Delenda Capo Testa

Quel giorno Catone si presentò al Senato con una cesta di canestre, un pennello e un barattolo di vernice bianca. Già in passato – rammentano gli storici – l’ormai anziano Senatore aveva cercato di convincere il supremo organo locale a dichiarare guerra a Capo Testa, trafficata succursale dell’impero.

Palesando la curiosità dei presenti, Catone adagiò una grande cesta sul banco consiliare, la scoperse e diede ordine ai commessi di distribuire le canestre appena giunte dal forno di Capo Testa. Nel rispetto della tradizione, gli alimenti erano stati impastati nelle prime ore del mattino, cotti nell’antico forno e trasportati dalle massaie dentro capienti contenitori di vimini.

Le donne, che trasportavano le ceste in equilibrio sul capo, distribuirono il peso imbastendo una robusta imbottitura di fieno e stracci.

Insistendo sulla fragranza e la buona conservazione del prodotto, il Senatore volle dimostrare la pericolosa vicinanza di Capo Testa alle spiagge di Aglientu e Palau, il cui commercio – di Aglientu e Palau – era seriamente avversato dal borgo teresino.

“Delenda Capo Testa!”, tuonò Catone agitando animosamente una canestra.

Raccogliendo l’entusiasta approvazione dei colleghi, alcuni dei quali interessati più alla sapidità delle canestre che alle sorti del luogo, il Senato deliberò il temporaneo contingentamento della regione comunale, l’istituzione di un’estesa area pedonale, la chiusura degli spazi un tempo adibiti alla sosta, la sospensione del trasporto pubblico.

Fu riprogrammata la viabilità promuovendo l’impiego di quadrupedi e veicoli senza motore.

Non si fece attendere il plauso degli ecologisti per il definitivo stanziamento degli autobus in piazza Samuel Beckett, nei pressi dell’area portuale.


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Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

Intervista a Nadia Matta

Nadia Matta, insegnante, mamma di Giovanni e Alessandro. Dopo un’esperienza amministrativa dai banchi dell’opposizione, è la candidata alla carica di Sindaco per la lista Futuro Diverso.

[D] Buongiorno Nadia Matta, essendo il suo un esordio in questo spazio, ci parli di lei. Chi è Nadia , di cosa si occupa, quali sono le sue esperienze?
[R] Buongiorno a lei. Sono un’insegnante, con l’incarico di primo collaboratore del dirigente scolastico. La mia professione mi ha insegnato a lavorare in gruppo e ad interfacciarmi con le famiglie e con empatia e sensibilità cercare di capire tutte le problematiche. Questa esperienza trentennale sicuramente, se i teresini me ne daranno la possibilità, sarà un buon bagaglio per poter amministrare.

[D] Ha letto l’intervista a Paolo Sardo?
[R] Sì.

[D] Qual è stato il suo sentimento prevalente dopo la lettura dell’intervista?
[R] Sconcerto.

[D] Invertendo i ruoli, che domanda avrebbe fatto al suo avversario?
[R] Perché ha pensato che “ il momento” sia arrivato ora e non cinque anni fa? Praticamente la stessa che ha fatto lei, ma la risposta non mi è piaciuta. Quando si amministra deve essere il momento di tutti e non solo del sindaco.

[D] Rispetto alle dinamiche della lista concorrente, che ha rimesso il verdetto alle primarie, la sua designazione è stata meno battagliata: com’ è nata la sua candidatura?
[R] Molte delle persone con le quali ho condiviso un percorso di diversi mesi, hanno visto la mia persona come quella giusta ad assumere la carica di capolista in questa tornata elettorale; non nego che ci siano stati strappi, ritorni, allontanamenti definitivi e mancati coinvolgimenti, anche per mia scelta. Non ho voluto rinunciare ai miei principi e non ho accettato di fare patti con il diavolo. È stato comunque un percorso travagliato e ostacolato. Provengo dagli scranni della minoranza, un’esperienza della quale avrò un buon ricordo per i rapporti umani costruiti con gli altri membri della minoranza, ma pessima per quanto riguarda l’aspetto politico, immaginavo un percorso fatto di condivisione e collaborazione con la maggioranza.

[D] Qual è stato l’allontanamento per Lei più traumatizzante?
[R] Non parlerei di trauma, ma di dispiacere: poche persone che poi si sono riavvicinate, una è in lista, gli altri sono sostenitori. Di tutti gli altri rispetto la scelta, e nessun trauma.

[D] Giudica le primarie uno strumento idoneo alla selezione della classe dirigente?
[R] Diciamo di sì, dovrebbe essere uno strumento utile e democratico; dico dovrebbe, se chi vota ha solo l’intento di scegliere il migliore e non altri.

[D] Quale precipua responsabilità attribuisce all’amministrazione uscente?
[R] In questo momento non m’interessa attribuire delle responsabilità all’amministrazione uscente, l’ho fatto da consigliere di minoranza. Il mio ruolo ora è quello di presentare la mia lista e il mio programma e far capire agli elettori che non stiamo andando a giocare una partita di calcetto, ma ad amministrare un paese difficile in un contesto di fragilità mondiale economica e sanitaria.

