La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa.

Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana.

Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha deluso le aspettative la Putin Doll Anti-NATO. In programmato contrasto con l’Occidente, la Putin Doll Anti-NATO, legge Marx, ama immergersi in appassionati dibattiti sociali e si accompagna a un cane dai vicini accusato di abbaiare ai limiti del loro confine.

Sebbene l’intrattenimento digitale abbia significativamente aggredito la sfera dei giochi tradizionali, la Putin Doll occupa un capitolo prevalente nei bilanci dell’azienda produttrice.

Dopo il lancio dell’Ukrainian Putin Doll, distintasi per l’innovativa politica di diffusione – un’autentica invasione di mercato secondo gli esperti -, ultima arrivata di casa Mattel è la Io sono Georgia Putin Doll.

Ispirata alle proteste e agli scontri che da settimane imperversano fuori dalla sede del Parlamento di Tbilisi, la bambola si caratterizza per un originale outfit antisommossa, anfibi e bandiera dell’Europa.

Vendibile in abbinamento a Ken Caracciolo, è strutturalmente realizzata per reggersi in piedi da sola, è idrorepellente e respinge le Mosche.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

Sabato antifascista

All’apparenza sembrava un sabato qualunque, di quelli che già profumano di domenica, di sveglie ritardate, di pigrizia pomeridiana. Ma non per tutti. Per Benito era il primo sabato antifascista. Così, dopo essersi lui medesimo dichiarato antifascista, Benito, alleggerito dalle funzioni corporali, si recò in cucina, accese i fornelli e avviò la preparazione del caffè dosato…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica.

L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini, inevitabilmente impone nuove strategie.

Un impegno che rischia di fuorviare la pubblica opinione italiana, in queste ore affannata in più delicate questioni: la seduzione intellettuale di Selvaggia Lucarelli, che ha irradiato il confuso concetto di genocidio espresso da Liliana Segre; la stima percentuale del rischio corso dal Generale Vannacci nel confessato incontro con la trans Valentina.

Un brivido dolce è un po’ salato, ma non proprio un gelato al cioccolato.



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  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Sinner, il sardo

Ha preso il via nei sinuosi tornanti di Scala di Djokovic, che dalla centoTrentino immette a Sassari, il battesimo elettorale di Ghjuannik Sinner, nella sorpresa generale candidato alla Presidenza della Regione Sardegna. Atterrato a bordo di un Boeing 737-200 nello scalo di Isili, sede della compagnia di bandiera EasyliJet, ha salutato deferente il pubblico distribuendo…

Il cane dell’ortolano

Sembrano ispirarsi più alla drammaturgia spagnola che alle sorti della Regione, lacerata da consumate alchimie elettorali, le iniziative che accompagnano la classe politica teresina al voto. Come il cane dell’ortolano, che non mangia né lascia gli altri mangiare, la generosa proposta di nomi e simboli rischia infatti di prosciugare le già aride risorse locali, sottraendo…

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La scala di Bristol

Dopo la diffusione dello scherzo telefonico con il quale Giorgia Meloni è stata circuita da un comico spacciatosi per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, brilla la stella di Mario Sechi, ex portavoce della Presidente.

Elevando lo scherzo al rango di operazione di raffinatissima disinformatia dei Servizi Segreti Russi, di prova volta a indebolire l’immagine della Presidente di fronte agli alleati internazionali, Sechi – con la gloria del reduce che rievoca le battaglie passate – ha ricordato quella volta in cui, con Giorgia Meloni, salirono la scala di Bristol.

tapioterapiya! Superkatstsola prezhdevremenna ili my shutim?


