Giorgia Beach Porty

Con l’estate addosso e un mese già passato, la peggior classe politica della storia repubblicana, combinata alla peggior legge elettorale di sempre, non poteva che partorire una competizione imbarazzante.

Condizione tuttavia naturale per un paese all’ultima spiaggia. Pardon, l’ultima beach.

A tal punto surreale che Giorgia Meloni, a definizione di una grottesca strategia comunicativa, a tratti sguaiata, oggi interpreta la novità.

Giorgia Meloni ha tuttavia un merito: essersi rivelata più scaltra di Matteo Salvini, immune ai deliri di onnipotenza che avevano caratterizzato l’ascesa del segretario leghista. Uno scomodo inquilino dal quale dovrà tuttavia schermirsi nell’anelata  sua – di Salvini –  prospettiva di un reincarico al Ministero dell’Interno.

Perché se da un verso è pacifico che Giorgia Meloni vincerà le elezioni, parimenti futuribile è il suo rapido logoramento, spinto da chi, nell’appannato ricordo di aperitivi balneari, piange il consenso perduto.

Nel frattempo, prima che il vento si porti via tutto e che settembre ci porti una strana felicità, o un’ ordinaria mestizia, Giorgia coltiva il suo orto: le bollette, la crisi energetica, gli sbarchi, i clandestini, gli stupri, le droghe, il blocco navale, i mari, i porti, i party.

Congedando cupe nostalgie cameratesche, assicura temeraria il suo impegno, la sua grinta, la sua presenza. Un’epifania celebrata dagli scaramantici nelle liriche del Robertetti.

Se anche il mondo dovesse esplodere, mi troverai qui.
Anche se dovesse scoppiare una guerra mondiale, tu mi troverai qui.
Anche se dovesse diffondersi dappertutto un’epidemia mortale, tu mi troverai qui.


A portare sfiga.

.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

Forza Finlandia

Se qualcosa sorprende nell’insulsa polemica che da qualche ora inquieta la premier finlandese Sanna Marin, al centro delle attenzioni per un video in cui balla e  si atteggia divertita,  è non tanto la propensione allo svago di una giovane e bella donna di trentacinque anni, quanto la sua esposizione all’inganno, al tradimento.

Se per la credibilità dell’istituzione che rappresenta il politico è chiamato a dare una buona immagine di sé, è altrettanto pacifica – purché la condotta non deragli nell’ambiguità – la libertà della persona di condurre senza condizionamenti la sfera privata. Un principio semplice, ma che tarda ad affermarsi.

Non è forse anomalo che un Primo Ministro debba sottoporsi  alla prova antidroga per compiacere orde di decerebrati? Non è aberrante la reazione suscitata dallo scatto che la ritrae in calzoncini, giubbotto di pelle e anfibi alla fine di un concerto? Insomma, cosa disturba di Sanna Marin? Essere giovane? Essere bella? Essere figlia di una coppia che infrange i paradigmi della famiglia tradizionale? L’abiurato anacronismo della Russia?

Se da un punto di vista clinico e antropologico resta oscuro lo sdegno per l’episodio, non essendo la vicenda politicamente e socialmente rilevante, desta ironia la levata moralistica dell’opinione pubblica italiana; la stessa che nei lustri ha turibolato festini, cene eleganti, utilizzatori finali, nipoti di Mubārak, bunga bunga, volgari declinazioni balneari del ruolo ministeriale.

In attesa di un decalogo che definisca quali comportamenti accogliere e quali censurare, nel mezzo, resiste Sanna Marin. Una donna. Una moglie. Una madre. Come Giorgia.

La Finlandia è il Paese che ama. In Finlandia ha le sue radici, le sue speranze, i suoi orizzonti. Ha scelto di scendere in campo e di occuparsi della cosa pubblica perché non vuole vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare.

Forza Finlandia!


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica. L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini,…

la lotta amata

Se il sonno della ragione genera mostri, cade in queste ore opportuno il caso di Donatella Di Cesare, filosofa e discussa editorialista della vivace agorà d’Italia. Espressione di una linea intellettuale riuscita nell’impresa di rendere ostile la sinistra anche a chi alla sinistra si sente idealmente affine, Donatella Di Cesare balza agli onori per il…

Non è un giorno da dimenticare

Sono le ore 00:59, un folto assiepamento di giornalisti e simpatizzanti accoglie Alessandra Todde, nuova presidente della regione Sardegna. Un banchetto frettolosamente allestito davanti alla sede raccoglie le sue prime dichiarazioni. Doveva essere un normale scrutinio elettorale, di quelli che a metà pomeriggio la gente s’incontra al bar e si prende per il culo imputandosi…

Culurgiones western

Mancavano solo Bud Spencer, Terence Hill e il bandito messicano Mezcal, prima che la tromba delle scale del Consiglio Regionale si trasformasse in uno spaghetti western alla sarda, dove consiglieri ardenti di maschia balentìa si sono affrontati in un duello all’ultimo bianco.