[D] Nel sentimento comune, quella di Paolo Sardo è percepita come la lista dei giovani; che lista è Futuro Adesso?
[R] La mia squadra è rappresentativa sia per l’età, sia per il tessuto sociale. I giovani rappresentano il dieci per cento dei nostri elettori;  in lista sono presenti quattro giovani imprenditori, il giusto numero, titolari di sane attività  e che hanno dimostrato di avere la testa sulle spalle. Gli altri dodici candidati sono donne e uomini con un bagaglio di esperienza lavorativa importante e questo  permetterà di trasferire le loro  conoscenze e competenze nell’attività amministrativa. Abbiamo le persone giuste e competenti che possono ricoprire  gli incarichi di una Giunta e di un  Consiglio, e questo credo sia fondamentale per il compito serio e importante che andremo a ricoprire.  In poche parole, non abbiamo bisogno di trovare figure esterne per svolgere l’incarico di assessore. I teresini non avranno sorprese, si ritroveranno ad amministrare le stesse persone che hanno votato.  La stessa cosa non accadrà se dovesse vincere Paolo Sardo, le sorprese ci saranno, e che sorprese!

[D] Nell’amministrazione di un paese è più importante che gli assessori siano eletti dai cittadini o che siano persone competenti e qualificate?
[R] È importante che siano stati eletti dai cittadini, ecco perché è importante avere in lista persone competenti.

[D] Cosa risponde a Paolo Sardo che, interpellato in merito alla lista civetta, ha parlato di un deliberato vostro proposito di far commissariare il paese?
[R] Giorni prima della presentazione della lista ho ricevuto diverse telefonate da Paolo Sardo, da Andrea Ogno e da altri loro sostenitori, per chiedermi se avrei presentato la lista. Ho sempre detto che l’avrei presentata anche di dodici elementi e non avevo nessuna intenzione di far commissariare il Comune; poi – tre giorni prima della chiusura – mi sono ritrovata con venti persone in lista. Le persone che mi avevano detto no, dopo aver visto la lista di Paolo Sardo, si sono preoccupate per le sorti del paese e hanno deciso di mettersi in gioco. Dunque, ho dovuto scegliere sedici persone tra i venti.

La lista civetta è stata una dichiarazione di consapevolezza di sapere di non piacere a metà dell’elettorato. Vedere chi stava presentando le carte della lista civetta, cioè alcuni elementi che fanno parte della politica del passato, mi ha fatto capire che questi giovani non sono indipendenti; purtroppo sono ancora pilotati da alcuni elementi del PD locale molto conosciuti.

[D] Come replica all’affermazione di Paolo Sardo: «C’è tutta la Giunta Bardanzellu nella lista di Nadia, e qui mi fermo»?
[R] Rispondo che sono onorata della presenza di quattro persone che hanno fatto parte della lista Bardanzellu; cinque anni di Amministrazione che sicuramente non hanno creato i danni irreversibili di talune amministrazioni: ad esempio il consumo smisurato del territorio attraverso una cementificazione selvaggia espressa con la costruzione di condomini, anziché di strutture alberghiere o residenziali fruibili da un target di turisti di livello medio-alto. Tengo inoltre a precisare che è stato lasciato un bilancio in attivo in eredità alla Giunta Pisciottu e tutte le opere fatte o finanziate nel quinquennio 2005/2010:

  • Lavori di completamento struttura adibita a parcheggio a servizio del porto turistico di Santa Teresa Gallura 580.000 €
  • Riattamento è messa a norma dell’edificio adibito a scuola materna nella frazione di Porto Pozzo 50.000 €
  • Lavori di riqualificazione urbana , ambientale , paesaggistica e architettonica della Via Nazionale e parte della P.zza Villamarina 1.400.000 €
  • Lavori di riqualificazione della viabilità lungo la banchina del porto commerciale e turistico di Santa Teresa Gallura 850.000 €
  • Lavori di manutenzione straordinaria della passerella pedonale ( ponte in legno) nel porto turistico di Santa Teresa 240.000 €
  • Interventi per la tutela e la valorizzazione dell’area SIC di Capo Testa ( opere per la fruizione naturalistica e balneare- realizzazione passerelle di accesso agli arenili e servizi igienici) 1.300.000 €
  • Realizzazione di struttura di promozione turistica nella frazione di Porto Pozzo ( farmacia) 320.000 €
  • Interventi per la difesa del bacino portuale di Santa Teresa ( pontile frangiflutti) 1.091.430 €
  • Rifacimento del manto stradale della strada di accesso all’abitato di Capo Testa 1.171.000 €
  • Interventi di recupero funzionale di alcuni tratti di viabilità urbana di collegamento tra la Via Angioy nel centro urbano di Santa Teresa ( rifacimento Via Cairoli) 680.000 €
  • Interventi di manutenzione straordinaria edificio Palasport e sostituzione di n 2 torri faro del campo sportivo 110.000 €
  • Intervento di riqualificazione urbana di ViaDel Porto 774.680 €
  • Intervento di riqualificazione urbana di Via Carlo Felice 607.000 €
  • Realizzazione svincolo stradale tra la strada Provinciale n 90 per Castelsardo e la strada Comunale di La Colba 88.000 €
  • Intervento di riqualificazione urbana di Via Angioy 551.000 €
  • Realizzazione edificio adibito a Club-House nella frazione di Porto Pozzo 195.000 €
  • Intervento di manutenzione straordinaria di Via Amsicora 139.000 euro
  • Intervento di manutenzione straordinaria della Via Cavour 110.000 €