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  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Ballata del Giambruno

Questa è la vera storia del Giambrunoovverosia il cicisbeo presidenziale Una storia traumaturga e noir. Il Giambruno si innamoròPerdutamente e sessualmente di un’avvenente collega Ma scoprì che invece era una serpe, che dico serpe, un Riccio travestito da collega,E da questa unione nacque una creatura e la chiamarono Pietra.Ma una perfida gocciolina Subentrò nell’innaturale famiglia e…

Paraculopatici

Che sul campionato di calcio tirasse una brutta aria, lo si era intuito dal cognome del principale indagato. Che la categoria dei calciatori non brillasse per sobrietà e acume non sorprende. Che Fabrizio Corona si alimentasse di scandali e indignazione popolare, più che palese era scientifico. In attesa che l’inchiesta riveli nuovi profili, che le…

La tregua amata

Se per comprendere un fenomeno sono essenziali intuito e osservazione critica, sovente oscurati da verità sartoriali, la radicalizzazione della crisi israelo-palestinese, sembra deporre più a favore dei teorici da bar che di esimi analisti. Ne deriva che ogni profuso sforzo interpretativo, evocando i motti del passato, più che difficile si rivela inutile. Tanto più se…

Il malcostume

L’Ucraina deve fermarsi. Il malcostume della resistenza, per una questione anche estetica, dev’essere arginato. Tradizione e prestigio dei russi non possono essere sacrificati sull’altare dell’identità ucraina.

Quando mai una nazione aggredita ha preteso il ritiro dell’aggressore? E che modi sono? Il mantenimento dei confini violati, la richiesta di garanzie di sicurezza internazionali, la ricostruzione, l’istituzione di un tribunale per i crimini di guerra sono concetti obsoleti.

Non ha anch’essa un fascino la resa?

La combinazione tossica di orgoglio e difesa dell’aggredito – come teorizzano gli alfieri del pacifismo – non rischia di compromettere il già tormentato appianamento di un conflitto che si paventa nucleare?

Che grande scuola il pacifismo. Come certe opere d’arte moderna, in bilico tra l’intuizione geniale e la cagata pazzesca, non risponde a criteri universali ma si espone all’arbitrio dei venti e delle convenienze..

La pace è astratta, può essere tutto e niente, giusta e infame. Come l’occhiale perso nel 2016 in un museo di arte moderna. Pensando di osservare un’installazione artistica, i visitatori si disposero a fotografarlo dalle più varie angolazioni.

Per buona pace del curatore della mostra.




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La scala di Bristol

Dopo la diffusione dello scherzo telefonico con il quale Giorgia Meloni è stata circuita da un comico spacciatosi per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, brilla la stella di Mario Sechi, ex portavoce della Presidente. Elevando lo scherzo al rango di operazione di raffinatissima disinformatia dei Servizi Segreti Russi, di prova volta a indebolire l’immagine della…

Un ottobre fa

Se potessimo riportare le lancette indietro di un anno, gli eventi ci catapulterebbero in una giornata elettorale con Giorgia Meloni che furente infiamma le folle denunciando inarrestabili ondate migratorie, il ragguardevole costo dei carburanti, le equivoche tendenze sessuali che, ostacolando la famiglia tradizionale, starebbero neutralizzando la maschia robustezza italica. E’ durante un incontro politico che…

Adesso lo scrivo su Facebook

Se in un tempo remoto, a tutela di un’ingiustizia o di una calunnia, era buona abitudine rivolgersi al maresciallo o al magistrato, da quando il metro digitale si è sostituito al diritto, e alle buone maniere, un pratico metodo si è imposto a usi e consuetudini: “adesso lo scrivo su Facebook”. Una procedura sommaria che…

Eroi, evacuati e operazioni speciali

Il battaglione Azov si è arreso. Nessuna evacuazione, nessun salvacondotto, nessuna ipocrisia semantica. Come non è stata un’operazione militare speciale l’invasione russa, non è altrimenti definibile la resa.

Lasciamo che la mistificazione prosperi nell’apostolato, nei salmi complottardi di apprendisti profeti, nello sciocchezzario di partiti in cerca di visibilità.

Sono occorsi ottantadue giorni di bombardamenti – un tempo infinitamente superiore a quello stimato dalle gerarchie russe per conquistare l’intera nazione ucraina – per conquistare un’acciaieria, ultimo avamposto della resistenza nazionale, presidio del glorificato Battaglione Azov.