Insulti e minacce che solo l’irenico intervento dei commessi ha arginato, evitando un più tragico epilogo. Era in corso la discussione sulla riorganizzazione dell’ufficio dello sceriffo e della Contea.

La situazione è degenerata quando, disturbati dalla presenza del pistolero Eugenio il padano, che seguiva su commissione i lavori dell’assemblea, i duellanti di maggioranza e opposizione si sono sfidati a muso duro.

Provocato da un capo mormone, il pistolero avrebbe dapprima replicato stizzito, poi reagito con una frase diventata iconica: “Eugenio non tradisce, gringo!“

Un crescendo tensivo che ha avuto il suo apice quando il disordine ha raggiunto il saloon del transatlantico, dove il trasportatore George, in compagnia del mandriano e latifondista Quee Riho, inferiva il colpo letale alla seconda bottiglia di vino bianco.

Con indosso il poncho e un enorme sombrero messicano, George, amico di vecchia data del pistolero padano, spintonando e colpendo il remissivo capovillaggio della compagnia dei piddì, avrebbe raggiunto il luogo della rivolta urlando “nessuno tocchi Eugenio, gringos!”.

Una mossa e sei morto, non fate gli eroi, siamo nati nel Texas e siamo cowboy.

Cau e Boi.


Classificazione: 4 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Alla cena del MES

Alla cena del MES, con due colpi Un operaio il Deputato sparòAlla cena del MES, con due colpi Un deputato la scorta spuntò. E venne Del Mastro che urlò “Che cazzo hai fatto?!”Al Deputato che il colpo sparò.E venne Del Mastro che urlò “Che cazzo hai fatto?!”Al Deputato che lesto negò. Alla cena del MES,…

Scrittori e Pandori [calendario Duemila23]

La cattura e la morte di Matteo Messina Denaro, l’intelligenza artificiale, il complottismo di Red Ronnie, i Generali scrittori, il pandoro di Ferragni. Per la portata del fenomeno e le sue incognite, l’intelligenza artificiale reclama e si aggiudica la copertina dell’anno. Un congegno aberrante o una nuova opportunità? GENNAIO [16 GENNAIO] ‘U siccuDopo trent’anni di…

Befañez

I dettagli sono ancora in via di definizione, ma è una questione di ore: quest’anno Babbo Natale dismetterà il tradizionale abito rosso e i rubicondi tratti iconografici per esibire una più sobria casacca di colore grigio: un pregiato capo del brand Laneus, che ridefinisce nello stile e nei colori l’imminente atmosfera natalizia. Una linea più…

Non è una giornata da dimenticare

In quel tempo, uno dei quaranta, chiamato Giunta Iscariota, andò dalla Guardia di Finanza e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento.

***

Il primo giorno di zona arancione, i notabili si avvicinarono dal Presidente e gli dissero: «Dove vuole che prepariamo l’incontro, Preside‘?». Ed egli rispose: «A Sardara, alle terme; ma dite al responsabile che a questo incontro ne seguiranno altri, di valutare un possibile progetto di ampliamento della struttura».

Venuto il giorno, all’ora del pranzo, prese posto nella mensa con i quaranta. Mentre tutti mangiavano, inscenando una goffa balbuzie che suscitò l’ilarità dei presenti, disse: «In verità io vi diCo… vid… iCo… vid, ico… vid… uno di voi mi tradirà!». Essi, sinceramente addolorati, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Preside’?». Prima il dirigente della Regione, poi un manager dell’azienda sanitaria ospedaliera, un Sindaco, un imprenditore, un militare, un ingegnere.

Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà! – ribadì austero l’uomo. Ma il fatto che tutti stessero mangiando non fu d’aiuto per le indagini.

Preside’, sono forse io? – chiese allora il Comandante del Corpo Forestale, sul quale si era posato lo sguardo sospetto di un funzionario regionale.
-אל תעשו את זה לי, בבקשה! – rispose il presidente rispolverando un fluente aramaico.
Non capisco, Presidente!
Poba!

Prima di uscire, scuro in viso, volse lo sguardo ai commensali e disse loro: «Domani per tutti voi sarò motivo di scandalo».