Questo è solo l’elenco di tutti gli interventi straordinari; non sono compresi quelli di ordinaria amministrazione e non sto ad elencare altre iniziative. Ne cito una per tutte: la raccolta differenziata.

[D] Perché la composizione delle liste ha richiesto così tanto tempo? Programmi e candidature non dovevano essere già pronti per le elezioni di giugno?
[R] Il mio gruppo organizzava incontri dal mese di novembre, fino a marzo siamo arrivati divisi e si sperava sempre in una reunion. Il lockdown ci ha destabilizzati fino a maggio, poi la stagione estiva che ha impegnato la maggior parte dei componenti; siamo arrivati così a settembre un po’ impreparati, anche se con le idee molto chiare sulle scelte dei candidati e delle linee programmatiche.

[D] A Paolo Sardo ho chiesto se ha senso fare campagna elettorale in un paese in cui la popolazione, ancor prima della pubblicazione dei programmi (che non legge), ha già deciso chi votare: cosa ne pensa?
[R] È giusto far conoscere i propri programmi e candidati; ho comunque la convinzione che gli elettori che non hanno le idee chiare siano pochi.

[D] In caso di elezione, quale sarà il suo primo atto da Sindaco?
[R] Credo che le priorità siano tante, ma la pianificazione per non farci cogliere impreparati nelle stagioni primavera-estate credo sia fondamentale.

[D] Di quale suo atto politico è più orgogliosa e di quale si è pentita?
[R] Sono orgogliosa di tutto il mio percorso di consigliere di minoranza, ho sempre presenziato ai Consigli, in cinque anni mi sono assentata due volte per motivi di salute; insieme agli altri consiglieri di minoranza abbiamo scritto centinaia di dichiarazioni di voto con suggerimenti operativi e interrogazioni. Me ne ricordo una fra tante: la nostra ferma contrarietà a pregiudicare, con la costruzione dell’eco-centro, una delle aree a maggiore potenzialità di sviluppo sotto gli aspetti agricolo, zootecnico, culturale e, non meno importante, “porta” di ingresso alla quale è affidata l’immagine del paese. Mi sono pentita di essere stata troppo signorile durante le sedute di Consiglio Comunale e di non aver comunicato ai cittadini le nostre azioni, rimaste chiuse in aula consiliare.

[D] Esistono argomenti comuni sui quali Lei e Paolo Sardo potete convergere?
[R] Credo che le idee e i programmi convergano abbastanza, bisogna vedere se si possiedono gli strumenti giusti per poterli attuare.

[D] Cosa vi differenzia nella gestione dell’Area Marina Protetta?
[R] L’AMP se gestita bene potrebbe diventare un valore aggiunto per il nostro territorio, ma allo stesso tempo dobbiamo lavorare sul Regolamento affinché non sia eccessivamente restrittivo per lo svolgimento di quelle attività legate al mare, dobbiamo fare in modo che crei economia e non che la comprometta.

[D] Alla Cittadella dello Sport, proposta dalla lista E’ il momento, Futuro Diverso ribatte con il Progetto Baltimora: di cosa si tratta?
[R] La cittadella sportiva era presente nel Documento Unico di Programmazione del periodo in cui Andrea Ogno è stato delegato allo sport, ma ci siamo fatti cadere i fari a terra rischiando la vita dei bambini. Ripeto, ai programmi devono seguire i fatti, non si può rimanere cinque anni fermi, senza fare neanche gli interventi di ordinaria amministrazione, e poi, gli ultimi mesi, si cerca di far qualcosa per far dimenticare l’inettitudine dei cinque anni di mandato.
Il mio progetto valorizza tutti gli sport, non solo il calcio a cui tutti per tradizione siamo più legati. Il progetto non arriva da Baltimora, ma da un imprenditore di Sassari concessionario esclusivo per l’Italia del prodotto Parco Fitness. Questo progetto sarà presente anche ad Alghero. Tengo a precisare che, anche se avessimo copiato da Baltimora, non ci sarebbe niente di male. Credo che copiare ciò che c’è di interessante in giro per il mondo non sia negativo, lo è piuttosto essere chiusi e ottusi pensando di non aver bisogno di copiare.