Dalle tenebre alla più alta gloria. Se i deragliamenti nazisti – che sembrano pesare più nell’arena italiana che nel consenso ucraino – da un lato squalificano il reparto, è dall’altro inconfutabile la fierezza di chi ha resistito nel lutto, nelle macerie, nell’isolamento.

In Italia si erge intanto un nuovo paradigma pacifista, che anelando una nostalgica primavera sovietica, una variopinta liberazione dell’occupante dall’occupato, supera la dicotomia aggredito-aggressore, ribaltando a onore di quest’ultimo le ragioni del conflitto.

Una tendenza in palese contrasto col crescente sentimento russofobico, con i parlamenti di Finlandia e Svezia che votano a larga maggioranza la richiesta di adesione alla NATO, la Moldova che si appresta a farlo, la borsa che scende, Maroni no, Ferri che batte il record di autogol.

Slava Ukraini!


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Il Cavaliere

In vita fui il cavaliere di Arcoreda morto me ne andai tra il giubilo e la beatificazionesulla mia pietra hanno inciso le parole: mi consenta! Non provaste dolore, gente a me ostile,quando il feretro attraversò il Duomoper salutare chi i milioni fece di denari e d’amori. Nessuno di voi fu tanto furboda seguire le mie…

I tetti di Tallin

La prima caratteristica della città di Tallin, fiabesca capitale baltica, è la sua definizione geografica. La domanda che sentirete rivolgervi annunciando la destinazione estone sarà: “E dov’è?” Abbinando alle nozioni cartografiche e culturali confuse tavole concettuali, per quanto generoso si riveli l’impegno, non sempre è risolutivo. Tre le parole salvifiche: davanti alla Finlandia. L’Estonia è…

Elogio degli stronzi

È nella natura delle cose, dell’animo umano. Il rispetto dell’avversario, il mutuo conforto, sono sentimenti umanamente nobili, ma sembrano albergare più nella letteratura che nello stanco incedere dell’esistenza. Pochi rudimenti di civiltà calcistica, di appassionata aderenza a una fede, spiegano la profonda distanza che separa il tifo e la sportività. Un allineamento che si realizza,…

Ealloraismo

L’Ealloraismo è un movimento politico e culturale sviluppatosi in Italia tra il XX e il XXI secolo. Nato in risposta al dibattito sull’eccidio delle Foibe, si afferma in India con il caso dell’Enrica Lexie, la controversia internazionale sorta dopo l’arresto di due fucilieri di marina italiani accusati dell’omicidio di due pescatori indiani.

L’Ealloraismo ha da quel momento rappresentato qualsiasi forma di pensiero volta a confutare una teoria prevalente, contrapponendo argomenti abitualmente dimorati nella superstizione e nel complottismo. Condizione necessaria perché l’Ealloraismo si esplichi è che la critica sia introdotta dalla formula ‘E allora‘.

Il meccanismo, di elementare applicazione, ha trovato lustro nei due eventi più nefandi degli ultimi anni: la pandemia e l’invasione dell’Ucraina. Distingueremo pertanto un Ealloraismo pandemico e un Ealloraismo filorusso.

L’Ealloraismo pandemico, affermatosi con l’introduzione in Italia di nuove regole per la gestione e il contenimento del Covid-19, è culminato con l’esaltazione del metodo svedese (E allora la Svezia?). Una nazione che fino a ieri divideva l’opinione pubblica per il divano GRÖNLID e il tagliere LÄMPLIG è così assurta a modello strategico per la mitigazione del virus. Uno studio pubblicato dalla rivista Nature ha tuttavia rilevato che nel 2020 il tasso di mortalità in Svezia è stato di dieci volte superiore rispetto a quello della vicina Norvegia, andata controcorrente.