Se tutti si scandalizzeranno di lei, io non mi scandalizzerò mai, – intervenne il Sindaco.
In verità io ti dico: prima che arrivi il dolce, tu mi rinnegherai tre volte.
Anche se dovessi morire con lei, io non la rinnegherò!».

Dopo il sorbetto, il Presidente, il Sindaco e qualche funzionario si alzarono e raggiunsero i bagni termali. Disse loro: «Sedetevi qui, io vado a pagare.»

Vedendolo prendere la direzione dei servizi igienici – la cassa era nella direzione opposta -, a qualcuno venne il sospetto che avesse detto vado a cagare, ma nessuno gli diede importanza. Intanto dalla sala da pranzo le voci dei commensali accoglievano festanti l’annuncio del dolce.

Il presidente, dirottando verso le cucine, con circospezione, attraversò un lungo corridoio e, raggiunta la cambusa, saltò dalla finestra, dileguandosi in direzione del monte degli eucalipti.

«Il Presidente se ne va passando dalla finestra, così vogliono le scritture, ma guai a colui dal quale sarò tradito.» biascicò fra sé.

il frastuono proveniente dal banchetto si faceva sempre più rumoroso. «Chi vuole la seada, alzi la mano?», chiese un cameriere mai visto prima. Cominciò a contare: uno, due, tre… quindici, sedici… ventidue, ventitré, ventiquattro… trentasette, trentotto, trentanove. Trentanove. Ecco, tenete le mani in alto, Guardia di Finanza.

Il primo a essere fermato fu il sindaco, rientrato in sala dopo aver fumato una sigaretta. Un ufficiale gli si avvicinò e gli disse: «Lei, signor Sindaco, era col Presidente?» Ma il Sindaco negò a gran voce, dicendo: «Che presidente?! Di che presidente parla?».

Poco dopo, fu una cameriera alla quale aveva toccato il culo ad accusarlo: «Questʼuomo era col Presidente!» gridò puntando l’indice al Maresciallo. Di nuovo il Sindaco negò: «Non lo conosco nemmeno quellʼuomo, lo giuro!».

A compiere la profezia fu l’agguerrita minoranza del partito, i due capicorrente gli si avvicinarono e gli dissero: «Sappiamo che sei uno dei suoi uomini, non negare, abbiamo i messaggi che vi siete scambiati su whatsard!». Il Sindaco cominciò a maledire e a spergiurare. «Non lo conosco nemmeno il Presidente! Basta! Basta! Basta!».

Preceduto da una ventata di aria calda e dal fetore del fritto, giunse il cameriere, quello vero, con il vassoio delle seadas. Allora il Sindaco si ricordò di ciò che il Presidente gli aveva detto: «In verità io ti dico: prima che arrivi il dolce, tu mi rinnegherai tre volte».

Dal monte degli eucalipti, frattanto, un’ombra in fuga si allungò sul terreno. Le scritture si erano compiute.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

L’arte della difesa

E’ davvero istrionica e mai banale la scelta comunicativa di Massimiliano Allegri, l’allenatore più pagato della serie A, con il monte ingaggi più costoso della serie A, artefice di vittorie eclatanti e cadute rovinose. Un impegno logorante, il suo, che assistendo all’indebolimento di consolidati meccanismi feudali, scaltro sposta sugli antagonisti la paura e l’onta del…

La medicina totale

Un giorno, la signora che fa le pulizie al poliambulatorio, presidio sanitario del paese, costruito da uno degli architetti più importanti dell’architettura totale gallurese dell’epoca, scrive una lettera e la indirizza all’Assessore Regionale e al Direttore Generale della ASL della Gallura. Tra le pagine della lettera inserisce una foto. Signori, lo vedete questo ragazzo che…

Il tacco Bianco

C’è qualcosa di calviniano nelle città della Puglia, nel bianco lucente che resiste al tempo e alle contaminazioni. E’ bianca Altamura, terra di frontiera tra Puglia e Basilicata, teatro di una vivace contesa con la città di Matera sull’arte del pane. E’ bianca Ostuni, dove dimesse insegne novembrine richiamano la memoria di un’estate felice. E’…

Il santino elettorale

Care amiche, cari amici, cittadine e cittadini,

per quanti ancora non mi conoscano, il mio nome è Santino Elettorale, sono un giovane di vent’anni, ma anche un’uomo maturo di ottanta; sono sposato con una donna che mi ha dato due figli, ma anche un uomo libero senza moglie e senza figli; sono un affermato professionista, ma anche un disoccupato incline alla nullafacenza. Ho voluto chiudere la mia campagna elettorale qui nel mio paese, a Santa Teresa, raccogliendo il testimone dei miei predecessori, non solo perché amo Santa Teresa, la sua gente, la sua pervicace impermeabilità alla polemica, ma anche per riaffermare, nel pieno di una pandemia che solo noi avevamo previsto, l’esigenza di un ritorno della politica alla dimensione del territorio.

