Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica.

L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini, inevitabilmente impone nuove strategie.

Un impegno che rischia di fuorviare la pubblica opinione italiana, in queste ore affannata in più delicate questioni: la seduzione intellettuale di Selvaggia Lucarelli, che ha irradiato il confuso concetto di genocidio espresso da Liliana Segre; la stima percentuale del rischio corso dal Generale Vannacci nel confessato incontro con la trans Valentina.

Un brivido dolce è un po’ salato, ma non proprio un gelato al cioccolato.



Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

La tregua amata

Se per comprendere un fenomeno sono essenziali intuito e osservazione critica, sovente oscurati da verità sartoriali, la radicalizzazione della crisi israelo-palestinese, sembra deporre più a favore dei teorici da bar che di esimi analisti.

Ne deriva che ogni profuso sforzo interpretativo, evocando i motti del passato, più che difficile si rivela inutile. Tanto più se in risposta a una deprecata strage di civili, l’interlocutore replica che prima di parlare di civili va definito il concetto di civile.

Se da un lato gli arabi considerano i profughi vittime di una pulizia etnica perpetrata da Israele che avrebbe allontanato i legittimi proprietari dalle loro terre, la narrazione opportunistica degli ebrei riconduce unicamente ai governi arabi la responsabilità del fenomeno.

Radicalizzazione che reclama i suoi spazi anche nel dibattito politico nostrano tra destra e sinistra. Niente di serio, sia chiaro.

L’elettore di sinistra è idealmente filopalestinese, indossa la kefiah, considera Israele uno stato genocida e ha un atteggiamento ambiguo nei confronti di Hamas. L’elettore di destra è filoisraeliano, considera la Palestina un covo di terroristi e – potendo – spianerebbe la striscia di Gaza con l’atomica.

Un’eruzione che tutto travolge: sionismo e risoluzioni Onu, intifada e striscia di Gaza, proclamazione dello stato di Israele e Lega Araba, guerra dei sei giorni e guerra dello Yom Kippur, Arafat e Fabio Fazio che cancella la partecipazione televisiva di Patrick Zaki, Hamas e il gol di Turone.

Tra dissertazioni religiose e analisi storico-politiche, un fatto è pacifico: a un certo punto del dialogo, per impressionare gli astanti, qualcuno suggerirà di creare uno Stato Palestinese arabo indipendente.

E comunque, il gol di Turone era regolare.


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Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica. L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini,…

Sinner, il sardo

Ha preso il via nei sinuosi tornanti di Scala di Djokovic, che dalla centoTrentino immette a Sassari, il battesimo elettorale di Ghjuannik Sinner, nella sorpresa generale candidato alla Presidenza della Regione Sardegna. Atterrato a bordo di un Boeing 737-200 nello scalo di Isili, sede della compagnia di bandiera EasyliJet, ha salutato deferente il pubblico distribuendo…

Il cane dell’ortolano

Sembrano ispirarsi più alla drammaturgia spagnola che alle sorti della Regione, lacerata da consumate alchimie elettorali, le iniziative che accompagnano la classe politica teresina al voto. Come il cane dell’ortolano, che non mangia né lascia gli altri mangiare, la generosa proposta di nomi e simboli rischia infatti di prosciugare le già aride risorse locali, sottraendo…

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Il malcostume

L’Ucraina deve fermarsi. Il malcostume della resistenza, per una questione anche estetica, dev’essere arginato. Tradizione e prestigio dei russi non possono essere sacrificati sull’altare dell’identità ucraina.

Quando mai una nazione aggredita ha preteso il ritiro dell’aggressore? E che modi sono? Il mantenimento dei confini violati, la richiesta di garanzie di sicurezza internazionali, la ricostruzione, l’istituzione di un tribunale per i crimini di guerra sono concetti obsoleti.

Non ha anch’essa un fascino la resa?

La combinazione tossica di orgoglio e difesa dell’aggredito – come teorizzano gli alfieri del pacifismo – non rischia di compromettere il già tormentato appianamento di un conflitto che si paventa nucleare?

Che grande scuola il pacifismo. Come certe opere d’arte moderna, in bilico tra l’intuizione geniale e la cagata pazzesca, non risponde a criteri universali ma si espone all’arbitrio dei venti e delle convenienze..

