L’ombra del Totem

La storia narra l’avversato sgombero di Valle della Luna, remoto avamposto della Sardegna settentrionale, e il cruento scontro tra la tribù dei Lunghi Capelli, custode dell’iconico totem, e l’inflessibile esercito della Contea di Santa Teresa, che quella tribù aveva per anni tollerato.

***

Contaminata da radicali pregiudizi ideologici, la popolazione locale, strutturandosi in caste, ha reagito alla rumorosa iniziativa reclamando ruoli e diritti violati:

  • Gli Hiroshimisti: inclini a liberare una bomba nucleare sulla valle, o cala, ripulendola da ogni iniziativa formalmente non autorizzata;
  • Totemisti: che in principio di ataviche pulsioni tribali , propugnano il diritto naturale di insediarsi nelle aree pubbliche, esercitando abusi edilizi e rivendicando la titolarità degli spazi occupati;
  • Toponimisti: che pur di salvaguardare il toponimo Cala Grande, da lisergiche visioni ribattezzato Valle della luna, imbraccerebbero le armi.

Separati dalla linea nemica, dove sontuosi graniti cingono la valle, i due eserciti si studiano con aria di sfida. Il presidio della frontiera dell’Ovest resiste fiero alle iniziative militari. Le tratteggiate linee dei parcheggi a pagamento impediscono la doppia circolazione delle vetture favorendo un più efficace controllo del territorio.

Il morale delle truppe è alto. Le fluorescenti pettorine delle forze dell’ordine si specchiano nei frantumi vitrei che solerti volontari segnalano all’autorità.

Dove troneggiava il totem, capo spirituale della valle, pietre annerite dai falò e acuminate schegge lignee documentano i consumati riti agro-pastorali.

Una notte di settembre, con il vento sulla pelle, Hiroshimisti e Toponimisti si incontrano in segreto e stringono un’inedita alleanza contro la tribù dei Lunghi Capelli. Suggellano il patto divorando il cuore pulsante di una giovenca appena sacrificata.

Mentre le fiamme si alzano verso il cielo e nuove ombre avvolgono la valle, la Sirenetta Ariel, attratta da nebulose elucubrazioni sulla complessità delle tribù dell’Amazzonia, emerge dalle acque e viene lei stessa immolata in violazione delle restrizioni imposte dall’Area Marina Protetta.


© Foto di copertina rimediata nel web. Se segnalato, sarà mia premura precisare l’autore o rimuoverla.


Classificazione: 4 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

Sabato antifascista

All’apparenza sembrava un sabato qualunque, di quelli che già profumano di domenica, di sveglie ritardate, di pigrizia pomeridiana. Ma non per tutti. Per Benito era il primo sabato antifascista. Così, dopo essersi lui medesimo dichiarato antifascista, Benito, alleggerito dalle funzioni corporali, si recò in cucina, accese i fornelli e avviò la preparazione del caffè dosato…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa.

Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana.

Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha deluso le aspettative la Putin Doll Anti-NATO. In programmato contrasto con l’Occidente, la Putin Doll Anti-NATO, legge Marx, ama immergersi in appassionati dibattiti sociali e si accompagna a un cane dai vicini accusato di abbaiare ai limiti del loro confine.

Sebbene l’intrattenimento digitale abbia significativamente aggredito la sfera dei giochi tradizionali, la Putin Doll occupa un capitolo prevalente nei bilanci dell’azienda produttrice.

Dopo il lancio dell’Ukrainian Putin Doll, distintasi per l’innovativa politica di diffusione – un’autentica invasione di mercato secondo gli esperti -, ultima arrivata di casa Mattel è la Io sono Georgia Putin Doll.

Ispirata alle proteste e agli scontri che da settimane imperversano fuori dalla sede del Parlamento di Tbilisi, la bambola si caratterizza per un originale outfit antisommossa, anfibi e bandiera dell’Europa.