Durante questa campagna elettorale, sono stato raccolto da donne, uomini, giovani, dai cui occhi traspariva l’abisso che mi chiedevano di colmare. A parte quella volta che, prima di essere abbandonato tra le foglie, ho scoperto che a guardarmi non era precisamente un occhio.

Il mio impegno personale, cittadine e cittadini, sarà nel solco di un’illustre tradizione familiare. Chi ha accompagnato il mio percorso sa quanto la politica sia infusa nel mio cognome e quanta ispirazione ogni scelta della mia vita sia stata da essa influenzata.

In nessuna casa come nella mia fluttua l’iperbole della retorica politica. E’ ancora vivida nella memoria locale quella volta in cui, non per sciopero ma perché si era esaurita la bombola, mamma non ci fece trovare il pranzo pronto. Quel giorno papà salì sulla sedia e con tono solenne, grave come un patriarca, con una mano sul cuore, ci disse: «Moglie e figli miei, sangue del mio sangue, se mi accorderete la vostra fiducia, vi prometto che nei prossimi cinque anni sarà garantita all’intera vostra famiglia una fornitura di gas sufficiente a coprire l’intero fabbisogno domestico».

Discese allora dalla sedia e, mentre smarriti lo seguivamo con lo sguardo, si diresse verso la porta e uscì in cortile. Fece rientro pochi istanti dopo con una bombola sulle spalle.

Papà era il bombolaio del paese.

«La Politica ha bisogno di ritornare tra la gente» disse avvitando la chiave in acciaio nichelato da 25 mm. E nel frattempo le nostre viscere reclamavano alimento.

Questo frammento nostalgico, di sapore letterario, amiche e amici, per ricordarvi che domenica e lunedì ogni cittadino sarà chiamato a esprimere un voto, liberando nella grafite le sue aspirazioni, i suoi sogni, la sua idea di paese, che strenuamente difenderà fino a quando il suo interesse personale non sarà travolto dall’interesse collettivo.

Chiedo per questo il vostro voto.

Perché la politica sia selettiva e inclusiva.
Perché a vincere non dev’essere qualcuno ma tutti.
Perché non è l’atleta che non sbarca, siamo noi che gli abbiamo finora negato l’approdo.
Perché Santa Teresa non è solo mare.
Ma soprattutto perché siamo a ottobre, l’inverno e lungo e ho le rate da pagare.

Vota il cambiamento. Vota la restaurazione. Vota Santino Elettorale.


Ricordati che puoi esprimere due preferenze, un uomo e una donna, purché della stessa lista. Se hai piacere, vota me e mia moglie.

Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Ogni volta

Ogni volta che esortiamo a non dare importanzaOgni volta che ci rifiutiamo di comprendere uno stato emotivoOgni volta che incoraggiamo imprese impossibiliOgni volta che ci sentiamo invincibiliOgni volta che diciamo: “fregatene!”Ogni volta che umiliamo gli sconfittiOgni volta che facciamo pressione psicologicaOgni volta che deridiamo chi soffre per amoreOgni volta che: “l’hai visto quello?”Ogni volta che…

Senza Peso

E’ un ibrido tra Mal dei Primitive e Mork della serie Tv Mork e Mindy, nato a Buenos Aires, anarco-capitalista, da poche ore è il nuovo presidente dell’Argentina. E’ Javier Milei. Sguardo da folle, capelli arruffati, occhi spiritati, Milei irrompe nei comizi agitando istericamente una motosega, simbolo dei tagli alla casta, insultando i giornalisti e…

La scala di Bristol

Dopo la diffusione dello scherzo telefonico con il quale Giorgia Meloni è stata circuita da un comico spacciatosi per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, brilla la stella di Mario Sechi, ex portavoce della Presidente. Elevando lo scherzo al rango di operazione di raffinatissima disinformatia dei Servizi Segreti Russi, di prova volta a indebolire l’immagine della…

Morire per il paese

Una notte di molti di anni fa, le menti migliori del paese cominciarono a interrogarsi sulle sorti del governo locale, su chi era adeguato e chi non lo era; e dopo tanto e inutile parlare, Oreste detto il Furbastro chiuse la discussione; forse perché ne aveva viste troppe o perché della politica conosceva tutte le alchimie e le sue inutili divagazioni.

