinque settembre MMXXII: la guerra è vinta, il nemico è scappato, è vinto, è battuto. A poche albe dallo spoglio che ne ha elevato la gloria, Giorgia Meloni, fiera eroina di destrorsa memoria, salutando il Presidente della Repubblica, ha reso omaggio al nemico   deponendo in devoto raccoglimento una corona di yucche avanti la sede del caduto…

Regime Fascina

Tra le più goffe sorprese elettorali, suscita clamore l’elezione in Sicilia di Marta Fascina, compagna di Silvio Berlusconi. Memore dei soggiorni in terra di Sicilia, dove il padre la portava da bambina, a conclusione di un’appassionata campagna elettorale, la bella Marta ha passo dopo passo conquistato l’isola. Iconica ed eterna come una Sylvia felliniana, passeggiando…

Il saluto di Romano

La nota con la quale la sezione milanese di Fratelli d’Italia ha precisato che il saluto di Romano La Russa non era un saluto Romano ma un saluto di Romano, avrà ricordato ai più birichini le giustificazioni addotte in età adolescenziale per affrancarsi dal sospetto di compulsare riviste potenzialmente invalidanti. Invitando a osservare il movimento…

  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.