La pace è astratta, può essere tutto e niente, giusta e infame. Come l’occhiale perso nel 2016 in un museo di arte moderna. Pensando di osservare un’installazione artistica, i visitatori si disposero a fotografarlo dalle più varie angolazioni.

Per buona pace del curatore della mostra.




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La scala di Bristol

Dopo la diffusione dello scherzo telefonico con il quale Giorgia Meloni è stata circuita da un comico spacciatosi per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, brilla la stella di Mario Sechi, ex portavoce della Presidente. Elevando lo scherzo al rango di operazione di raffinatissima disinformatia dei Servizi Segreti Russi, di prova volta a indebolire l’immagine della…

Ballata del Giambruno

Questa è la vera storia del Giambrunoovverosia il cicisbeo presidenziale Una storia traumaturga e noir. Il Giambruno si innamoròPerdutamente e sessualmente di un’avvenente collega Ma scoprì che invece era una serpe, che dico serpe, un Riccio travestito da collega,E da questa unione nacque una creatura e la chiamarono Pietra.Ma una perfida gocciolina Subentrò nell’innaturale famiglia e…

Paraculopatici

Che sul campionato di calcio tirasse una brutta aria, lo si era intuito dal cognome del principale indagato. Che la categoria dei calciatori non brillasse per sobrietà e acume non sorprende. Che Fabrizio Corona si alimentasse di scandali e indignazione popolare, più che palese era scientifico. In attesa che l’inchiesta riveli nuovi profili, che le…

Livello successivo

Durante la pandemia, reclusi tra le domestiche mura, alle prese con formule e alambicchi, abbiamo dato testimonianza di inusitate competenze scientifiche. Noi cresciuti con le procaci infermiere di Alvaro Vitali, a malapena in grado di scartare un cerotto.

Con l’invasione russa, in equilibrio tra ricorsi storici e geopolitica, abbiamo argomentato la complessità della questione Ucraina. Noi che già faticavamo col Risiko.

Ancor prima siamo stati climatologi, biologi, nutrizionisti, allenatori, ingegneri, critici d’arte.

Intanto nuove sfide reclamano gloria. E’ l’inizio di un livello successivo. Una barbarie primitiva nella quale tutto esplode e si consuma. Settantadue livelli suddivisi in sette mondi principali e due segreti.

Dai focolai di crisi nei balcani alle tensioni afghane dopo la morte di Al-Zawahiri, da Taiwan alla proliferazione nucleare in Iran, dalle elezioni italiane al vaiolo delle scimmie.

Per avanzare il protagonista dovrà collezionare mosse e bonus distribuiti lungo la mappa. Di nuova introduzione tra gli strumenti non convenzionali il salto avvitato, la foglia volante e il sole di Google, una sfera virtuale nel quale convogliare e custodire il potenziamento raccolto in eccesso.

GAME OVER!


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Toto Cutugno

Dio! Non chiedermi di elencare le mie meraviglie.Le riconosci tra le stelle e i solitra i vecchi artisti e i camerieri.Con la chitarra in mano, da italiano fiero,una spinta ho dato alla malinconia.Ho cantato il presidente partigiano,e mamme invecchiate,e schedine tra le dita.Ho raccontato di donne sempre meno suore,con la voce che mi desti, milioni…

Wannacci

Intriso di fosforescenza marinettiana, coerente alla verità secondo cui ogni sciocchezza garantisce una rendita, il nuovo fenomeno estivo è di fabbricazione militare. Una mera iniziativa commerciale per la Wanna Marchi dell’arma, come certificano i dati di vendita di Amazon, che nella giornata di ieri hanno consacrato la figura del Generale Roberto Vannaci. Un’operazione non inedita…

La mandrakata

Comprendo l’indignazione dei selvaggialucarellisti più tenaci, dei tribuni smaniosi di giudicare il diabolico piano del banchiere, la lucida sua premeditazione. Il tradito, l’umiliato, al quale non basta interrompere la relazione fedifraga, infrangere l’incantesimo, restituire l’infedele compagna alla libertà di amare. E allora, che la festa cominci. Dal microfono del disc-jockey lei ringrazia gli organizzatori, senza…

Sparata militare

Tradendo le aspettative dell’orgiastica tribuna italica, sembra essersi sgonfiata la carica devastatrice di Vladimir Putin. Il suo discorso, accompagnato dal sussurro di un’imminente catastrofe nucleare, è sembrato sbiadirsi alla luce del più consumato luogocomunismo da osteria.

