Vernice lava bile

Il mondo incantato nel quale Giorgia Meloni aveva promesso di catapultarci, sembra giorno dopo giorno sgretolarsi.

Le accise sul carburante, che molteplici fortune avevano assicurato alla sua parte politica, come un tarlo insidiano le certezze del patriota medio, ancora inebriato dalla gloria elettorale e per questo spoglio di un’ adeguata protezione critica.

Tracce di contaminazione biliare si manifestano risalendo le tappe del consenso e diffondendo nell’elettore l’amarezza tipica delle più insigni fregature. E per chi non solo non si accontentava del contenimento dei costi, ma pretendeva la progressiva abolizione delle accise, sarà impegnativo motivare l’abiurato beneficio introdotto dall’ostile predecessore.

Anche se illustri rappresentanti di questo esecutivo, farneticando iniziative più o meno grottesche, annunciano uno scudo contro le presunte condotte speculative, il meccanismo è comunque semplice: se si abolisce uno sconto di 30 centesimi su un prodotto, quel prodotto poi aumenta di 30 centesimi.

Lo dice la scienza.

Un solco nel quale torrenziali scorrono le contraddizioni di un Governo che oltre all’impennata dei carburante, alla risalita dell’inflazione, col crollo del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, dovrà affrancarsi dalla noia migratoria, ulteriore nefanda opportunità elettorale. Significativi in questi termini gli ultimi dati, che rilevano sbarchi dieci volte superiori rispetto al 2022.

Ci vorrebbe insomma una Meloni nuova, riverniciata. Ma non con una vernice normale.

Una vernice lava bile.


Classificazione: 1 su 5.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

Sabato antifascista

All’apparenza sembrava un sabato qualunque, di quelli che già profumano di domenica, di sveglie ritardate, di pigrizia pomeridiana. Ma non per tutti. Per Benito era il primo sabato antifascista. Così, dopo essersi lui medesimo dichiarato antifascista, Benito, alleggerito dalle funzioni corporali, si recò in cucina, accese i fornelli e avviò la preparazione del caffè dosato…

Speravo de morì prima

A poche ore dalle dimissioni dell’assessore ai trasporti Giorgio Todde, esarcebate dalla candidatura nazionale del coordinatore Dario Giagoni, non si placa il fermento ai vertici della Lega sarda.

«Mo je faccio er cucchiaio!», avrebbe minacciato – riferendosi a Giagoni – l’assessore dimissionario ai suoi collaboratori.

«Non sono stato io a tradire! La lega decide tutto in Lombardia, calando dall’alto scelte insindacabili. Noi dobbiamo solo obbedire »

«In questi tre anni e mezzo di legislatura hanno imposto anche i capi di gabinetto negli assessorati. Un approccio colonialista. Ho proposto di affidare all’Ingegner Cavallo, professionista di specchiata competenza, la fornitura di un servizio di analisi del mercato del trasporto aereo per la definizione di un nuovo regime di continuità territoriale. La maggioranza l’ha rigettata. Il Presidente Solinas, con ostentato sarcasmo, mi ha solo chiesto se avessi detto cavallo.»

«Un clima di sfiducia, di palese ostilità, che mi ha gettato nello sconforto. Non riuscivo più a dormire, dissimulavo il mio stato d’animo ma non ero più io. In questo ambito ho maturato le dimissioni. La situazione, sul piano umano, si era fatta insostenibile.

Immaginate la mia indignazione quando visionando le registrazioni del sistema di videosorveglianza ho scorto Giagoni che, mimetizzato nel muschio, si insinuava nella mia proprietà. Un fatto aberrante. Ha svuotato le cassette di sicurezza sottraendomi una preziosa collezione di bottiglie di latte a un euro. Alcune di grande valore, soprattutto affettivo. Giagoni – tramite i suoi avvocati – ha sostenuto che fossero sue; ma sono bottiglie di latte di Girasole, non di Santa Teresa.»

«Non è tutto! Mi hanno fatto pedinare da un investigatore privato, installando delle cimici e un GPS nella mia auto.»