Vendibile in abbinamento a Ken Caracciolo, è strutturalmente realizzata per reggersi in piedi da sola, è idrorepellente e respinge le Mosche.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica. L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini,…

la lotta amata

Se il sonno della ragione genera mostri, cade in queste ore opportuno il caso di Donatella Di Cesare, filosofa e discussa editorialista della vivace agorà d’Italia. Espressione di una linea intellettuale riuscita nell’impresa di rendere ostile la sinistra anche a chi alla sinistra si sente idealmente affine, Donatella Di Cesare balza agli onori per il…

Non è un giorno da dimenticare

Sono le ore 00:59, un folto assiepamento di giornalisti e simpatizzanti accoglie Alessandra Todde, nuova presidente della regione Sardegna. Un banchetto frettolosamente allestito davanti alla sede raccoglie le sue prime dichiarazioni. Doveva essere un normale scrutinio elettorale, di quelli che a metà pomeriggio la gente s’incontra al bar e si prende per il culo imputandosi…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana.

Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la dittatura della classifica e le emergenti tendenze musicali.

Si chiama Arte, parola stanca, detta da tutti ma che a tutti manca, si chiama Musica, cosa magnifica, che qui confondono con la classifica.

Un’istantanea della mediocrità oggi elevata a paradigma, contro la quale Morgan si schianta, con suicida consapevolezza, a rischio di vilipendere un’istituzione come “Il cielo in una stanza”.

Se penso all’ Arte ne ho abbastanza, Mi ha rotto il cazzo pure “il cielo in una stanza”, Se questa musica per voi è magnifica, Per me è migliore se va in classifica.

Un’ironia tagliente, ruvida, che solo i più tenaci oltranzisti respingono, storditi dalle putrescenti esalazioni del mercato. Tanto qui chi volete che se ne accorga se lui è Mozart oppure Morgan? Che senso ha andare contro tutte e tutti, confondere questa roba col gergo canto di nobili costrutti?

E allora, signore e signori, prendiamoci i suoi rutti.

Si chiama merito, parola ipocrita, se a prevalere qui è la mediocrità, Fanno cultura solo per mettersi in posa, ma quella vera poi è pericolosa.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La medicina totale

Un giorno, la signora che fa le pulizie al poliambulatorio, presidio sanitario del paese, costruito da uno degli architetti più importanti dell’architettura totale gallurese dell’epoca, scrive una lettera e la indirizza all’Assessore Regionale e al Direttore Generale della ASL della Gallura. Tra le pagine della lettera inserisce una foto. Signori, lo vedete questo ragazzo che…

Il tacco Bianco

C’è qualcosa di calviniano nelle città della Puglia, nel bianco lucente che resiste al tempo e alle contaminazioni. E’ bianca Altamura, terra di frontiera tra Puglia e Basilicata, teatro di una vivace contesa con la città di Matera sull’arte del pane. E’ bianca Ostuni, dove dimesse insegne novembrine richiamano la memoria di un’estate felice. E’…

Ogni volta

Ogni volta che esortiamo a non dare importanzaOgni volta che ci rifiutiamo di comprendere uno stato emotivoOgni volta che incoraggiamo imprese impossibiliOgni volta che ci sentiamo invincibiliOgni volta che diciamo: “fregatene!”Ogni volta che umiliamo gli sconfittiOgni volta che facciamo pressione psicologicaOgni volta che deridiamo chi soffre per amoreOgni volta che: “l’hai visto quello?”Ogni volta che…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Sabato antifascista

All’apparenza sembrava un sabato qualunque, di quelli che già profumano di domenica, di sveglie ritardate, di pigrizia pomeridiana. Ma non per tutti.

Per Benito era il primo sabato antifascista.

Così, dopo essersi lui medesimo dichiarato antifascista, Benito, alleggerito dalle funzioni corporali, si recò in cucina, accese i fornelli e avviò la preparazione del caffè dosato la sera prima.

A essere onesti, Benito, che aveva dimenticato di comprarlo, si fece prestare una confezione di caffè dalla vicina di casa. Lei sì fascista dichiarata. Ma si sa, il fascismo ha fatto anche cose buone.

La settimana precedente gli aveva prestato anche l’olio.