Non avendo potuto annunciare la vittoria in Ucraina, implicita ammissione del fallimento militare, l’autocrate russo è sembrato ritirarsi su posizioni più quiete, meno apocalittiche, dichiarando di aver agito a preventiva difesa di un’ipotetica invasione da parte della NATO.

Il proclama ha rimandato alla memoria il letterario scontro tra Marco Materazzi e Bruno Cirillo.

Era il 1° febbraio 2004, allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano si giocava la sfida di campionato fra l’Inter di Alberto Zaccheroni e il Siena di Giuseppe Papadopulo. Protagonisti della collutazione i due difensori al rientro negli spogliatoi. A Bruno Cirillo, che declinò i cerimoniali televisivi intervenendo con un labbro spaccato e la palpebra greve, seguì la rudimentale spiegazione di Marco Materazzi:

“Stare qui a spiegare quello che è accaduto è un po’ difficile, anche perché magari succede spesso in un sottopassaggio. Non sarebbe dovuto accadere. Però magari in campo ci siamo presi un attimino in giro, come capita molto spesso, e alla fine io stavo andando via e lui mi ha rincorso per apostrofarmi e quando mi è arrivato lì a due metri mi sono spaventato, ho avuto paura di poter avere una collutazione, e ci siamo scontrati”. 

Colpa della NATO.


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Il Cavaliere

In vita fui il cavaliere di Arcoreda morto me ne andai tra il giubilo e la beatificazionesulla mia pietra hanno inciso le parole: mi consenta! Non provaste dolore, gente a me ostile,quando il feretro attraversò il Duomoper salutare chi i milioni fece di denari e d’amori. Nessuno di voi fu tanto furboda seguire le mie…

I tetti di Tallin

La prima caratteristica della città di Tallin, fiabesca capitale baltica, è la sua definizione geografica. La domanda che sentirete rivolgervi annunciando la destinazione estone sarà: “E dov’è?” Abbinando alle nozioni cartografiche e culturali confuse tavole concettuali, per quanto generoso si riveli l’impegno, non sempre è risolutivo. Tre le parole salvifiche: davanti alla Finlandia. L’Estonia è…

Elogio degli stronzi

È nella natura delle cose, dell’animo umano. Il rispetto dell’avversario, il mutuo conforto, sono sentimenti umanamente nobili, ma sembrano albergare più nella letteratura che nello stanco incedere dell’esistenza. Pochi rudimenti di civiltà calcistica, di appassionata aderenza a una fede, spiegano la profonda distanza che separa il tifo e la sportività. Un allineamento che si realizza,…

Le mamme di Mariupol

Ieri sera abbiamo appreso che ci sono mamme che da Mariupol, tutti i giorni, scrivono a Alessandro Orsini supplicandolo di convincere L’Italia a non supportare militarmente l’Ucraina e ritirare le sanzioni alla Russia.

Insomma, mentre fuori piovono bombe come l’ira di Achille, migliaia di mamme che non riescono a mettersi in contatto con le proprie famiglie per fargli sapere che sono ancora vive, trovano il tempo di contattare Alessandro Orsini – uno che pochi giorni prima sedeva ai margini dell’indifferenza – chiedendone l’intercessione.

Mi ha ricordato la volta che Naomi Campbell, umiliata dalla mia riluttanza, mi chiese come potesse dimenticarmi.

Tacqui!


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La quantistica inzaghiana

Nessuna esperienza più dell’ultima stagione di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter, capace di cadute rovinose e risalite prodigiose, può meglio rappresentare la caducità, il principio di incertezza della fisica quantistica. Gloria e tragedia sospese sulla linea del destino. Come il gatto di Schrödinger, esposto al caso, all’arbitrio del veleno, Simone Inzaghi è contemporaneamente vivo e…

Plis, visit Santa Teresa

Fondata in the 1808 dal King Vittorio Emanuele first di Savoia e intitolata alla wife Maria Teresa d’Austria, Santa Teresa is one of the most famous località in the north Sardegna; perfect destination for anyone who loves ciattuli as well as the clear blue sea. Eleganti buildings dai pastel colors si alternano walking down National Street.…

Il processo di Norinbear

Introdotto con l’obiettivo di giudicare gli orsi e di reprimere le violenze da questi perpetrate contro le popolazioni civili, il tribunale militare di Norimbear è il risultato di un delicato processo di conciliazione interno al regno animale, scaturito dopo la cattura dell’orsa JJ4. Una delegazione di mammiferi caniformi guidata dall’avvocato Bruno Orso, durante il processo,…

L’imbonitore

Quando l’eco delle bombe sopirà sotto le macerie della campagna russa, di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, figure a loro modo letterarie, non resterà traccia. Brilleranno invece i riflessi di Alessandro Orsini: il professore, lo stratega, l’imbonitore della resa ucraina.