A un certo punto, Oreste andò a pisciare; mentre il liquido giallastro usciva dal suo corpo e gli bagnava la punta delle scarpe, intuì una verità concreta: che tu sia dentro o fuori, due cose ti daranno pena: la brama del potere e la sua brevità.

Anni dopo, all’alba di una nuova era, pochi uomini che con compiaciuto narcisismo eccellevano sugli altri, si riunirono nel casolare di una sperduta campagna per progettare la distruzione del paese.

Orfeo detto il temporeggiatore aprì la discussione: «Facciamolo, ma senza fretta. Altrimenti perderemo l’ebbrezza di turlupinare ancora quelle genti». E fu decapitato dai suoi stessi compagni.

Achille detto il filosofo argomentò: «Ma se Dio vuole liberare il paese dalle trame del passato, perché si affida a noi? Perché non spedisce un gigantesco meteorite sulla città del Magnon? Se può farlo e non vuole, lo capisco: desidera mettere alla prova la nostra reale volontà di cambiamento. Ma se non vuole né può, delle due l’una: o quello che sentiamo non è Dio, o quello che chiamiamo cambiamento è un ambiguo istinto di conservazione.»

I suoi compagni dissero: «Achille, ci sei molto caro e ti sentiamo dei nostri.» E lo decapitarono.

Guglielmo detto il lento, fino a quel momento rimasto in disparte, si accorse che erano rimasti in due: lui e Oreste. Oreste disse: «Con la morte dei nostri compagni, Dio ci ha fatto comprendere che i migliori siamo noi. Per distruggere il paese basta essere in due: uno che va avanti e uno che gli copre le spalle. Guglielmo, vai!».

Guglielmo, che era detto il lento, ma in famiglia tutti chiamavano l’ingenuo, andò avanti. Uno spostamento d’aria gli attraversò di netto il collo e fu decapitato.

Oreste asciugò il sangue della sua scimitarra, sorseggiò l’ultimo fondo di Whisky  dalla borraccia e raggiunse il bordello più vicino. «Ma quando capiranno che tutto, sulla terra, è una rotazione perenne?» sussurrò. «Il sole sorge, il sole tramonta, la gente nasce, la gente muore, passano le generazioni, le idee, gli accordi. Tutto è un soffio di vento che spettina i capelli della Storia



® Libero adattamento a “Per futili motivi” di Francesco Consiglio, Banane al poeta.

Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Ballata del Giambruno

Questa è la vera storia del Giambrunoovverosia il cicisbeo presidenziale Una storia traumaturga e noir. Il Giambruno si innamoròPerdutamente e sessualmente di un’avvenente collega Ma scoprì che invece era una serpe, che dico serpe, un Riccio travestito da collega,E da questa unione nacque una creatura e la chiamarono Pietra.Ma una perfida gocciolina Subentrò nell’innaturale famiglia e…

Paraculopatici

Che sul campionato di calcio tirasse una brutta aria, lo si era intuito dal cognome del principale indagato. Che la categoria dei calciatori non brillasse per sobrietà e acume non sorprende. Che Fabrizio Corona si alimentasse di scandali e indignazione popolare, più che palese era scientifico. In attesa che l’inchiesta riveli nuovi profili, che le…

La tregua amata

Se per comprendere un fenomeno sono essenziali intuito e osservazione critica, sovente oscurati da verità sartoriali, la radicalizzazione della crisi israelo-palestinese, sembra deporre più a favore dei teorici da bar che di esimi analisti. Ne deriva che ogni profuso sforzo interpretativo, evocando i motti del passato, più che difficile si rivela inutile. Tanto più se…

L’anno bellissimo

Il presidente del consiglio, da servile garante del governo Movimento Cinquestelle – Lega, ci aveva annunciato un anno bellissimo. Lo conclude da presidente del consiglio del governo Movimento Cinquestelle-Partito Democratico-LEU.

Giuseppe Conte è l’uomo dell’anno.