Dopo una rapida doccia antifascista, eseguita utilizzando selezionati prodotti antifascisti, non neutri, Benito uscì di casa alle dieci e si recò alla stazione del comune limitrofo.

Essendo il primo sabato antifascista, naturalmente, il treno non arrivò in orario. Doveva recarsi al vicino canile dove da qualche ora la sua lupa aveva dato alla luce tre cuccioli.

Il programma pomeridiano, dimentico dei rigidi protocolli del regime, abiurava ordine e disciplina. Fanculo le lezioni di dottrina fascista, gli esercizi ginnici, le esercitazioni militari e paramilitari. Nuove pulsioni aggredivano il suo essere: la casa, il letto, il divano.

Ora e sempre, residenza.




  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Toto Cutugno

Dio! Non chiedermi di elencare le mie meraviglie.Le riconosci tra le stelle e i solitra i vecchi artisti e i camerieri.Con la chitarra in mano, da italiano fiero,una spinta ho dato alla malinconia.Ho cantato il presidente partigiano,e mamme invecchiate,e schedine tra le dita.Ho raccontato di donne sempre meno suore,con la voce che mi desti, milioni…

Wannacci

Intriso di fosforescenza marinettiana, coerente alla verità secondo cui ogni sciocchezza garantisce una rendita, il nuovo fenomeno estivo è di fabbricazione militare. Una mera iniziativa commerciale per la Wanna Marchi dell’arma, come certificano i dati di vendita di Amazon, che nella giornata di ieri hanno consacrato la figura del Generale Roberto Vannaci. Un’operazione non inedita…

La mandrakata

Comprendo l’indignazione dei selvaggialucarellisti più tenaci, dei tribuni smaniosi di giudicare il diabolico piano del banchiere, la lucida sua premeditazione. Il tradito, l’umiliato, al quale non basta interrompere la relazione fedifraga, infrangere l’incantesimo, restituire l’infedele compagna alla libertà di amare. E allora, che la festa cominci. Dal microfono del disc-jockey lei ringrazia gli organizzatori, senza…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Il demone

La beffa più grande che Simone Inzaghi abbia allestito dal suo approdo alla guida dell’Inter, parafrasando Keyser Söze ne I soliti sospetti, è stato convincere il mondo che lui non esistesse.

Non esisteva quando, immersa nell’amnio del recente passato, la Juventus richiamava al capezzale Massimiliano Allegri.

Non esisteva quando, per allineare i bilanci a più sostenibili parametri, la società lo esponeneva a dolorose cessioni: Lukaku, Brozovic, Skriniar, Perisic, Dzeko.

Non esisteva quando a ogni ridimensionamento corrispondeva, in misura inversamente proporzionale, il miglior rendimento della squadra e di giocatori fino a quel momento giudicati marginali, se non derisi.

Non esisteva quando il dibattito sportivo degenerava in livorose analisi sulle stabililità economica e manageriale dell’Inter; che in base alle accreditate valutazioni di sedicenti esperti di finanza, da almeno quattro anni, avrebbe dovuto portare i libri contabili in tribunale.

Un torrente di considerazioni che, ribaltate dalle recenti cronache, asseverano quanto la materia contabile non sia alla portata di tutta la comunità.

Da essa l’incauta ironia di chi farneticava che l’Inter non avrebbe dovuto essere iscritta al campionato per violazione delle norme FIGC e UEFA; salvo poi rilevare, con una pronuncia del Tribunale, che la squadra che concordava la falsa rinuncia agli stipendi per sistemare le sofferenze era un’altra.

Per completezza d’informazione, in quella fase storica, l’Inter onorò tutti gli stipendi, senza decurtazioni. Concordò uno slittamento di due mesi per far fronte ai mancati introiti generati dalla chiusura degli stadi.

Mentre il tumulto si consumava, serafico, il Demone assisteva al corso degli eventi; come il Prodi guzzantiano stazionava davanti al semaforo, fermo, immobile.

Nessuna voce lo turbava. Non le polemiche contingenti, non l’avanzata età del suo esercito, non la turibolazione pioliana, non le danzanti puttane televisive, non le guardie e i ladri, non i cavalli.

