Estate 2023.

Dopo un anno di impegni cinematografici, Ariel riaffiora dalle cristalline acque della Gallura e, posandosi sullo scenico scoglio di Aglientu, svela all’avvenente bagnino Massimiliano la sua fascinazione per il mondo umano e il borgo di Santa Teresa Gallura; teatro in quei giorni di uno scoppiettante calendario di eventi.

Seducendolo con l’ammaliante canto, la sirenetta convince il bagnino ad accompagnarla a Santa Teresa, dove brama di immergersi tra le acque di Rena Bianca e Capo Testa.

Ma rispetto all’estate precedente, molte cose sono cambiate: non si parla più di covid, i tamponi sono un lontano ricordo e al governo del paese c’è Giorgia Meloni.

Anche Santa Teresa è cambiata.

Contrariata dagli spazi erosi dalle concessioni balneari, dai rivendicati diritti delle strutture alberghiere, Ariel, ingabbiata nel dedalo di sdraio e ombrelloni,  abbandona Rena Bianca per raggiungere Capo Testa. Al suo seguito, gli amici Flounder e Sebastian.

La delusione, commista a una malcelata inquietudine, getta nello sconforto la bella sirena, che equivocando l’opulenza naturalistica riprodotta sull’abbagliante bus elettrico, imprudente si tuffa contro il portello del veicolo.

La violenza dell’urto la rimbalza nel perimetro di un cantiere sorto, a sua memoria, nella striscia di terra fino allo scorso anno gratuitamente adibita a parcheggio.

     –Ma che diamine, è possibile mai che del paese tanto celebrato da Re Tritone non sia rimasto nulla? Di chissu paesi nu oddhu più mancu la pulvara! – aggiunse citando un adagio in fluente sirenese.
     –Ma sì, basta, andiamo via! – ribadì Flounder.

In preda alla furia, sfruttando l’ambigua dolcezza del suo canto, Ariel invoca il soccorso del bagnino, che – borbottando per la chiusura della banca e il poco carburante rimasto – riesce a percorrere i metri appena sufficienti a raggiungere la stazione di benzina.

Appiedata, o accodata, dalla contemporanea chiusura di entrambi i rifornitori, la compagnia decide allora di raggiungere il porto e di imbarcarsi a bordo di un sommergibile – a detta del nostromo –  appena revisionato.

   –Revisionato dove? – domandò dubbioso Flounder, che intanto assisteva divertito alla lite di due uomini; uno di essi – con la minaccia di disintegrarlo – intimava l’altro di scendere a terra.

     –A Santa Teresa! – replicò paonazzo il marinaio.

Pochi minuti dopo l’imbarco e la chiusura dei portelli, compulsando la pagina Vivere a Santa Teresa, l’attenzione di Ariel scivola sulla bacheca dei reclami, con premura ai servizi persi negli anni dal paese. Tra essi il disagio di chi, per la revisione dei veicoli, doveva da tempo recarsi a Palau.

Il sommergibile era un Cantieri Titan del 1915 in tela cerata, imploso dodici volte negli ultimi due conflitti mondiali e rifiutato ormai con orrore da tutte le compagnie del mondo.


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3 pensieri su “la sirenetta, un anno dopo

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