GENNAIO

[12 Gennaio]  La cattura di Battisti
Catturato in Bolivia a Santa Cruz il pluriassassino Cesare Battisti. Il terrorista  aveva fatto perdere le sue tracce a dicembre dopo che era stato spiccato nei suoi confronti un ordine di cattura. La Bolivia concede l’estradizione in Italia.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/01/16/battisti-a-oristano/]

cesare battisti catturato_13090828

FEBBRAIO

[Febbraio] La rivolta del latte
Sardegna, esplode la protesta del latte. I  pastori sardi  lamentano un prezzo troppo basso per il latte ovino e caprino e sversano litri di latte sulle strade sarde.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/02/16/latte-avversato/]

unnamed-1024x683

MARZO

[7 Marzo] Il Comune di Santa Teresa interrompe i rapporti con Musica sulle bocche
Sulla scorta delle accuse di antisemitismo al direttore artistico Enzo Favata, dopo 19 anni la rassegna diretta da Enzo Favata lascia Santa Teresa di Gallura e trasloca a Castelsardo.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/04/06/mossad-sulle-bocche/]

musica-sulle-bocche-jazz-festival-castelsardo-manifesto-2019-770x430

APRILE

[15 Aprile] Brucia Notre Dame
Un impressionante incendio ha devasta la cattedrale di Notre Dame a Parigi, uno dei simboli della civiltà europea. Le fiamme sono partite da un’impalcatura che abbracciava la cattedrale per lavori di conservazione, provocando la fuoriuscita di una colonna di fumo. Alcuni fedeli hanno raccontato che verso le 19 di lunedì all’interno della cattedrale stavano celebrando messa. Poi il fuoco ha avvolto il tetto e la guglia, fino a farli crollare, intorno alle 20.

Contributo nel blog: [https:

cq5dam.thumbnail.cropped.1000.563

MAGGIO

[26 maggio] Elezioni europee
Trionfa la Lega di Matteo Salvini, che si attesta sul 34%, male il Movimento cinqueStelle, segnali di ripresa del Partito Democratico.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/05/29/possibili-scemari/]

download

GIUGNO

[4 giugno] Lo sterilizzatore
Il consigliere regionale Dario Giagoni, capogruppo Lega Sardegna bonifica, munito di guanti in lattice e strofinaccio, si fa immortalare nell’atto di disinfettare il nuovo ufficio, precedentemente  occupato da Pietro Cocco, capogruppo PD.

“Una bella rinfrescata e pulizia del nuovo ufficio – scrive un Giagoni – per spazzare via il passato e prepararci alle nuove sfide. Le porte del mio nuovo ufficio sono aperte a tutto il popolo sardo”.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/06/07/game-of-cialthrones/]

foto_823316_908x560

LUGLIO

[luglio]
Un’impressionante serie di lutti funesta il mese teresino.

Contributo nel blog: [alessandromuntoni.wordpress.com/2019/08/01/sotto-i-baffi/]

67623064_10219149677043150_9045289618882166784_n

AGOSTO

[20 agosto] La crisi

A un anno e mezzo dalle elezioni del 4 marzo, cade il governo Conte. Con un duro attacco al ministro dell’interno, Giuseppe Conte rimette il mandato nelle mani del presidente della Repubblica.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/08/21/mojto-e-rosario/]

0_tq5xu4wy.jpg

SETTEMBRE

[25 settembre] Assolto Marco Cappato
Con una sentenza storica, la Corte Costituzionale ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/09/28/evoluzione/]

Valeria-1200-1050x551

OTTOBRE

[8 ottobre] Il taglio
Presenti 569, votanti 567, astenuti 2, maggioranza 316, favorevoli 553, contrari 14. La camera approva in via definitiva il taglio dei parlamentari.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/10/09/di-mercoledi-14-il-raglio-dei-parlamentari/]

asasasa

NOVEMBRE

[14 novembre] Le sardine
Bologna, nasce il movimento delle sardine. In contrapposizione all’inaugurazione della campagna elettorale della Lega, quindicimila persone, armate di sardine di cartone, riempiono Piazza Maggiore. Il fenomeno conosce diverse repliche in tutta Italia.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2019/11/27/6000-sardine/]

AAAAAAAAAAAAAA

DICEMBRE

[19 dicembre] Il processo
Luigi Di Maio annuncia  il voto favorevole del M5s al processo Gregoretti contro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona.