«La misurazione degli spostamenti, incrociata con l’indagine della sezione tributaria, ha rivelato tariffe anche per me esorbitanti. Con l’accusa di vagheggiare una lunare Flotta sarda ispirata ai modelli corso e spagnolo, mi hanno strumentalmente imputato la mera collezione di proroghe.

«Adesso basta! Mi avete preso per un colone?»

No, sei un eroe Giorgio.

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Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

la lotta amata

Se il sonno della ragione genera mostri, cade in queste ore opportuno il caso di Donatella Di Cesare, filosofa e discussa editorialista della vivace agorà d’Italia. Espressione di una linea intellettuale riuscita nell’impresa di rendere ostile la sinistra anche a chi alla sinistra si sente idealmente affine, Donatella Di Cesare balza agli onori per il…

Non è un giorno da dimenticare

Sono le ore 00:59, un folto assiepamento di giornalisti e simpatizzanti accoglie Alessandra Todde, nuova presidente della regione Sardegna. Un banchetto frettolosamente allestito davanti alla sede raccoglie le sue prime dichiarazioni. Doveva essere un normale scrutinio elettorale, di quelli che a metà pomeriggio la gente s’incontra al bar e si prende per il culo imputandosi…

Rombo di Todde

La spedizione di Todde sarà ricordata come uno degli episodi cruciali della campagna elettorale sarda. Partita nella notte tra il 18 e il 19 di febbraio dall’agro del campo largo, Todde sembra muoversi con il preordinato scopo di rovesciare il governo fascista e appoggiare le rivolte scoppiate nell’isola. Turbata dalla voce tonante e imperiosa e dal…

I miserabili

Formalmente non hanno commesso nessun reato, la questione investe la coscienza, l’uomo, l’etica. La stessa di un paese in cui il trenta per cento delle imprese ha chiesto la CIG per i propri dipendenti, mentre continuava a lavorare, o dei bonus – riferisce Il Sole 24 Ore – liquidati a 415 notai.

Arduo renderne conto ai legittimi destinatari, alle partite IVA, sovente assurte nella retorica leghista a paradigma dell’oppressione statale. Saprà Matteo Salvini, o il suo commercialista, spiegare com’è possibile che deputati e consiglieri della Lega, partito non estraneo alla creatività contabile, abbiano sottratto risorse alla categoria? Le prime fatiche assolutorie non sono confortanti.

Una condotta biasimevole che istintivamente indigna, ma non stupisce. A stupire è la miseria di chi – al pari di chi coglie nell’abbigliamento femminile un fattore di correità della violenza sessuale – vorrebbe assolvere i responsabili riferendo alle lacune normative, anziché alla coscienza, l’abuso di uno strumento imperfetto anche per le condizioni in cui è maturato. Distorsione della quale, a suo modo, si è reso attore anche il nostro consigliere regionale, che, riaffermando la funzione essenziale che la menzogna occupa nell’educazione leghista, senza avere preventiva contezza dei fatti, ha associato lo scandalo a ipotetici esponenti della maggioranza politica. Scorrettezza compiaciuta che, a distanza di giorni, senza rettifica, ancora raccoglie il plauso delle scimmie urlatrici. Nella pedagogia leghista non è importante il fatto, è importante quello che la tribù è disposta a credere.

Con queste premesse, possiamo ancora sorprenderci? Possiamo ancora ignorare quanto la mediocrità si è insinuata nelle istituzioni, dove opportunisti patologici hanno affidato alla politica il loro riscatto sociale? Non è imbarazzante che alberghi più meritocrazia in un supermercato che nella pubblica amministrazione? La catena di supermercati Eurospin, attuando un quoziente familiare, respinge l’assunzione di chi ha già un parente alle dipendenze del gruppo.

Quello che dovrebbe fare la pubblica amministrazione, per trasparenza, lo fa un supermercato.

E’ tutto tipicamente italiano. Diceva Ennio Flaiano: «L’italiano, nella sua qualità di personaggio comico, è un tentativo della natura di smitizzare se stessa. Prendete il Polo Nord. è abbastanza serio preso in sé. Un italiano al Polo Nord vi aggiunge subito qualcosa di comico, che prima non ci aveva colpito.»