[D] Nel vostro programma torna in auge l’idea della piscina comunale: esiste uno studio di fattibilità dell’opera, e dei relativi i costi, o, come afferma il suo avversario – a detta del quale l’opera affosserebbe l’ente gestore – parliamo del libro dei sogni?
[R] La differenza fra noi e loro sta nella responsabilità dimostrata per non aver scritto un programma da libro dei sogni. Non vedo sogni nel mio programma, ma progetti realizzabili a breve, a medio e a lungo termine con l’impegno di non indebitare il Comune come lo è ora, ma trovare i finanziamenti ad hoc.

[D] La piscina?
[R] L’ente gestore non deve essere per forza il Comune, la stessa cosa vale per i costi di costruzione. Esistono gli scambi perequativi che bisogna adottare spesso se vogliamo dotare il Comune di strutture importanti. La piscina è una richiesta dell’utenza e noi vorremmo, finalmente, trovare il modo per costruirla, pensando ad un centro polivalente dove si possano svolgere tutte le attività legate al nuoto, soprattutto quelle rivolte alla disabilità e alla riabilitazione, con l’obiettivo di diventare un centro d’eccellenza per la zona.

[D] Nel suo programma parla di rilancio economico e sociale?
[R] Il mio programma mira soprattutto al rilancio sociale e a quello economico attraverso il rilancio del turismo e di tutte le attività correlate; non ci dimentichiamo che, nonostante il buon Dio ci abbia donato un paradiso con infinite potenzialità, siamo il paese della Gallura che ha il reddito pro-capite più basso, trovo che sia il fallimento di trent’anni di politica sbagliata.
Il mio sogno è solo uno e credo sia realizzabilissimo. Favorire l’occupazione e il lavoro ampliando e consolidando i periodi lavorativi. Metteremo in atto strategie che possano migliorare la situazione economica degli abitanti di Santa Teresa; ciò può avvenire valorizzando attività come la pesca e l’agricoltura, ma soprattutto potenziando l’attività turistica, volàno della nostra economia. Il turismo balneare non è più sufficiente a garantire tranquillità e benessere agli operatori turistici, a tutte le attività correlate e ai lavoratori dipendenti che spesso si trovano costretti a lavorare altrove o a garantire un minimo di sopravvivenza alla famiglia attingendo alla disoccupazione oppure al reddito di cittadinanza. Per garantire prosperità è necessario differenziare l’offerta a seconda della stagionalità, non puntando solo sul turismo balneare che dovrà essere più di qualità, ma anche su altri tipi di turismo: culturale, sportivo, scolastico, crocieristico, enogastronomico, congressuale.

[D] Mi consenta di obiettarle che su queste riflessioni siamo tutti d’accordo – anche Paolo Sardo, secondo me – e lo siamo perché sono dichiarazioni d’intento, artifici retorici spendibili in campagna elettorale. Ho mosso la stessa critica al suo avversario a proposito della valorizzazione del Castello. Personalmente, da un candidato sindaco pretendo altro. Un candidato sindaco non può parlarmi di diversificazione dell’offerta turistica, deve dirmi in concreto come intende diversificare e indicare gli strumenti e i piani strategici attraverso i quali intende farlo. Prendiamo il turismo, in nostro settore trainante: attraverso quali strumenti, in concreto, la sua amministrazione dovrebbe riuscire dove gli altri hanno fallito?
[R] Non ho detto che gli altri hanno fallito, credo che ognuno abbia una propria visione. Io immagino un turismo di livello medio-alto che purtroppo ora non abbiamo perché Santa Teresa offre solo il mare, che non è poco, ma non basta più. Il turista conosce bene le offerte delle altre località turistiche e sceglie non solo in base alla bellezza del mare e dell’entroterra, ma anche in base alle strutture ricettive, ai servizi, all’intrattenimento, ai percorsi di enogastronomia, culturali, sportivi.
Dunque, in concreto, dobbiamo potenziare i servizi, iniziando dalla raccolta dei rifiuti per finire ai trasporti, dalla creazione di percorsi culturali, della tradizione, dello sport all’intrattenimento, che possano diventare un’alternativa alla spiaggia. Far decollare il porto unendolo al centro del paese, intuendo che queste due realtà devono lavorare in sinergia e non una contro l’altra; offrono due tipi di percorsi diversi, entrambi utili e indispensabili per il turista che vuole vivere un’esperienza completa. Le idee le abbiamo, sono tante e realizzabili, esprimerle tutte ora sarebbe impossibile, spero che ci diano l’opportunità di attuarle.

[D] La programmazione turistica, a suo parere, che orizzonte temporale deve coprire? Dev’essere monitorata anno per anno o avete un piano quinquennale?
[R] La programmazione, non solo quella turistica, per legge, deve avere un piano triennale, chiaramente flessibile.

[D] Ci anticipa a chi sarà assegnerà, in caso di sua affermazione, l’assessorato al turismo?
[R] Nella mia lista ci sono tutte le figure che, per esperienza lavorativa e titolo di studio, possono ricoprire i vari assessorati. Non lo anticipo, ma è in lista.