Troppo grande la Russia per fallire, troppo fragile l’Ucraina per resistere. Meglio la resa; una poco dignitosa ma indolore resa. Bene le critiche allora, ma non troppe. Bene le sanzioni, ma non troppe. Magari legate al numero dei bambini uccisi. Una sorta di coefficiente di gravità mutuato dalla raccolta punti del supermercato.

Intanto il conflitto non si arresta. L’avanzata dei carrarmati è lenta, la resistenza tenace. «Putin ha già vinto,» dice Orsini «devono arrendersi! Se Putin perde, ma non perderà, lancerà l’atomica. Ma come fate a non capire?» ripete tremulo.

«Adesso glielo spiego io… da studioso voglio semplicemente dirle questo… Mi scusi, finisco… È molto semplice… Forse noi, anzi voi, non avete capito questo… Mi ascolti, io ho elaborato un manifesto, un manifesto complesso di soli cinque punti. Posso ridurlo a tre… tre e la chiudiamo qua. Dobbiamo fare tre cose. Primo… allora, primo… com’era il primo?, mi faccia pensare… dobbiamo assolutamente… Secondo… dobbiamo sederci attorno a un cavolo… pardon! a un tavolo e… Terzo… il terzo non me lo ricordo, però è importante. Molto importante. Ma come fate a non capire? Io non arretto… io non arretro, scusi…»

Gesticola, beve un sorso d’acqua e riprende: «Dobbiamo fare una dichiarazione ufficiale molto forte a Putin, ma con educazione. Molta educazione. Un foglio, per cortesia. Datemi un foglio».

«Caro Putin… Carissimo Put… Sire! Quanto ci piaci a noi europei, signor Putin! A noi italiani in particolare. Ci rendiamo disponibili a riconoscere il Donbass e la Crimea. Punto! Punto e virgola. A capo. Noi ti salutiamo con, proprio, non sappiamo nemmeno… Vladimir, noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi; proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo… puoi muoverti quanto ti pare e piace, e noi zitti sotto. Firmato: i tuoi peccatori di prima con la faccia dove sappiamo

A me Orsini piace, mi diverte. Mi diverte il suo essere pedante, narciso, dogmatico fino allo spasimo eiaculatorio. Io di Orsini ho stima; per me Orsini è un faro. Non come voi che lo contestate per ragioni endopsichiche, terrorizzati dal pensiero che abbia ragione. Orsini ha ragione. Ecco perché lo stimo. Lo stimo perché ha ragione.

Mi piace il suo lessico, la retorica barocca, il linguaggio del corpo, La sudorazione quando parla di NATO. Come suda bene Orsini quando parla di NATO. E poi è così elegante. Prima di affondare la lama, prevedendo le reazioni, blandisce la vittima con liriche accorate e attestazioni di stima.

Anche se degli americani pensa le peggiori cose, non vomita il suo rancore con violenza. No! Premette che stima gli Stati Uniti, che agli Stati Uniti deve la sua formazione, che gli Stati Uniti sono la sua seconda casa; poi, in un crescendo russiniano, li accusa di vigliaccheria e di mandare al macello gli ucraini. Come se durante una cena galante, dopo aver recitato Petrarca alla propria amata, il corteggiatore, tradendo la poetica del momento, si alzasse e liberasse un peto.

Egualmente le affermazioni su Napoli. Ferma restando la mia stima per Orsini, che ho piacere di ribadire, l’esimio professore non dice brutalmente che Napoli è una città inferiore. Prima manifesta amore, fierezza e appartenenza alla città, poi, citando un deprecabile fatto di cronaca, anticipa le ragioni morali a suffragio delle quali declama l’inferiorità della città. 

