Sono le ore 00:59, un folto assiepamento di giornalisti e simpatizzanti accoglie Alessandra Todde, nuova presidente della regione Sardegna. Un banchetto frettolosamente allestito davanti alla sede raccoglie le sue prime dichiarazioni.
Doveva essere un normale scrutinio elettorale, di quelli che a metà pomeriggio la gente s’incontra al bar e si prende per il culo imputandosi responsabilità storiche. E’ stato invece un massacro amministrativo, tecnico, un’altalena di emozioni che solo Alessandro Borghese con il suo voto sembrava in grado di confermare o ribaltare.
Un esperimento nel quale, per effetto di una superposizione di stati fisici, fino all’ultimo, ciascun candidato poteva contemporaneamente aver vinto o perso le elezioni.
Se la vittoria ha molti padri, come ha ricordato Renato Soru, più facile è l’identificazione degli sconfitti. Almeno tre: Renato Soru, Paolo Truzzu, Giorgia Meloni. Matteo Salvini si è fatto invece interprete di una raffinata operazione politica, dando corpo a una sconfitta programmata che rilascerà a breve i suoi effetti.
Certo che la proposta di ricandidare Christian Solinas non sarebbe stata accolta da Giorgia Meloni, bramosa di imporre un proprio candidato, ha comunque insistito accomodandosi nella privilegiata posizione di chi avrebbe potuto festeggiare la vittoria o, in caso contrario, esasperare la sconfitta.
Il crollo di Paolo Truzzu, sindaco reggente di Cagliari, ripudiato anche da Sant’Efisio, interrompe tuttavia il sogno di una legislatura narcotizzata dalla sua voce. Un ibrido tra Pennywise il pagliaccio ballerino e l’attore pubblicitario di un noto decongestionante nasale.
Se la macchina elettorale ha esplicato nella lunga giornata tutte le sue anomalie, sorride invece l’efficienza del seggio elettorale della sezione di Biancareddu, borgata a una quarantina di chilometri da Sassari, dove le operazioni di voto si sono svolte a casa della pensionata Maria Ghisu.
Stante l’inagibilità della scuola, la sezione è stata organizzata allestendo la cabina elettorale in camera da letto e l’area d’attesa in cucina.
In costante contatto con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la signora Maria ha imposto regole inflessibili al corpo elettorale, precludendo l’uso dei servizi igienici a chi aveva consumato asparagi nelle precedenti cinque ore.
Regole valide anche per gli agenti di polizia incaricati del servizio d’ordine, ai quali è stata messa a disposizione una modesta refezione, un bagno esterno e una branda per la notte.
Una cosa è certa: non è stato un giorno da dimenticare.
Antonio Luna
Il sole 24 ore, Cagliari
Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.
Scivolata sui gradini di BRISTOL.
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