Il ragazzo di Erba

Il ritorno di Eugenio Zoffili in Sardegna, nella veste di commissario, me lo immagino così, come il ragazzo calabrese del libro Cuore. Il Direttore che entra in aula con un nuovo iscritto, un lombardo, un ragazzo di viso piuttosto pallido, coi capelli mossi, con gli occhi grandi tipo nonna di capuccetto rosso che sta cagando; con la spilletta di Alberto da Giussano, con una cintura di marocchino nero sequestrata in spiaggia intorno alla vita.

Il Direttore, dopo aver parlato nell’orecchio al maestro, se ne esce lasciandogli accanto il ragazzo, che guarda gli alunni come spaurito.

Il maestro lo prende per mano, e dice alla classe: — Voi dovete essere contenti. Oggi entra nella scuola un piccolo lombardo, di Erba. Vogliate bene al vostro fratello venuto di lontano. Egli è nato in una terra gloriosa, che ha dato all’Italia uomini illustri, fabbriche e una lucidità nella gestione della pandemia che neanche Vratislav Gresko da Tajov, Slovacchia, nel retropassaggio a favore di Poborsky in Lazio-Inter. —

Vogliategli bene, in maniera che non s’accorga di esser lontano dalla città dove è nato; fategli vedere che un ragazzo italiano, ancorché leghista, in qualunque scuola sarda metta il piede, ci trova dei fratelli. Non calpestatelo come se fosse muschio. Non come la volta in cui, attribuendo sordide manovre al commissario reggente, che a vostro dire aveva il cervello delle stesse dimensioni di una gallina, lo avete accusato di indottrinare Eugenio, ai limiti della circonvenzione d’incapace. Con tutto il rispetto per Eugenio.

Romantico immaginare il ragazzo di Erba che, appena seduto, riceve in regalo dai suoi compagni penne, tamponi e un passaporto sanitario. Un altro alunno, Franti, dall’ultimo banco, consegnandogli una bottiglia di latte a un euro, gli sussurra: — Sai questa dove devi infilartela?

Scegliete Solinas

Scegliete un porto
scegliete un’ordinanza
scegliete un test sierologico
scegliete un modello coreano
scegliete un maxi laboratorio a Capoterra
scegliete tamponi, mascherine, screening rapidi e passaporti sanitari.
Scegliete salive di qualità, il contagio basso, l’indice RT
scegliete un aeroporto Covid Free
scegliete un Comitato Tecnico Scientifico
scegliete l’Inail
scegliete una barba folta e il fazzoletto in tinta
scegliete come glissare le domande
scegliete una comunicazione sgangherata e l’apertura anticipata
scegliete le domande non spedite per la cassaintegrazione
scegliete di sedervi in ristorante, mantenendo le distanze e programmando nuove dirette mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare,
alla fine scegliete la quarantena,
di tirare le cuoie in uno squallido ospizio ridotti a untori per i vecchi romanticamente illusi di avervi figliato per rimpiazzarli
scegliete Nieddu
scegliete la Lega.

Ma perché dovrei fare una cosa cosi?
Io ho scelto di non scegliere
ho scelto qualcos’altro
la ragione?
Non ci sono ragioni…
chi ha bisogno di ragioni quando ha la regione?

La scopa in culo

Lo studio del volo della Befana potrebbe offrire una strada attraente alla travagliata crisi industriale sarda.

Narrano le cronache che nella notte tra il cinque e il sei di gennaio, in segreto, un’accolita di militanti leghisti muniti di lanterna, equipaggiamento termico e carta millimetrata, si sia data convegno nell’agro di una remota località della sardegna per tracciare la nuova politica del trasporti.

Osservando il volo dell’anziana donna, che a bordo di una scopa distribuisce il suo carico di calze e carbone, il simposio leghista, inaugurato dalla richiesta di una preghiera per l’ubique capo, avrebbe concretizzato l’idea di una compagnia aerea tutta sarda, raccogliendo immantinente l’entusiasmo di Cristian Solinas, padre della gloriosa flotta ispirata alla leggenda del pescatore che raccolse fortune navigando a nord.