Insomma, Orsini non dice che sei stronzo. O almeno, non te lo dice subito. Prima dice di stimarti, di apprezzare le tue qualità, la tua carriera, i tuoi percorsi formativi, poi – ma solo poi – libera compiaciuto la sua indignazione. È la tecnica della gallina strapazzata malamente di Benito Urgu, quella secondo la quale prima di tirarle il collo, alla gallina, bisogna carezzarla e farle capire che le vuoi bene.

Io ho molta stima di Orsini.


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A casin’ ‘e Pompu

Superata la meridiana di Oristano, esplorando le arterie che dalla statale 131 immettono nella Sardegna più remota, silenzioso si rivela un panorama di desolazione, pascoli, terre coltivate. Logori cartelli indicano luoghi il cui nome mi è ignoto o quasi; annunciano distanze illusorie e si contendono i viandanti esaltando le grazie del territorio: il pane, il…

Le grandi rotture di Meloni

A essere maliziosi, compulsando le ultime agenzie governative, non è oltremodo avventato il pensiero che Giorgia Meloni, tanto diligente nella funzione istituzionale quanto ambigua nel rapporto con l’elettorato, abbia delegato a ministri e capigruppo l’ingrato ruolo di rassicurare le mandrie deluse dal disallineamento di un governo dal quale almeno una nave ONG in fiamme al…

Non siamo tutti Minà

Dal momento in cui le agenzie di stampa hanno battuto la notizia della morte di Gianni Minà, commosso corre il ricordo di personaggi della politica e dello spettacolo che al suo microfono hanno rivelato sogni, progetti, paure. Fu testimone e biografo di Muhammad Alì,  Diego Armando Maradona, Federico Fellini, Robert De Niro, Fabrizio De Andrè,…

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Sassari

Ieri sera, mentre Predda Niedda veniva presa d’assalto per un allarme divulgato su Whatsapp, qualcuno avrà pensato a una nuova ambiziosa trovata del Professore.

Avrà pensato che Elena, in realtà, era una complice della banda, determinata a bloccare la città e irrompere nella Fábrica Nacional de Moneda y Timbre.

Avrà pensato ai complici nascosti per cinque mesi in una tenuta abbandonata nelle campagne di Sennori, al reclutamento, agli ostaggi, alla divisa rossa con la maschera dello scrittore e giornalista Enrico Costa.

Avrà pensato a una nuova recluta entrata a far parte della banda.

Nome in codice: Sassari.


Buongiorno Elena, buongiorno a tutti

Sì, è vero. Quello che sta succedendo è vero. Io lavoro in banca, già lo sapete, quindi sono informata anche io. Noi adesso faremo un carico, vi dico già la situazione. Oggi e domani caricheremo i bancomat a palla… tra virgolette. Poi caricheremo la riserva federale sotto l’emiciclo, lo stesso piena…  sara pieno però, siccome non è molto grande, non so quanto denaro ci starà, perché non abbiamo un deposito abbastanza grande da poter soddisfare per dieci giorni le esigenze delle persone; quindi metteremo i limiti alle banconote. Abbiamo già messo i limiti alle banconote da 200 euro, non più di due tagli a famiglia; poi metteremo il limite a quelle da 100, a quelle da 50 e poi, se sarà necessario – e credo di sì – anche il limite alle monete per i carrelli dell’Eurospin. Quindi, anche io vi consiglio di farvi scorte di soldi, come hai detto tu, Elena, perché sarà… sara un casino, sarà un casino perché dieci giorni fermi, anche quindici, i blindati per il trasporto dei valori vuol dire avere le banche vuote.


COMUNICATO DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE


Signori buongiorno, organizzatevi!

Sappiate che da lunedì ci saranno quindici giorni di sciopero del servizio di trasporto dei valori, quindi non arriveranno più soldi nelle banche. Prelevate, compratevi quello che vi serve perché la cosa è seria. Seria forte.