Fermo, paziente, sotto la l’aura mistica della seconda stella.

«Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo.»


copertina: Alberto Mariani – Creative Designer



  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Red Malpelo

Se in questo bizzarro paese – che accantona santi poeti e navigatori a favore di complottisti e perditempo d’ogni forgia – gravita nei deliri che quotidianamente indaghiamo, un indiscusso merito è di Red Ronnie, indefesso tessitore di oscure trame. Già interprete di audaci elucubrazioni sui vaccini e sulla guerra in Ucraina – i cui cieli…

Mustafà l’olandese

E’ di questi giorni la notizia che Roma manderà novecento tonnellate di rifiuti a settimana a Amsterdam, pagando, sempre a settimana, 180.000 euro. I rifiuti saranno riciclati come combustibile per il termovalorizzatore cittadino, generando nuova energia per la capitale olandese. Respirando i fuliginosi paradossi nostrani, le goffe aberrazioni della pubblica amministrazione, l’episodio ha ricordato il…

La quantistica inzaghiana

Nessuna esperienza più dell’ultima stagione di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter, capace di cadute rovinose e risalite prodigiose, può meglio rappresentare la caducità, il principio di incertezza della fisica quantistica. Gloria e tragedia sospese sulla linea del destino. Come il gatto di Schrödinger, esposto al caso, all’arbitrio del veleno, Simone Inzaghi è contemporaneamente vivo e…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

La ruota

****

C’era una ruota molto carina
Scendendo al porto, giù alla marina
Non si poteva salirci dentro
Quando ostinato soffiava il vento

Non si poteva vedere niente
In quella zona non c’era gente
Non si poteva fare pipì
Il depuratore era già lì

Ma era bella, bella davvero
Meglio di quelle di Olbia e di Alghero
Ma era bella, bella davvero
E si vedeva dal cimitero.

C’era una ruota molto carina
Scendendo al porto, giù alla marina
Posizionata in fondo al parcheggio
Accompagnava azioni di ormeggio

Non si vedeva neanche il traghetto
In quel parcheggio c’era un muretto
E manovrando un fiero gruista
Ci levò pur la Francia di vista.

Ma era bella, bella davvero
Meglio di quelle di Olbia e di Alghero
Ma era bella, bella davvero
E si vedeva dal cimitero.

Ma era bella, bella davvero
E si vedeva dal cimitero.



Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Medicina 33: I sanremesi

Buongiorno e benvenuti a Medicina 33. Parliamo oggi di una singolare categoria di persone che al principio del mese di febbraio è improvvisamente colta dall’impulso di palesare all’universo la propria indifferenza al Festival di Sanremo. Un disturbo non solo per la convivenza ma anche di salute. Quando non bastano più gli accorgimenti fai da te…

Lo spifferaio magico

La storia si svolge nel 2023 a Roma. Giovanni Donzelli, ribattezzato dai compaesani lo spifferaio magico per l’abitudine di non custodire le confidenze più intime, si presenta un giorno nella Capitale proponendo di disinfestarla dagli anarchichi e accusando il villaggio dei sinistri di fiancheggiare il terrorismo. Il Borgomastro Delmastro, fratellastro di un biondastro impiastro aduso al…

Normali cretini

E’ passata in queste ore sottotraccia la notizia di un gruppo di deputati uscenti, quasi tutti del Movimento Cinquestelle, che, disossando l’ultimo benefit feudale, hanno fatto emettere a proprio nome biglietti di treni per un valore complessivo di quasi centomila euro. Un comportamento nefando consumato nel passaggio dal governo Draghi all’insediamento del nuovo parlamento. Emblematico il caso di un…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

EST

Compulsando i diari dei viaggiatori, nella programmazione della nuova meta, mi è rimasto impresso il commento di una ragazza che, in termini esperienziali, affermava che la Romania non le aveva lasciato nulla. Un commento netto, algido, prossimo all’indifferenza.