[D] Il patrimonio archeologico e monumentale di Santa Teresa è un fattore di non trascurabile incidenza per l’identità e l’economia del paese; La sua lista, che raccoglie l’eredità della dottoressa Antona, nei trascorsi cinque anni, dai banchi della minoranza, ha mai proposto iniziative (consultabili) a tutela del patrimonio? In caso affermativo, quali?
[R] Stiamo parlando di programmi futuri o di un processo alla passata minoranza? Se parliamo del passato quinquennio, posso dire che alla dott.ssa Antona non sono mai stati chiesti pareri e consulenze che lei avrebbe dato con piacere in forma gratuita, nonostante parte del patrimonio fruibile ci sia grazie ai suoi vent’anni di scavi. Non abbiamo mai proposto iniziative perché coscienti che sarebbero andate a finire nel nulla, come tante altre. Se parliamo dei programmi futuri invece, intendo affidarmi alla sua esperienza per la valorizzazione di alcuni siti e la creazione di un percorso culturale completo da poter offrire al turista, soprattutto a quello delle stagioni intermedie.

[D] Nessun processo, le minoranze possono comunque esercitare un potere di proposta; tanto più se il rappresentante è competente in materia.
[R] Sarebbe stato inutile, lo ha capito e ha indirizzato le sue energie altrove, dove sono state riconosciute la sua esperienza e la sua professionalità.

[D] Nella redazione dei programmi, per avere un quadro delle necessità, avete prima consultato chi ogni mattina apre le porte e i cancelli alla torre e a Lu Brandali, risorsa – quest’ultima – che fino al 2012 era teatro di sconcezze giovanili e che oggi rivaleggia con i siti più importanti della regione?
[R] So benissimo chi gestisce i due unici siti visitabili con guida, tre donne che con sacrificio e impegno hanno contribuito a far conoscere il nostro patrimonio ai visitatori. Apprezzo la loro professionalità e penso sia giusto premiare il loro impegno anche in futuro.

[D] Ambiente. Nelle linee programmatiche, dichiarate: “dobbiamo riscoprire il paesaggio che ci circonda creando un piano di sviluppo sostenibile fondato sull’equilibrio fra i bisogni”. Al netto della retorica, cosa intendete fare?
[R] Nessuna retorica. Il concetto mi sembra abbastanza semplice: creare un piano di sviluppo che tenga conto del rispetto dell’ambiente, ma anche dei nostri bisogni. In funzione di questo concetto dobbiamo pensare esclusivamente a un’edilizia residenziale, l’unica proponibile per un territorio con le caratteristiche come il nostro, e al recupero di costruzioni già esistenti. Nella riscoperta del paesaggio dobbiamo pensare alla rivalutazione e riqualificazione degli stazzi e dell’agricoltura eco-sostenibile con modalità che sposino l’innovazione tecnologica con la valorizzazione dell’ambiente e la valorizzazione delle produzioni autoctone tradizionali, promuovendo anche la nascita di aziende.

[D] Mi incuriosisce la vostra proposta di ricollocare il depuratore e l’ecocentro, ricorrendo a criteri di smaltimento più innovativi. Quali aree avete idealmente individuato per la ricollocazione? A quali alternativi criteri di smaltimento alludete?
[R]  Ricollocare l’ecocentro sarà uno dei primi obiettivi, troveremo una zona già sfruttata o deturpata, non si può lasciare dov’è, questa è stata una scelta di Paolo Sardo, ha minacciato con le dimissioni se non si fosse costruito lì. Per quanto riguarda il depuratore, si porranno le basi per trovare il giusto finanziamento e sicuramente sarà un obiettivo che vedrà la sua realizzazione non con la mia Amministrazione, ma con la prossima. Criteri di smaltimento innovativi? Ad esempio dispositivi per il riciclo incentivante, cassonetti a scomparsa…

[D] Nel piano relativo al settore economico e finanziario, proponete l’introduzione di un premio da erogare a favore dei contribuenti virtuosi, stimando una pronta liquidità che arginerebbe il ricorso all’anticipazione di tesoreria: ci fa qualche esempio?
[R] L’obiettivo è quello di indurre i contribuenti a pagare le imposte e tasse alle scadenze predeterminate, erogando loro un premio sotto forma di riduzione. In tal modo il Comune dispone di risorse finanziarie immediate, evitando così il ricorso all’anticipazione di tesoreria, che nel breve periodo può generare buchi di bilancio.

[D] Questa domanda vale anche per Paolo Sardo, che potrà rispondere in seconda battuta. Considerata la rilevanza geografica e strategica del nostro Comune, perché nessun programma elettorale contempla una sinergia turistico-commerciale con la Corsica?
[R] Abbiamo pensato a una fase iniziale di aspetto culturale più che commerciale: progetti di scambio con la scuola secondaria di secondo grado, che tenteremo di salvare, e una manifestazione dedicata all’enogastronomia sardo-corsa.