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Andate a fare incluso

Non si placano le polemiche per la correzione postuma decisa dalla casa editrice Puffin, in accordo con gli eredi dello scrittore Roald Dahl, di espungere dai suoi testi ogni contenuto offensivo riferito al genere, alla razza, al peso. Parole come piccolo, nano, grasso, giudicate lesive dei moderni canoni morali, saranno quindi bandite dai testi, brutalizzando…

Avevano tutti torto

Avevano torto i Maya, ché avevano profetizzato il tramonto della nostra civiltà. Aveva torto il portavoce della casa discografica ché nel 1962, un anno prima del successo, disse dei Beatles: “La loro musica non funziona e le band che usano chitarre sono fuori moda”. Aveva torto Darryl Zanuck, presidente della 20th Century Fox, a detta del…

Medicina 33: I sanremesi

Buongiorno e benvenuti a Medicina 33. Parliamo oggi di una singolare categoria di persone che al principio del mese di febbraio è improvvisamente colta dall’impulso di palesare all’universo la propria indifferenza al Festival di Sanremo. Un disturbo non solo per la convivenza ma anche di salute. Quando non bastano più gli accorgimenti fai da te…

Scacco matto

C’è una nota romantica nell’umiliazione di Matteo Salvini in terra di Polonia; nella mortificazione dell’uomo, flagellato nel corpo e nello spirito.

Il volto opaco, livido, scivola nel corpo esanime e si consuma nella deposizione della carne. La violenza scenica della vergogna sgorga in un’immagine di intensa drammaticità, rivelando particolari anatomici cullati nel compiaciuto tradimento del sindaco.

Mentre prefiche rumoreggianti lo ungono con i balsami della sepoltura, un’essenza amara coglie lo spettatore nel notarlo trafitto, vinto da quella mossa non calcolata.

Nella dissoluzione che avanza, ridenti scorrono le tracce della gloria: il Ministero dell’Interno, il patriottismo, la folla osannante, il mito incompiuto.

Oggi Matteo Salvini compie 49 anni. Se soffia sulle candeline, minimo minimo, prende fuoco la casa.


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Lo spifferaio magico

La storia si svolge nel 2023 a Roma. Giovanni Donzelli, ribattezzato dai compaesani lo spifferaio magico per l’abitudine di non custodire le confidenze più intime, si presenta un giorno nella Capitale proponendo di disinfestarla dagli anarchichi e accusando il villaggio dei sinistri di fiancheggiare il terrorismo. Il Borgomastro Delmastro, fratellastro di un biondastro impiastro aduso al…

Normali cretini

E’ passata in queste ore sottotraccia la notizia di un gruppo di deputati uscenti, quasi tutti del Movimento Cinquestelle, che, disossando l’ultimo benefit feudale, hanno fatto emettere a proprio nome biglietti di treni per un valore complessivo di quasi centomila euro. Un comportamento nefando consumato nel passaggio dal governo Draghi all’insediamento del nuovo parlamento. Emblematico il caso di un…

OnlyGuns

OnlyGuns è la nuova piattaforma social ideata dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. Un servizio pensato per creatori di contenuti dalla dubbia moralità che pubblicando materiale online possono guadagnare denaro dagli utenti – chiamati in gergo affiliati – che si iscrivono al canale. L’eccessivo ardore, rispetto alla più popolare OnlyFans, può tuttavia rivelarsi deleterio…

La luna di Kiev

***

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.


La luna di Kiev di Gianni Rodari


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Da Messina a Siracusa

Un capomafia di origini trapanesi se ne va da Palermo perché la scuola fa schifo. E anche la sanità. Uno dei figli: “So l’anatomia del corpo umano  meglio io della professoressa. Ci sono insegnanti di inglese che parlano palermitano stretto per tutta la lezione.” Matteo,  il capomafia, nella vita di tutti i giorni fa il…

Vernice lava bile

Il mondo incantato nel quale Giorgia Meloni aveva promesso di catapultarci, sembra giorno dopo giorno sgretolarsi. Le accise sul carburante, che molteplici fortune avevano assicurato alla sua parte politica, come un tarlo insidiano le certezze del patriota medio, ancora inebriato dalla gloria elettorale e per questo spoglio di un’ adeguata protezione critica. Tracce di contaminazione…

Servitore del popolo [calendario Duemila22]

Da un presidente all’altro. In principio fu Mattarella, rieletto Presidente della Repubblica; vennero poi Zelens’kyj l’aggredito, Putin l’aggressore, Johnson l’esautorato, Biden lo scorreggione, Agnelli l’inquisito. L’uomo copertina, non potrebbe essere altrimenti, è Volodymyr Zelens’kyj. Politico, attore, regista, sceneggiatore, comico. Sesto Presidente della repubblica Ucraina. GENNAIO [29 GENNAIO] Mattarella BisSergio Mattarella è rieletto Presidente della Repubblica Italiana con una maggioranza…