L’Elloraismo filorusso – compendio di sapienze geopolitiche che avrebbero umiliato Limes se Limes non avesse fallato tutte le previsioni – si distingue per il biasimo nei confronti di quanti reputino criminale l’invasione della nazione Ucraina, non esperibile – secondo i fautori – senza aver prima stigmatizzato le guerre in Yemen, Iraq, Palestina, Kurdistan, Jugoslavia e ogni altra situazione riferibile a una cicatrice di Bruce Willis o Edward mani di forbice. Fanno a questo riguardo discutere il presidio delle milizie NATO nei pressi della villa gotica abitata da Edward, a ridosso della collina, e l’invio di nuove forniture di forbici da parte delle famiglie confinanti.

In questa dinamica, facendo un parallelo tra i due orientamenti, taluni causticamente osservano che coloro che fino a ieri protestavano contro il governo per l’adozione del Green Pass e della mascherina, giudicando il provvedimento autoritario e lesivo dei principi democratici, oggi esaltano, con turibolazioni e paramenti ortodossi, il regime totalitario di Putin.

Una deriva ambigua, fallace, suppurata da implicazioni ideologiche e notizie false, nel cui merito l’Ealloraismo si ardimenta alla ricerca di un punto di equilibrio.

E allora la virgola?


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Hay coincidencias!

Nel 2023 il percorso europeo dell’Inter è stato di 7 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte. Come nel 2010. Quest’anno l’Everton si è salvato per la terza volta nella sua storia. Nelle precedenti due occasioni, il 1994 e il 1998, sapete chi vinse la Coppa Uefa? Nel 2023 l’Inter ha perso 3-1 con una squadra del…

Red Malpelo

Se in questo bizzarro paese – che accantona santi poeti e navigatori a favore di complottisti e perditempo d’ogni forgia – gravita nei deliri che quotidianamente indaghiamo, un indiscusso merito è di Red Ronnie, indefesso tessitore di oscure trame. Già interprete di audaci elucubrazioni sui vaccini e sulla guerra in Ucraina – i cui cieli…

Mustafà l’olandese

E’ di questi giorni la notizia che Roma manderà novecento tonnellate di rifiuti a settimana a Amsterdam, pagando, sempre a settimana, 180.000 euro. I rifiuti saranno riciclati come combustibile per il termovalorizzatore cittadino, generando nuova energia per la capitale olandese. Respirando i fuliginosi paradossi nostrani, le goffe aberrazioni della pubblica amministrazione, l’episodio ha ricordato il…

Le mamme di Mariupol

Ieri sera abbiamo appreso che ci sono mamme che da Mariupol, tutti i giorni, scrivono a Alessandro Orsini supplicandolo di convincere L’Italia a non supportare militarmente l’Ucraina e ritirare le sanzioni alla Russia.

Insomma, mentre fuori piovono bombe come l’ira di Achille, migliaia di mamme che non riescono a mettersi in contatto con le proprie famiglie per fargli sapere che sono ancora vive, trovano il tempo di contattare Alessandro Orsini – uno che pochi giorni prima sedeva ai margini dell’indifferenza – chiedendone l’intercessione.

Mi ha ricordato la volta che Naomi Campbell, umiliata dalla mia riluttanza, mi chiese come potesse dimenticarmi.

Tacqui!


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  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Avevano tutti torto

Avevano torto i Maya, ché avevano profetizzato il tramonto della nostra civiltà. Aveva torto il portavoce della casa discografica ché nel 1962, un anno prima del successo, disse dei Beatles: “La loro musica non funziona e le band che usano chitarre sono fuori moda”. Aveva torto Darryl Zanuck, presidente della 20th Century Fox, a detta del…

Medicina 33: I sanremesi

Buongiorno e benvenuti a Medicina 33. Parliamo oggi di una singolare categoria di persone che al principio del mese di febbraio è improvvisamente colta dall’impulso di palesare all’universo la propria indifferenza al Festival di Sanremo. Un disturbo non solo per la convivenza ma anche di salute. Quando non bastano più gli accorgimenti fai da te…

Lo spifferaio magico

La storia si svolge nel 2023 a Roma. Giovanni Donzelli, ribattezzato dai compaesani lo spifferaio magico per l’abitudine di non custodire le confidenze più intime, si presenta un giorno nella Capitale proponendo di disinfestarla dagli anarchichi e accusando il villaggio dei sinistri di fiancheggiare il terrorismo. Il Borgomastro Delmastro, fratellastro di un biondastro impiastro aduso al…

L’imbonitore

Quando l’eco delle bombe sopirà sotto le macerie della campagna russa, di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, figure a loro modo letterarie, non resterà traccia. Brilleranno invece i riflessi di Alessandro Orsini: il professore, lo stratega, l’imbonitore della resa ucraina.