[D] Decoro urbano. Anziché il busto non sarebbe opportuno ripristinare il gusto di Magnon? Abbia pazienza, mi vengono così. Quale principale critica muove all’amministrazione uscente e cosa, in concreto, suggerisce per porvi rimedio.
[R] Come ho già detto, non voglio cadere nella trappola delle critiche all’Amministrazione uscente. Troverei il giusto luogo per collocare il busto di MAGNON, perché no, ma anche il gusto dell’ordine e della pulizia. Penso ad alcune località della Liguria che visitai tempo fa, non c’era niente fuori posto, tutti gli spazi super curati e tanto verde e fiori.

[D] Viabilità. Come intendete decongestionare il traffico nell’incrocio di via nazionale?
[R] Credo che, ad esempio, lo spazio dietro al Banco di Sardegna, non abbia nessuna utilità se non quella di essere luogo dove abbandonare spazzatura o ritrovo di elementi poco raccomandabili.

[D] Conosce la Lista Chiacchiere e Diversivo?
[R] No, mi indichi dove posso reperire notizie.

[D ] In caso di elezione, intende avviare un’interlocuzione con il suo segretario nazionale, Paolo Muntoni?
[R] Certo! Per un breve periodo è stato un mio alunno.

[D] Ritiene che che le due interviste, a Lei e al candidato Paolo Sardo, siano state equidistanti?
[R] Credo di sì, non me l’aspettavo, mi devo ricredere; ha dimostrato di essere onesto intellettualmente più di chi pensa di essere giornalista a tutti gli effetti. Ne citerei uno locale, ma lascio perdere…

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Cioccolato e Cremlino

E’ tempo di alzare bandiera bianca. Le ultime mosse da scacchista di Putin hanno improvvisamente rivelato le difficoltà dell’occidente e ridisegnato gli equilibri in seno all’Alleanza Atlantica. L’annunciata partenza di Pupo alla volta di Mosca, la scelta di andare in trincea, la promessa di un nuovo contributo al dialogo tra fratelli russi e fratelli ucraini,…

la lotta amata

Se il sonno della ragione genera mostri, cade in queste ore opportuno il caso di Donatella Di Cesare, filosofa e discussa editorialista della vivace agorà d’Italia. Espressione di una linea intellettuale riuscita nell’impresa di rendere ostile la sinistra anche a chi alla sinistra si sente idealmente affine, Donatella Di Cesare balza agli onori per il…

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La spedizione di Todde sarà ricordata come uno degli episodi cruciali della campagna elettorale sarda. Partita nella notte tra il 18 e il 19 di febbraio dall’agro del campo largo, Todde sembra muoversi con il preordinato scopo di rovesciare il governo fascista e appoggiare le rivolte scoppiate nell’isola. Turbata dalla voce tonante e imperiosa e dal…

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Quer pasticciaccio brutto di Giave

Quando sento parlare di benzina, di accise,  il primo pensiero vola a Zoolander, alla scena in cui  gli amici di Derek giocano a spruzzarsi con le pompe di una stazione di servizio e muoiono a causa di un’esplosione da loro stessi ingenuamente provocata.

Divertimento che,  nel quadro di una vivacità amministrativa non meno comica di quella hollywoodiana, a breve, potrebbe proseguire a Giave, comune di 578 anime, dopo il regime fiscale introdotto con le delibere istitutive della Zona Franca Integrale al consumo, che [dicono] sancirà l’esenzione dell’Iva e delle accise sul carburante.

Applicando i metodi empirici del compianto ziu Michelinu,  storico meccanico del mio paese, poni l’Iva boca l’Iva, un litro di carburante a Giave dovrebbe costare circa 50 centesimi di euro.

Così dicono. Sì, perché oltre il perimetro della  propaganda, germinata  sulle illusioni di un popolo appassionato, allo stato attuale, a Giave, come in ogni altro comune,  con cinquanta centesimi, se va bene,  si acquista al massimo un vasetto di yogurt.

Ma l’ardore rivoluzionario è ormai in circolo, le armi affilate e se i cuori sono roventi non è solo reflusso gastro-esofageo. Anzi, cavalcando l’agitazione popolare, delibere non meno eclatanti sono state adottate dalle amministrazioni vicine: dal comune di Bonorva, che sostituirà l’Euro con i soldini lasciati dal topo quando cadevano i denti ai bambini,  a quello di  Pozzomaggiore, che si pronuncerà  sul  ripristino della monarchia, la regione è ostaggio dei ribelli.

Consapevole che non esista felicità che non chieda di essere risarcita con gli interessi, spettatore interessato a  questa nuova primavera fiscale, al momento, è l’Agenzia delle Entrate, poco incline ad assecondare gli impulsi reazionari giavesi. Ma il sindaco, sicuro di agire nel rispetto della normativa vigente, non desiste; a quanti eccepiscono il difetto di competenza, obiettando che la materia doganale è prerogativa comunitaria, il primo cittadino, che interpreta in senso confermativo l’inerzia della pubblica amministrazione, prosegue la sua battaglia.