Migrants Landing In Port Of Salerno

E’ sempre colpa di un altro

È tipico di questo Paese: è sempre colpa di un altro. È sempre colpa di quello che veniva prima, di quello ha fatto il lavoro prima. Se cambi dentista, quello ti visita e fa la faccia angosciata, ché tu vorresti morire. E lui ti dice: guardi, io non parlo mai male dei colleghi, qui hanno combinato un disastro, guarda che roba. Non hai la scienza per contraddirlo, e il problema non si pone perché hai i ferri in bocca, per cui ti sottometti e paghi 1200 euro. Stessa cosa se ti si rompe il motorino e lo porti dal meccanico. Quello guarda il motore e si mette e ridere: “Ma chi ce l’ha messe le mani qua?”. Stessa cosa l’idraulico, che ti dice che quello prima ha creato, apposta, il calcare, ed è tutto da rifare. Stessa cosa col muratore, che accusa quello che c’era prima di aver usato materiali scadenti e in disuso per risparmiare sulle spese. Stessa cosa col governo appena insediato. Trova un buco di mille miliardi di debito lasciato dal governo precedente. E al precedente governo non sta bene che si dica così: allora accusa il governo precedente ancora. Che a sua volta accusa il precedente. Fino a risalire a un governo talmente indietro nel tempo che ormai sono tutti morti. E che pure nelle tombe bofonchiano.

Tutto il paese va avanti in un susseguirsi di truffe di cui è responsabile sempre quello di prima. O quello prima ancora. E mai di chi la fa in quel momento. E questa è una piccola magia tutta italiana: milioni di cittadini e nessuno ha una sola responsabilità. È una grande catena di Sant’Antonio, è impossibile capire da dove provenga la fregatura. Nel frattempo si è sviluppata un’intera comunità di persone fintamente affrante per disastri commessi da altri ma subito pronte, se ben retribuite, a riparare il danno. “Qui ci proviamo, i miracoli non li facciamo”. Il miracolo è la catena stessa, per cui già da domani altri interverranno sulla lavatrice, sul motorino, sul premolare o sul governo e ancora una volta: “Qua è tutto da rifare. Colpa di altri, noi ci proviamo. Speriamo bene”.

 


Tratto dal libro ‘In mezzo al mare‘ di Mattia Torre.

L’uomo nero

Ha preso la Lega al 4% e ne ha fatto, secondo i sondaggi, il primo partito italiano. Ha bramato l’alleanza con il movimento cinque stelle, ne ha eroso i consensi, ha strumentalizzato il ministero dell’interno per la sua propaganda, è il più social tra i politici italiani, è popolare. E’ populista.

Quando si compirà la sua parabola discendente, non sarà  quello che ha provocato a mancarci, ma quello che avrebbe potuto provocare ancora.

E’ l’uomo copertina.

GENNAIO

[22 Gennaio]  
George Weah giura come presidente della Liberia succedendo a Ellen Johnson Sirleaf.

weah.milan.1995.750x450


FEBBRAIO

[25 Febbraio]
Terremoto di magnitudo 7.5 in Papua Nuova Guinea.

C_2_fotogallery_3086445_0_image


MARZO

[4 Marzo]
Elezioni politiche in Italia: il Movimento Cinque Stelle è il primo partito italiano.

[contributo nel Blog: [alessandromuntoni.wordpress.com/2018/03/06/lanalisi-del-vuoto/]

italia03_06110348


APRILE

[1 Aprile]
Coez.
[contributo nel Blog:  [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2018/04/03/coez/]

Coez


MAGGIO

[27 maggio]
Scoppia il caso Savona. Il presidente della repubblica Mattarella si oppone alla nomina di Paolo Savona a ministro dell’economia.

[contributo nel Blog: alessandromuntoni.wordpress.com/2018/05/28/mattarella/]

paolo-savona-euro


GIUGNO

[14 Giugno]
La demolizione dell’ESIT.

[contributo nel Blog:alessandromuntoni.wordpress.com/2018/06/16/goodbye-esit/]

IMG_20180612_144605_406


LUGLIO

[25 Luglio]
Muore Sergio Marchionne.

[contributo nel Blog: https: [//alessandromuntoni.wordpress.com/2018/07/27/w-litalia/]

shutterstock_marchionne


AGOSTO

[14 Agosto]
Genova, ore 11.30: crolla il ponte Morandi.

ponte-morandi-viadotto-polcevera-genova

 


SETTEMBRE

[6 Settembre]
George Clooney a Santa Teresa.

[contributo nel Blog: https://alessandromuntoni.wordpress.com/2018/09/05/portami-a-santa-teresa-george/]

george-clooney-festa-morto-scenografo


OTTOBRE

[15 Ottobre]
Una impegno personale: Auschwitz.
[contributo nel Blog: https://alessandromuntoni.wordpress.com/2018/10/23/respiravamo-fumo/]

shutterstock-212180173


NOVEMBRE

[05 Novembre]
Casteldaccia, sicilia, il maltempo stermina due famiglie. Tra le nove vittime due bambini di uno e tre anni e un ragazzo di 15. Un morto a Vicari, due a Cammarata.