Troppo grande la Russia per fallire, troppo fragile l’Ucraina per resistere. Meglio la resa; una poco dignitosa ma indolore resa. Bene le critiche allora, ma non troppe. Bene le sanzioni, ma non troppe. Magari legate al numero dei bambini uccisi. Una sorta di coefficiente di gravità mutuato dalla raccolta punti del supermercato.

Intanto il conflitto non si arresta. L’avanzata dei carrarmati è lenta, la resistenza tenace. «Putin ha già vinto,» dice Orsini «devono arrendersi! Se Putin perde, ma non perderà, lancerà l’atomica. Ma come fate a non capire?» ripete tremulo.

«Adesso glielo spiego io… da studioso voglio semplicemente dirle questo… Mi scusi, finisco… È molto semplice… Forse noi, anzi voi, non avete capito questo… Mi ascolti, io ho elaborato un manifesto, un manifesto complesso di soli cinque punti. Posso ridurlo a tre… tre e la chiudiamo qua. Dobbiamo fare tre cose. Primo… allora, primo… com’era il primo?, mi faccia pensare… dobbiamo assolutamente… Secondo… dobbiamo sederci attorno a un cavolo… pardon! a un tavolo e… Terzo… il terzo non me lo ricordo, però è importante. Molto importante. Ma come fate a non capire? Io non arretto… io non arretro, scusi…»

Gesticola, beve un sorso d’acqua e riprende: «Dobbiamo fare una dichiarazione ufficiale molto forte a Putin, ma con educazione. Molta educazione. Un foglio, per cortesia. Datemi un foglio».

«Caro Putin… Carissimo Put… Sire! Quanto ci piaci a noi europei, signor Putin! A noi italiani in particolare. Ci rendiamo disponibili a riconoscere il Donbass e la Crimea. Punto! Punto e virgola. A capo. Noi ti salutiamo con, proprio, non sappiamo nemmeno… Vladimir, noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi; proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo… puoi muoverti quanto ti pare e piace, e noi zitti sotto. Firmato: i tuoi peccatori di prima con la faccia dove sappiamo

A me Orsini piace, mi diverte. Mi diverte il suo essere pedante, narciso, dogmatico fino allo spasimo eiaculatorio. Io di Orsini ho stima; per me Orsini è un faro. Non come voi che lo contestate per ragioni endopsichiche, terrorizzati dal pensiero che abbia ragione. Orsini ha ragione. Ecco perché lo stimo. Lo stimo perché ha ragione.

Mi piace il suo lessico, la retorica barocca, il linguaggio del corpo, La sudorazione quando parla di NATO. Come suda bene Orsini quando parla di NATO. E poi è così elegante. Prima di affondare la lama, prevedendo le reazioni, blandisce la vittima con liriche accorate e attestazioni di stima.

Anche se degli americani pensa le peggiori cose, non vomita il suo rancore con violenza. No! Premette che stima gli Stati Uniti, che agli Stati Uniti deve la sua formazione, che gli Stati Uniti sono la sua seconda casa; poi, in un crescendo russiniano, li accusa di vigliaccheria e di mandare al macello gli ucraini. Come se durante una cena galante, dopo aver recitato Petrarca alla propria amata, il corteggiatore, tradendo la poetica del momento, si alzasse e liberasse un peto.

Egualmente le affermazioni su Napoli. Ferma restando la mia stima per Orsini, che ho piacere di ribadire, l’esimio professore non dice brutalmente che Napoli è una città inferiore. Prima manifesta amore, fierezza e appartenenza alla città, poi, citando un deprecabile fatto di cronaca, anticipa le ragioni morali a suffragio delle quali declama l’inferiorità della città. 

