Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana.
Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la dittatura della classifica e le emergenti tendenze musicali.
Si chiama Arte, parola stanca, detta da tutti ma che a tutti manca, si chiama Musica, cosa magnifica, che qui confondono con la classifica.
Un’istantanea della mediocrità oggi elevata a paradigma, contro la quale Morgan si schianta, con suicida consapevolezza, a rischio di vilipendere un’istituzione come “Il cielo in una stanza”.
Se penso all’ Arte ne ho abbastanza, Mi ha rotto il cazzo pure “il cielo in una stanza”, Se questa musica per voi è magnifica, Per me è migliore se va in classifica.
Un’ironia tagliente, ruvida, che solo i più tenaci oltranzisti respingono, storditi dalle putrescenti esalazioni del mercato. Tanto qui chi volete che se ne accorga se lui è Mozart oppure Morgan? Che senso ha andare contro tutte e tutti, confondere questa roba col gergo canto di nobili costrutti?
E allora, signore e signori, prendiamoci i suoi rutti.
Si chiama merito, parola ipocrita, se a prevalere qui è la mediocrità, Fanno cultura solo per mettersi in posa, ma quella vera poi è pericolosa.
Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.
Scivolata sui gradini di BRISTOL.
Cicisbeo è bello
Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.
La Putin Doll
La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…
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All’apparenza sembrava un sabato qualunque, di quelli che già profumano di domenica, di sveglie ritardate, di pigrizia pomeridiana. Ma non per tutti. Per Benito era il primo sabato antifascista. Così, dopo essersi lui medesimo dichiarato antifascista, Benito, alleggerito dalle funzioni corporali, si recò in cucina, accese i fornelli e avviò la preparazione del caffè dosato…
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Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?