Avvalendosi dei suggerimenti di Giovanni Muciaccia, e affatto sorpreso dalla ritirata del vettore arabo, l’arguto leghista, computando nel calcolo ingegneristico un prudente dosaggio di colla vinilica, ha forgiato la sua creatura. Combinando l‘armonia aerodinamica tra la curvatura del naso e la sporgenza del mento, bilanciando il peso delle calze e la forza propulsiva della scopa, alimentata da un litro di latte a un euro e consolidata dal montaggio di due bottiglie di birra forate sul fondo, ha superato pregiudizi e scetticismo.

La teoria ha ricordato la leggenda del calabrone, che vola a dispetto delle leggi della natura. Come certi leghisti, che a dispetto della natura e della normale profilassi istituzionale, gravitano nell’atmosfera consiliare.

L’ufficio di presidenza della regione, tuttavia, non è mai stato così pulito.

L’aggiunta Solinas

La brama di sperimentare nuovi piaceri, consumato ardore di elettori insoddisfatti e di coppie annoiate, non sempre si rivela una scelta fortunata. Pur incoraggiate da aspettative radiose, sono esperienze che il più delle volte si rivelano deludenti, se non traumatiche.

Un fenomeno frequente nella rappresentanza politica, quando, per apostolato  o perversa voluttà,  il cittadino delega la pubblica amministrazione a persone di dubbia competenza, e di ancor più dubbia valenza intellettuale. Ne deriva che non potendo fare esse affidamento su altro merito che non sia la delegittimazione dell’antagonista  o l’accantonamento di soluzioni indefinite,  una volta nominati, si affannino a colmare la loro inconsistenza designando – con evidenti squilibri per le risorse pubbliche – più opportune figure professionali.

In questo senso volge il disegno di legge per la riorganizzazione dell’ufficio di presidenza della regione Sardegna, con la prevista  nomina di un segretario generale, sul modello di palazzo Chigi. 

Il provvedimento – per effetto del quale, in base a un primo calcolo,  gli incarichi passeranno da 28 a 42  – nasce in risposta all’emergente necessità di figure tecniche e legislative per l’istruttoria, l’analisi e l’elaborazione di atti, documenti e proposte. Fatalità che nella  tautologia lapalissiana si potrebbe contenere candidando persone già in possesso  delle necessarie prerogative. 

Una considerazione  tanto banale da non prestarsi a rilievi polemici, se non fosse puntualmente disattesa.

Diceva Gogol’: «Per quanto ci si dia da fare col bue, non se ne caverà mai del latte.» Neanche a un euro.

 

 


® copertina tratta da l’uomo che comprò la luna [Paolo Zucca]

 

 

 

Di mercoledì/15: Sparlammo di Bibbiano

[una rubrica poco utile]

senzanome

Sparlammo di Bibbiano

Un altro business, orribile, sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta a Reggio Emilia e per cui oggi – oltre a una ventina di indagati – è stato arrestato anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti.
[Movimento Cinquestelle]

Non so se avete sentito su Rai Tre il solito giornalista di sinistra: voleva far credere che l’ex sindaco di Bibbiano – del PD – non c’entrasse più nulla e che l’inchiesta si fosse rivelata infondata, quando invece risulta indagato.
[Lucia Borgonzoni]Sono un uomo e sono un papà. È inconcepibile che non si parli dell’agghiacciante vicenda di Bibbiano. Penso a mia figlia e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico. Intere famiglie distrutte. Serve giustizia!
[Nek]

 

Bonaccini del PD fugge dai genitori, noi non taceremo mai! Il 23 gennaio sarà in piazza a Bibbiano, in mezzo alle mamme e ai papà di Bibbiano perché con i bimbi non si gioca, con i fratellini e le sorelline non si scherza per far quattrini.
[Matteo Salvini]


14 gennaio: La Cassazione motiva l’annullamento delle misure cautelari contro il sindaco di
Bibbiano, rilevando l’inesistenza di concreti comportamenti.