A questo punto, tanto valeva fare una delibera per annettere Giave alla Catalogna, avrà pensato il benzinaio di campo giavesu; ché se  Messi va a fare  benzina in paeseminimo minimo, si fanno il treno nuovo.

Frattampo, mentre la rivolta si consuma a colpi di timbri, carte bollate e raccolte punti Conad, nella valle dei nuraghi lo smarrimento regna sovrano: la benzina non scende, gli yogurt salgono e la gente comincia a mormorare. Perché va bene la crisi economica, va bene la disoccupazione, va bene il disagio insulare, ma lo yogurt no.

Il Giave mormorò.

 

 

 

 

 
 
 

 

Dal tramonto all’Asia

Christian Secci, trentaquattro anni,  imprenditore, figlio di mamma Franca e papà Eliseo. Di lui dice: «faccio il connettore di idee e persone e condivido ottimismo e positività». Come trazione per due con supercazzola bitumata e scappellamento a destra,  aggiungo io.

Un’infanzia tormentata da castighi e vessazioni, che il  fratello Salvatore pianifica irridendo il suo piacere di isolarsi in piazza all’ombra del muraglione, dal quale scorge una luna che già profuma d’oriente.

A 6 anni è ancora all’asilo; a 10, rincasando, cade, batte la testa e si dichiara comunista; a 17 si iscrive al PCI. Di lui dicono che ha la grinta del vincente anche quando raramente perde. E’ rappresentante di classe in I e II Liceo, rappresentante d’Istituto in III, rappresentante degli studenti per l’associazione Koinè, rappresentante degli studenti nel corso di scienze internazionali e diplomatiche all’università di Forlì, rappresentante di aspirapolveri a Comacchio. Debutta nella politica che conta: è segretario della Sinistra Giovanile a Forlì e segretario della sezione DS di Valverde. Nel partito è autoritario e risoluto: al primo congresso scioglie tutte le correnti e ne lascia solo una: la sua.

Decisivo per le sue sorti il giorno in cui mamma Franca gli chiede di recarsi alle poste e imbucarle una lettera. Presto la passione adolescenziale per il calcio si coniuga con la filatelia celebrativa delle vittorie del Milan di Gullit e Van Basten, ma l’ardore rossonero è concupito da un radioso colore giallo, che sembra profetizzare la fuga in Cina.

Uomo dalle parole chiare e dirette, coraggioso e spigoloso, irruento e gentile, furbo e ammiccante, affabulatore di discorsi spesso farraginosi e chiari solo al presidente Xin Wen.

All’insulto risponde ragionando, raramente si perde in sofismi ma a chi esagera risponde: «portami tua sorella». Perlomeno,  così ha fatto fino al giorno in cui  un avversario storico sua sorella gliel’ha portata davvero, rivelandosi tardivamente un cesso inguardabile.

I sondaggi dicono che con lui sindaco le cose andrebbero meglio, ma i sondaggi sono manipolati da Maurizio Sini, del quale è uno storico sodale.

Alla passione per il lavoro fonde l’amore per la compagna e i figli che si ostina a non riconoscere. E’ fidanzato da un anno con Nassim, avvocato americano di origini iraniane. Amante colta e affettuosa, imprevedibile e capace di  sorprenderlo, come la sera in cui, dopo la cena di anniversario, guardandolo negli occhi, gli ha sussurrato: “come hai detto che ti chiami?”.


[D] Christian Secci, basta con le minchiate. Buongiorno!
[R]  Buongiorno a Lei.

[D] Che rapporto ha Christian Secci con il pianto?
[R]  Mi capita ogni tanto di piangere. E’ liberatorio.

La metto alla prova:

[D] Una delle poche volte che, per distrazione, mi sono allontanato da casa, mi sono ritrovato a Palau. Con la proverbiale sobrietà, posso chiederle come cazzo è finito a Hong Kong?
[R] Io, invece, sono partito da Palau e per distrazione mi sono ritrovato ad Hong Kong passando per Lungoni, Forlì, Budapest, Bologna, Bruxelles, Barcellona e Pechino. Non posso vivere senza il mare e da buon isolano sono finito su un’altra isola.

[D] Da quanti anni vive in Cina?
[R]  Novembre 2008.

[D] Come si trova in oriente?
[R] Fantasticamente. L’Oriente mi ha insegnato a vedere il mondo da diverse prospettive. Mi ritengo un privilegiato ad aver vissuto e lavorato in due continenti.

[D] A parte i confronti facili sotto la doccia, dopo le partite a calcetto, ci illustra un motivo per il quale non lascerebbe mai la Cina?
[R] Lo devo ancora trovare.

[D] Qual è stata la sua più grande figura di merda appena arrivato nel nuovo paese?
[R] Appena atterrato a Shanghai sono sceso dalle scale mobili con il carrello pieno di valigie che si sono rovesciate e aperte. Ho attirato l’attenzione di un migliaio di persone.

[D] Che rapporto hanno i cinesi con l’umorismo?
[R] Amano il riso.