Sarà la mia passione per i paesi dell’est Europa, la ferita portata a quelle terre dalla spietatezza delle dittature, l’idea di povertà che gli italiani ancora associano alla Romania; fatto sta che quel commento ha stimolato la mia già naturale disposizione a indagare Bucarest.

Se in certe rappresentazioni Bucarest è ancora idealizzata come un luogo tetro, malfamato, mortificato dal regime, sarà colto da stupore impattando una città caotica, dinamica, giovane. Un’evoluzione che trova testimonianza anche nell’arrestata diaspora dei rumeni verso l’Italia.

Sebbene sarebbero da approfondire le condizioni di vita nelle aree rurali, non è blasfemo constatare la crescita e la modernizzazione che Bucarest affronta al pari delle più importanti capitali europee.

Parimenti si dica delle città strette nella cintura dei Carpazi, della regione Transilvana e della calcolata economia attorno a Castelli e leggende che, ben confezionati nell’involucro turistico, rappresentano una proficua risorsa.

E’ in questo quadro irrinunciabile la tappa ai castelli di Peleș e Bran: Peleș è un castello moderno, neorinascimentale, espressione dello sfarzo delle dinastie europee; Bran, celebre per la leggenda del Conte Dracula, è una struttura antica, inerpicata su una rupe e dalle chiare funzioni difensive.

Funzioni difensive che, facendo rientro a Bucarest, ha forse trascurato – nell’ultimo periodo del regime – il suo cittadino più illustre, Nicolae Ceaușescu, ultimo Presidente della Repubblica Socialista di Romania, condannato e fucilato con la moglie Elena a conclusione della rivoluzione rumena del 1989.

Se da un lato Ceaușescu contribuì alla modernizzazione urbanistica e industriale della Romania, attuando un estremo programma di trasferimento dei contadini dalla campagna alla città e demolendo interi quartieri storici; dall’altro non è marginale che ridusse alla fame il suo paese.

La Casa Poporului, attuale sede del Parlamento, è la più fedele testimonianza delle contraddizioni che hanno attraversato Bucarest e la Romania comunista. Una struttura mastodontica, pesante, che ogni anno sprofonda di 6 millimetri, nella quale si sedimenta il megalomane culto del governante.

Una casa in tutti i sensi del popolo, ci spiega la guida, essendo stata realizzata – per bilanciare il costo dei pregiati materiali impiegati – senza mai retribuire le maestranze.

Mentre la vita dei cittadini romeni si trasformava in una quotidiana lotta per la sopravvivenza, gli agi presidenziali trovavano rinnovato conforto nel Palazzo Primaverii, la residenza dei Ceausescu, compendio dell’esuberanza e della confusione stilistica del dittatore.

Solennità nostalgicamente evocate dal nostro tassista e fiorite nell’insana identificazione della nazione con l’uomo forte.

Un uomo che non scrive per tutto il suo popolo non è un poeta.
Nicolae Ceaușescu


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Il caso PD

Vent’anni anni fa, era il  4 novembre 2002, andava in onda in seconda serata su Rai3 la prima puntata de ‘Il caso Scafroglia’, riuscita parodia guzzantiana di ‘Chi l’ha visto?’. Una sparizione, quella di Mario Scafroglia, che i commentatori più sagaci hanno fin da principio identificato nella complessa e luttuosa elaborazione elettorale del Partito Democratico. E’…

Per opportuna informazione

 «Per opportuna informazione si comunica che l’appellativo da utilizzare per il Presidente del Consiglio dei Ministri è: “Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgio Meloni (Patrioto)”».

Lettera al Dvce

Caro Dvce, Sua Eccellenza, con rispetto parlando, qui i conti non tornano. E neanche i Duci. Da poche ore, Dvce, l’Italia ha un governo di destra. Non di quella destra blanda, un po’ democristiana, con quella faccia un po’ così che ogni tanto tende il braccio per i simpatizzanti. No, destra destra. Non ci crederà,…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Fronte del talco

Sulla cima della torre c’è una magica città
Abitanti e comitati già se stanno a dissocia’
C’è una lieve fuoriuscita che ancora Ernia non è
È scurrile e un po’ malsana e si cura con il rap