L’indignazione morale è la strategia adatta per rivestire di dignità un imbecille.
[Marshall  McLuhan]

Elisa ha detto sì

Poteva farlo a Genova, in chiesa, dopo i funerali solenni per le vittime del Ponte Morandi.

Poteva farlo a Cogne, davanti alla villetta di Montroz, tra caprioli, montagne innevate e perimetri delimitati dalla polizia scientifica.

Poteva farlo a Ground Zero, sotto i fasci luminosi che commemorano le vittime dell’undici settembre.

Poteva farlo a Parigi, facendo irruzione sul palco del Bataclan.

Ieri mattina Flavio Di Muro, deputato della Lega, ha indossato l’abito più elegante, ha addomesticato il riporto, ha disposto le mani a conchiglia per la prova dell’alito, è entrato in parlamento e si è consegnato alla storia della Camera.

Era in corso l’esame del decreto legge per la ricostruzione post sisma. Con la voce strozzata dal coinvolgimento emotivo per le vittime sepolte dai detriti, per la condizione umana degli sfollati, Flavio, 13 mila euro al mese a carico della fiscalità generale, ha preso la parola e ha fatto il suo intervento: «Elisa, mi vuoi sposare?»

Elisa, la sua Amatrice, ha detto sì.

6000 sardine

Un altro duro colpo è stato inferto alla lobby del pesce in scatola. Dopo lo spietato clan dei tonni, da lustri asserragliato nell’involucro del parlamento italiano, è ora il turno delle sardine, da una settimana protagoniste nelle piazze dell’Emilia Romagna.

Da cascami dei centri sociali e di una sinistra decaduta, come li rappresentano gli antagonisti, in meno di una settimana hanno occupato la scena rumoreggiando tra piazze, piattaforme e studi televisivi. Un’esposizione che non ha lesinato al portavoce, un giovane di trent’anni, sospette contiguità con i petrolieri, la Banda Fratelli , Romano Prodi.

E’ singolare che le più torbide attribuzioni arrivino da un partito, la Lega, le cui relazioni con l’oligarchia russa sono materia di indagine per la magistratura.

Ma chi sono le sardine? Essendo prematura una loro mappatura evolutiva, è un’aggregazione nata con l’obiettivo dichiarato di cambiare il linguaggio della politica, respingendo le mistificazioni della retorica populista – che per proprietà transitiva conducono a Matteo Salvini – riportando il dibattito  nel suo alveo naturale, dove alla banalità di frasi incisive e sintetiche si oppone la complessità.

Non un partito, non un programma. Solo il sussulto di personaggi in cerca di autori ai quali affidare, raffinandola, un’idea di società che nei fatti già esiste. L’integrazione è molto più compiuta di quanto si pensi, benché si coltivi nello scontro sociale e nell’esacerbazione un dividendo elettorale.

Ne deriva che se fino a ieri la cronaca politica era occupata dal disordine alimentare dell’allora ministro dell’interno o dalla maturazione delle zucchine pelagiche di Giorgia Meloni, oggi a fare notizia è la reazione indignata di un segmento di popolazione istruito e non ideologizzato che abitualmente diserta le urne.

Giovani che, stretti come sardine, hanno non solo denunciato la miseria contenutistica e valoriale delle formazioni politiche dominanti ma, utilizzando i nuovi canali della comunicazione, rivelato la vulnerabilità e le oscillazioni del consenso.

Essendo la comunicazione e l’immigrazione i vasi comunicanti del dibattito, una ricerca dell’istituto Cattaneo ha rilevato che in Europa sono i cittadini italiani quelli con la percezione più distorta: il 73% della popolazione sovrastima le presenze straniere. Il  rapporto certifica che a fronte di un censito 9% straniero rispetto alla popolazione totale, per gli italiani, popolo di santi poeti e navigatori social, che a stento distinguono un pene turgido da un palo della luce, l’ incidenza sia del 31%. Il triplo.

Come ubriachi che la sera  rincasando non si capacitano delle tre serrature  della porta,  delle tre mogli che aprono, dei tre letti nei quali si adagiano prima di recuperare dignità e lucidità.