Insomma, Orsini non dice che sei stronzo. O almeno, non te lo dice subito. Prima dice di stimarti, di apprezzare le tue qualità, la tua carriera, i tuoi percorsi formativi, poi – ma solo poi – libera compiaciuto la sua indignazione. È la tecnica della gallina strapazzata malamente di Benito Urgu, quella secondo la quale prima di tirarle il collo, alla gallina, bisogna carezzarla e farle capire che le vuoi bene.

Io ho molta stima di Orsini.


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Normali cretini

E’ passata in queste ore sottotraccia la notizia di un gruppo di deputati uscenti, quasi tutti del Movimento Cinquestelle, che, disossando l’ultimo benefit feudale, hanno fatto emettere a proprio nome biglietti di treni per un valore complessivo di quasi centomila euro. Un comportamento nefando consumato nel passaggio dal governo Draghi all’insediamento del nuovo parlamento. Emblematico il caso di un…

OnlyGuns

OnlyGuns è la nuova piattaforma social ideata dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. Un servizio pensato per creatori di contenuti dalla dubbia moralità che pubblicando materiale online possono guadagnare denaro dagli utenti – chiamati in gergo affiliati – che si iscrivono al canale. L’eccessivo ardore, rispetto alla più popolare OnlyFans, può tuttavia rivelarsi deleterio…

Da Messina a Siracusa

Un capomafia di origini trapanesi se ne va da Palermo perché la scuola fa schifo. E anche la sanità. Uno dei figli: “So l’anatomia del corpo umano  meglio io della professoressa. Ci sono insegnanti di inglese che parlano palermitano stretto per tutta la lezione.” Matteo,  il capomafia, nella vita di tutti i giorni fa il…

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L’ucraina non esiste

La decisione russa di riconoscere unilateralmente il Donbass, firmata in diretta televisiva da Putin alla presenza dei rappresentanti separatisti, ha gettato nel panico l’intera Europa.

Riconoscendo con decreto le repubbliche indipendentiste di Donetsk e Luhansk, Putin, che ha tracciato un esplicativo parallelismo con la Basilicata, ha per un’ora argomentato che l’Ucraina non esiste. Un soffio che spazza le sementi dell’ Unione sovietica, a difesa della quale fieri resistono Marco Rizzo e il sindaco di Cavriago.

«L’Ucraina con il Donbass dentro» ha dichiarato Putin «è una creatura di Lenin. Adesso abbattono le statue di Lenin. La chiamano decomunistizzazione. La volete, la decomunistizzazione? Ora ve la faccio io. Ma non mi fermo a metà. Ora vi faccio quella vera. Io so’ decomunista così, sa’? So’ decomunista così!»

Il riverbero della crisi varca intanto i confini italici. Se da una parte Alessandro Di Battista, esperto di strategia prepuziale, ha negato l’invasione dell’Ucraina, schierandosi apertamente con il presidente russo; dall’altra, Luigi Di Maio minaccia Putin di passare a ENI Gas e Luce.

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Vernice lava bile

Il mondo incantato nel quale Giorgia Meloni aveva promesso di catapultarci, sembra giorno dopo giorno sgretolarsi. Le accise sul carburante, che molteplici fortune avevano assicurato alla sua parte politica, come un tarlo insidiano le certezze del patriota medio, ancora inebriato dalla gloria elettorale e per questo spoglio di un’ adeguata protezione critica. Tracce di contaminazione…

Servitore del popolo [calendario Duemila22]

Da un presidente all’altro. In principio fu Mattarella, rieletto Presidente della Repubblica; vennero poi Zelens’kyj l’aggredito, Putin l’aggressore, Johnson l’esautorato, Biden lo scorreggione, Agnelli l’inquisito. L’uomo copertina, non potrebbe essere altrimenti, è Volodymyr Zelens’kyj. Politico, attore, regista, sceneggiatore, comico. Sesto Presidente della repubblica Ucraina. GENNAIO [29 GENNAIO] Mattarella BisSergio Mattarella è rieletto Presidente della Repubblica Italiana con una maggioranza…

Lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale, non ci siamo. Lo scorso anno, sull’onda della pandemia e dei vaccini, ci siamo lasciati con un carico di promesse e buoni intendimenti. Non ci aspettavamo grandi cose, solo un po’ di normalità. E che cazzo! Ce la saremo meritata un po’ di normalità?! Ci siamo invece destati con una guerra quasi…

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Per opportuna informazione

 «Per opportuna informazione si comunica che l’appellativo da utilizzare per il Presidente del Consiglio dei Ministri è: “Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgio Meloni (Patrioto)”».

Lettera al Dvce

Caro Dvce, Sua Eccellenza, con rispetto parlando, qui i conti non tornano. E neanche i Duci. Da poche ore, Dvce, l’Italia ha un governo di destra. Non di quella destra blanda, un po’ democristiana, con quella faccia un po’ così che ogni tanto tende il braccio per i simpatizzanti. No, destra destra. Non ci crederà,…

Il malcostume

L’Ucraina deve fermarsi. Il malcostume della resistenza, per una questione anche estetica, dev’essere arginato. Tradizione e prestigio dei russi non possono essere sacrificati sull’altare dell’identità ucraina. Quando mai una nazione aggredita ha preteso il ritiro dell’aggressore? E che modi sono? Il mantenimento dei confini violati, la richiesta di garanzie di sicurezza internazionali, la ricostruzione, l’istituzione…

Sulla strada esco solo

Sulla strada esco solo.
Nella nebbia è chiaro il cammino sassoso.
Calma è la notte.
Il deserto volge l’orecchio a Dio
E le stelle parlano tra loro.
Meraviglioso e solenne il cielo!
Dorme la terra in un azzurro nembo.
Cosa dunque mi turba e mi fa male?
Che cosa aspetto, che cosa rimpiango?
Nulla più aspetto dalla vita
E nulla rimpiango del passato,
cerco solo libertà e pace!
Vorrei abbandonarmi, addormentarmi!
Ma non nel freddo sonno della tomba.
Addormentarmi, con il cuore
Placato e il respiro sollevato.
E poi notte e dì sentire
La dolce voce dell’amore
Cantare carezzevole al mio orecchio
E sopra di me vedere sempre verde
Una bruna quercia piegarsi e stormire.

Michail Jur’evič Lermontov


I versi recitati a memoria da un provato Mikhail Gorbaciov a Werner Herzog, uno davanti all’altro, nel documentario Meeting Gorbachev.  Testamento dell’ultimo statista sovietico, dell’uomo, del marito.

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  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Speravo de morì prima

A poche ore dalle dimissioni dell’assessore ai trasporti Giorgio Todde, esarcebate dalla candidatura nazionale del coordinatore Dario Giagoni, non si placa il fermento ai vertici della Lega sarda. «Mo je faccio er cucchiaio!», avrebbe minacciato – riferendosi a Giagoni – l’assessore dimissionario ai suoi collaboratori. «Non sono stato io a tradire! La lega decide tutto…

Fahrenheit 66

Ispirati dalla narrativa distopica di Ray Bradbury, stimolano da qualche giorno il dibattito le linee guida diramate dal Ministero della transizione ecologica per il contenimento dei consumi. Se per Montag, indifferente alla guerra e ai costi del cherosene, era una gioia appiccare il fuoco e assistere ai libri divorati dalle fiamme, il protagonista del romanzo…

Giorgia Beach Porty

Con l’estate addosso e un mese già passato, la peggior classe politica della storia repubblicana, combinata alla peggior legge elettorale di sempre, non poteva che partorire una competizione imbarazzante. Condizione tuttavia naturale per un paese all’ultima spiaggia. Pardon, l’ultima beach. A tal punto surreale che Giorgia Meloni, a definizione di una grottesca strategia comunicativa, a…