[contributo nel Blog: alessandromuntoni.wordpress.com/2018/11/07/lelettore/]

sicilia-alluvione-Casteldaccia-4-novembre-2018-13-640x426


DICEMBRE

[07 dicembre]
Nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 dicembre, in una discoteca di Corinaldo, provincia di Ancona, in attesa del concerto del cantante Sfera Ebbasta, perdono la vita sei adolescenti. Un centinaio di feriti.

comedonchisciotte-controinformazione-alternativa-tragedia-al-concerto-di-sfera-ebbasta-ad-ancona-il-messaggio-di-cordoglio-del-trapper-600x330

 

Come andiamo signora Paoloni?

Alla fine avevano tutti ragione. Aveva ragione Giolitti quando sosteneva che governare gli italiani non è impossibile, è inutile; aveva ragione chi affermava che la narrazione renziana non rappresentasse il paese reale; aveva ragione Gasparri a darmi dell’imbecille. Avevano tutti ragione.

Chi ne ha fatto le spese in prima persona è Matteo Renzi, il presidente del consiglio, che oltre alla fisiologica impopolarità che culmina sui governi paga la sua eccessiva esposizione. Possibile che Tyler Durden non gli abbia insegnato nulla? Il basso profilo era la prima regola del Fight Club.

Come ha fatto notare Fitoussi, quando il popolo è deluso – e quello italiano lo è a prescindere -, è naturale che se gli servi la possibilità di vendicarsi quello la coglie. Il quesito non è stato respinto da un’inedita sensibilità costituzionale, ma dall’offerta di un’imperdibile opportunità revanscista: abbattere chi ti governa.

Questo hanno voluto gli italiani: punire Matteo Renzi, fargli un dispetto. E siccome sono persuaso che quella riforma andasse nella giusta direzione, attendo che sia il tempo a decretare se nel paese dei 64 governi in 70 anni  il dispetto l’abbiano fatto al presidente o a loro stessi, che per assaporare un minuto di onnipotenza hanno consolidato il CNEL e il mantenimento delle prebende senatoriali, avverso le quali rammentavo ben altri sentimenti. Della ristrutturazione burocratica dello stato non importava niente a nessuno, l’obbiettivo era la persona, il dittatore dicevano.

L’errore c’è stato, è pacifico. I consensi plebiscitari sono una consuetudine a Pyongyang, non in Europa, tantomeno in Italia. La personalizzazione era un rischio,  Renzi ha voluto rischiare. Ha ignorato il declino del suo ascendente e la fluttuazione del consenso, che è volubile in condizioni di quiete, figuriamoci in una società rassegnata alla disoccupazione o, nella migliore delle ipotesi, alla precarietà.

L’ultimo rapporto Censis è impietoso. Una maledizione biblica che si allunga sul paese. Un esercito di giovani che per la prima volta – rileva il rapporto – sono più poveri dei loro nonni, e con un reddito inferiore rispetto ai coetanei dei primi anni novanta.

Incertezze che inevitabilmente si riverberano nei modelli sociali e culturali, con forte impatto nelle forme di convivenza. Il rapporto certifica che oggi in Italia vivono quasi cinque milioni di single, cresce il numero di genitori soli, crescono le libere unioni, diminuiscono le coppie sposate, diminuiscono  le coppie coniugate con figli, cala il ricorso alle cure sanitarie.

Il fatto politico è che molti rappresentanti del comitato per il NO, che hanno contribuito a massacrare questo paese, oggi si smarcano, si distinguono, come se questa condizione si fosse autogenerata. La colpa è sempre dell’ultimo che non spegne la luce.

Meglio allora abbassare il profilo, vegetare nell’incertezza perenne, muovendosi tra le maglie di una burocrazia pesante, delle false invalidità, dei contributi di disoccupazione indiscriminati , della corruzione, del “con la ricevuta o senza?”, perché fino a quando questo sistema non collasserà, potremo amorevolmente sbranarci, l’uno contro l’altro come granchi in una cesta. [1]

Attendiamo allora con rinnovata speranza il principiare di una nuova esperienza, la venuta del profeta, salvo poi affidarci al primo impostore, un professor Tersilli primario della clinica Villa Celeste, capace di regalarci nuove illusioni:

Come andiamo signora Paoloni?
Male.
Vede che migliora? Ieri ha detto “malissimo”!


“Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Volevo tagliare le poltrone, non ce l’ho fatta, e la poltrona che salta è la mia”. Matteo Renzi, 5 dicembre 2016.


[1] Apologo del giudice bandito , Sergio Atzeni.