Al Don, al Don non piace sai
Parlan di droghe di soldi e di guai
Di anfetamina, di orge e di gay, sei, sei tu uoh-oh-oh
Longon, Longon combina guai
Sulla tua radio intervistare potrai
Ogni abitante di questa città (città)

C’è un amico molto attivo e sa sempre tutto lui
E’ parente anche dei Maya e conosce i fatti altrui
Poi c’è Dario in Parlamento che saluta tutti noi
Un saluto anche a Gigino chef di rango degli eroi

Longon, Longon combina guai
Sulla stagione programmi non fai
Neanche un parcheggio lasciare farai, sei tu uoh-oh-oh
Longon, Longon combinaguai
Rena Bianca interdire farai
Anche ai paesani di questa città (città)

Gli operai a Capo Testa impegnati a martellar
Marciapiedi rompicollo e su via a transennar
Neanche un’anima in paese e ancor meno per mangiar
In attesa dell’atleta che non vuol proprio sbarcar

Longon, Longon combina guai
Dietro la torre ridente ti attrae
La scultura dei clitoridei, sei tu uoh-oh-oh
Longon, Longon combina guai
Su dai racconta quello che tu sai
Degli abitanti di questa città (città)

Se del vivere a Lungoni or ti vuoi lamentar
C’è un profilo molto in voga per chi vuol battibeccar
Di lavoro offerte in coro e di case l’Eldorado
Ma se vuoi una lavatrice puoi rivolgerti a Corrado

Longon, Longon combina guai
Pettegolezzi felice tu fai
Sulle stranezze dei paesani tuoi, oi oi uoh-oh-oh
Longon, Longon combina guai
Su dai racconta quello che tu sai
Degli abitanti di questa città (città).

Longon, Longon combina guai
Centosessanta pasquette farai
Come gli euro che seppellirai, ai tu uoh-oh-oh 
Longon, Longon combina guai
Su dai racconta quello che tu fai
Per gli abitanti di questa città.


Ogni riferimento a persone, cose o fatti è puramente casuale. Forse.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Il dittatore

Un punto piccoletto, superbioso e iracondo,“Dopo di me” – gridava – “verrà la fine del mondo!”Le parole protestarono:“Ma che grilli ha per il capo?Si crede un Punto-e basta,e non è che un Punto-e-a-capo”.Tutto solo a mezza paginalo piantarono in asso,e il mondo continuòuna riga più in basso. Ma continuò troppo in basso. E allora il…

La vita senza Draghi

E poi passa un nano, Renato è serenoRitrovi Di Maio, ha una stella di menoMeloni fa rutti da giugnoChe lista è? La vita senza Draghi dimmi tu che vita èOh, dove sei andato, oh, ti sei spiaggiatoProtesto dentro al taxi che riporterà ConteCinquestelle a casa, svolta calendiana Ci vuole un seggioPrenditi il mio eletto, lasciami…

Statisti wannabe

Se la buonanima di Fortebraccio vagasse ancora tra i vivi, tratteggiando Giuseppe Conte, non solo non si sarebbe aperta la portiera, probabilmente non sarebbe passata neanche l’auto. Giuseppe Conte è uno che ha avuto ‘na botta de culo, un vacuo narcisisita, un quisque de populo germinato nella goffa ambizione di salvare se e il movimento…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Ti faccio nero

Sarò perentorio: secondo me Acerbi – che non è un razzista – quelle parole le ha dette, e anche se nessuna prova può documentarlo, ha commesso una stupidaggine.

Una stupidaggine perché è anche a lui nota la sensibilità, solo cosmetica, con la quale l’opinione pubblica si pone rispetto al tema del razzismo e alle frequenti campagne di sensibilizzazione.

Bene avrebbe fatto allora il difensore interista, caduto nel peccato nel momento più prestigioso della sua carriera, a fare pubblica penitenza, avvicinarsi alla salvezza attraverso il ministero celeste e attendere – con le conseguenze del caso – l’assoluzione divina.

Nella vicenda va tuttavia isolata la posizione dell’avversario. Difatti Juan Jesus, dopo la naturale reazione, ha dapprima dichiarato che la questione si era chiusa in campo con l’accettazione delle scuse di Acerbi, poi aggravato l’accusa esplicitando offese delle quali egli, tuttavia, è il solo testimone.

Questo ridimensiona la gravità del presunto insulto? No. E’ tuttavia utile a rimarcare che lui è l’unico testimone e che, da un punto di vista strettamente tecnico, è la sua parola contro quella di Acerbi.

I più attenti obietteranno che tra l’accettazione delle scuse e la replica di Juan Jesus, o meglio del suo avvocato, qualcosa sia accaduto. E’ difatti accaduto che Acerbi, respingendo ogni addebito, ha negato di aver proferito l’insulto razzista.

Una scelta quasi obbligata per chi, invocato con ambigue formule retoriche nelle interviste del dopogara, è stato sommariamente giudicato.

E allora delle due l’una: o la questione muore in campo, senza ambiguità, o si denuncia pubblicamente il fatto chiedendo l’adozione di un provvedimento. Una terza via non è contemplata.

Ma questa è solo una parte del problema, perché nel momento in cui Acerbi nega l’insulto, e giustifica il senso – più o meno credibile – delle sue scuse, il dibattito si sposta su un altro segmento.

Difatti, se Acerbi dovesse essere squalificato seguendo l’indignazione popolare, in assenza di elementi oggettivi, si esporrebbe il già decadente sistema disciplinare alle ambiguità del precedente creato.

In assenza di elementi, con quale metro si potrà in futuro indagare l’affidabilità di un calciatore che, con lo stesso espediente,  voglia danneggiare l’avversario o una squadra?

Il solito caso italiano. Un giallo.


Paul: Potremmo vincere il campionato quest’anno. Siamo primi a metà stagione, stiamo giocando alla grande, magari prenderemo una batosta o due, sì, lo so, però… Non te ne frega niente, eh?
Sarah: No no, tutt’altro: m’importa, spero che vinca il campionato, lo spero davvero! È solo che… perché mi hai mentito?
Paul: Per variare un po’: mica posso parlare dell’Arsenal ogni momento.

[Febbre a ’90, Nick Hornby]

.

.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Palermo

Come per convenzione accade in Italia, la prima guida turistica è il tassista. E’ lui che introduce i luoghi che alla cronaca, alla storia, al cinema devono onori e notorietà. Nel taxi trovano forma manifestazioni espressive, stati d’animo, contraddizioni. Emozioni che – per noi – si palesano nei pressi dello svincolo per Capaci, dove rompe…

Le mamme di Mariupol

Ieri sera abbiamo appreso che ci sono mamme che da Mariupol, tutti i giorni, scrivono a Alessandro Orsini supplicandolo di convincere L’Italia a non supportare militarmente l’Ucraina e ritirare le sanzioni alla Russia. Insomma, mentre fuori piovono bombe come l’ira di Achille, migliaia di mamme che non riescono a mettersi in contatto con le proprie…

L’imbonitore

Quando l’eco delle bombe sopirà sotto le macerie della campagna russa, di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, figure a loro modo letterarie, non resterà traccia. Brilleranno invece i riflessi di Alessandro Orsini: il professore, lo stratega, l’imbonitore della resa ucraina. Troppo grande la Russia per fallire, troppo fragile l’Ucraina per resistere. Meglio la resa; una…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica.

L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini, inevitabilmente impone nuove strategie.

Un impegno che rischia di fuorviare la pubblica opinione italiana, in queste ore affannata in più delicate questioni: la seduzione intellettuale di Selvaggia Lucarelli, che ha irradiato il confuso concetto di genocidio espresso da Liliana Segre; la stima percentuale del rischio corso dal Generale Vannacci nel confessato incontro con la trans Valentina.

Un brivido dolce è un po’ salato, ma non proprio un gelato al cioccolato.



Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

L’alieno

Padre, è il 21 gennaio dell’anno cosmico 2022, mi trovo in una spoglia terra di confine, a settentrione di un’isola che gli umani chiamano Sardegna. L’esistenza scorre lenta, gli abitanti sono terrorizzati da un fenomeno pandemico che non sembra intaccare altre forme di vita. La mobilità umana, in questa porzione di materia, è regolata attraverso…

Cuore di panna

Meglio tacere e far credere di essere stupido che aprire bocca e togliere ogni dubbio, diceva Oscar Wilde. Un precetto che Alessandro Di Battista non annovera tra le buone pratiche mattutine. Terrorizzato dal pensiero che la sua vacuità avvolta nel nulla possa rivelarne la trasparenza, s’è peritato di discutere le competenze del Presidente del Consiglio…

Il tennista

Sulla piazza d’AustraliaLa gente guardava con ammirazioneUn tennista portato làDagli zingari di un baracconeCon un principio di raffreddoreI sanitari di quel rioneContemplavano il molecolareNon dico come, non dico dove Attenti al tennista D’improvviso vide una gabbiaDove iniziaron a vaccinaleDivenne bianco non so perchéForse s’era sentito male Il tennista uscendo di làDisse: “Quest’oggi me la levo!”Parlava…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto

la lotta amata

Se il sonno della ragione genera mostri, cade in queste ore opportuno il caso di Donatella Di Cesare, filosofa e discussa editorialista della vivace agorà d’Italia.

Espressione di una linea intellettuale riuscita nell’impresa di rendere ostile la sinistra anche a chi alla sinistra si sente idealmente affine, Donatella Di Cesare balza agli onori per il nostalgico ultimo saluto alla compagna Luna.

“La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee.”

La compagna Luna era Barbara Balzerani, brigatista, terrorista, criminale. Prese parte a numerosi omicidi, partecipò al rapimento di Aldo Moro. Non si è mai pentita né dissociata. Qualche anno fa commentò sarcastica il quarantesimo anniversario dell’agguato di via Fani.

Diverse vie lastricate di amori, amicizie, sangue. Rivoluzioni sognate e soffocate nella sporca illusione di elevare il proletariato.

Diverse vie. Da una parte quella armata, dall’altra quella accademica. La cattedra  prestata a confuse mistificazioni ideologiche, megafono di farneticanti pacifismi.

Confuse come la sua interprete. Tanto da non prevedere, nella beata sua ingenuità, le conseguenze della pubblica solidarietà a una terrorista.




Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Sulla strada esco solo

Sulla strada esco solo.Nella nebbia è chiaro il cammino sassoso.Calma è la notte.Il deserto volge l’orecchio a DioE le stelle parlano tra loro.Meraviglioso e solenne il cielo!Dorme la terra in un azzurro nembo.Cosa dunque mi turba e mi fa male?Che cosa aspetto, che cosa rimpiango?Nulla più aspetto dalla vitaE nulla rimpiango del passato,cerco solo libertà…

Palla di fango

L’angoscia nella lunga notte della Repubblica, la televisione accesa, il bianco e nero che tremulo illumina la penombra delle case italiane. E’ La storia di Alfredo Rampi, sei anni. Ma è anche la storia di Angelo Licheri. Nessuna esperienza speleologica, solo un corpo esile e tanta ostinazione Agganciato per le caviglie, si fece calare a…

Napoli

“Ciao amore di papà, com’è andata?” Il viaggio inizia così, col tassista che riceve la telefonata della figlia contrariata per lo spostamento dell’esame. Ignara di essere in viva voce contesta la motivazione addotta dal docente, che dovendo assistere la mamma non potrà interrogarla prima di novembre. “E che c’entra?! – dice lui – “quello fa…

ambiente Calcio comune Corona virus Costume Di Maio Elezioni Elezioni comunali europa eventi Facebook Giorgia Meloni giornalismo Giuseppe Conte Governo Governo Conte Guerra Inter Internet Intervista isis italia Lega M5S Matteo Salvini Migranti morte Movimento Cinque Stelle musica paesi papa Francesco Parodia PD politica Razzismo Russia Salvini Santa Teresa Gallura Sardegna Serie A società Turismo Ucraina Viaggio voto