[D] Il ministro dei trasporti Fur-Ghon-Chin è veramente esistito?
[R] Certo che è esistito! E’ stato il primo ministro dei trasporti nominato da Mao Tse-tung. Pare sia stato investito dal suo rivale Ca Mion-Chin mentre andava alla cerimonia d’investitura.

[D] Perché si dice che i cinesi non muoiano?
[R] Perché hanno sette vite come i gatti. Quelli che raramente muoiono, vengono riciclati nei migliori ristoranti cinesi. Il riciclo in Cina sta diventando religione.

[D] E’ vero che la capitale di Hong Kong è Made in?
[R] Confermo.

[D] Qual è la religione dominante a Hong Kong?
[R] Il capitalismo.

[D] A proposito di capitalismo, con chi si schiera nella contesa Clinton- Trump?
[R]  Clinton.

[D] E’ vero che secondo il vangelo Cinese  Adamo ed Eva si sono riprodotti copiando dagli altri paesi?
[R] Su questa domanda mi trova impreparato. Cercherò di approfondire consultando gli archivi del ministero del copyright.

[D] Le risulta che nel vangelo cinese Gesù sia risotto dopo tre giorni?
[R]  Aveva scoperto la bontà del parmigiano.

[D] Qual è il piatto tipico di Hong Kong e, dal suo punto di vista, quello più inservibile.
[R] La cucina cantonese è fantastica. Tra i piatti tipici di Hong Kong ci sono i ravioli locali fatti in tutte le maniere: al vapore dentro i contenitori di bamboo, in salsa piccante, in zuppa e fritti. Bevanda tipica invece è il tè con il latte. Il piatto che non mangerò mai è la zuppa di pinne di squalo perchè la trovo una pratica troglodita.

[D] Ha mai pensato di farsi promotore di una rivoluzione gutturale?
[R] Per il momento promuovo il pane guttiau, poi si vedrà.

[D] A proposito di gastronomia, se le elenco il trittico gnocchi-ravioli-porcetto,  le viene in mente qualcuno?
[R]  …

[D] Il discorso del vino buono, chiaramente, lo riprendiamo in privato.
[R]  …

[D] Quante possibilità esistono che Christian Secci trascorra tutta la vita in Cina?
[R] Poche. Ci sono molte probabilità che trascorra la mia vita tra Asia, Stati Uniti e Sardegna.

[D] Si sente un cervello in fuga?
[R] Il mio cervello è rimasto in Italia.

[D] La grande scommessa del futuro è la gestione dei flussi migratori: ha un’opinione in merito?
[R] Le migrazioni avvengono da millenni. Ci siamo evoluti grazie alle migrazioni. Il fenomeno migratorio moderno è troppo complesso per essere lasciato in mano al populismo e a gente che ignora la geografia e la storia dell’umanità. Costruire muri non serve a niente, prima o poi i muri cadono. Berlino docet! 

[D] E Francoforte bidet!
[R] …

[D] Anche sua sorella ha un destino lontano dalla sardegna?
[R]  Eleonora è libera di scegliere il destino che vuole. Questa libertà se la sta conquistando passo dopo passo, studiando e lavorando duramente. Sono sicuro che ha un futuro brillante davanti a lei e io sarò sempre al suo fianco per sostenerla. Sono super orgoglioso di Ele.

[D] Sente di essere un uomo realizzato?
[R] Sicuramente mi sento evoluto. Il viaggio è ancora lungo.

[D] Mi fa tre nomi di teresini che si sono affermati all’estero?
[R]  Silvia Manca, Oscar Mannoni, il terzo ci devo pensare.

[D] Le risulta che suo fratello Salvatore non abbia superato le preselezioni per l’Isis?
[R]  Rimandato a Settembre. Voleva stendere i nemici con birra artigianale e lumache.

[D] In cosa è diventato cinese e in cosa ha reso italiani i cinesi?
[R] Mangio con le bacchette e ho gli occhi a mandorla. Quando sono a cena con i cinesi cerco di fargli abbinare il vino rosso con le carni e il bianco con il pesce. Quando qualcosa va storto mi dicono “fiacami” oppure “voi imparà a cuddà a babbu”. Lei ne ha una prova video. La prego di tenerla riservata nei suoi archivi segreti.

[D] E’ fidanzato?
[R] Felicemente con una Donna meravigliosa, forte e coraggiosissima.

[D] Cosa pensa del matrimonio: una tradizione da preservare o un istituto decaduto?
[R] Sicuramente la decisione più importante della vita.

[D] Non  mi ha risposto: tradizione da preservare o istituto decaduto?
[R]  A volte causato da un preservativo decaduto.

[D] Mi scrive la parolaccia cinese che pronuncia con maggior frequenza? Per esempio quando il suo Milan perde.
[R] 傻逼 rivolta a Galliani quando ci illude di comprare i fenomeni e poi si presenta con i soliti saldi di fine stagione.

[D] Da cinese acquisito, ha qualche retroscena sulla cessione del Milan per – non dire Milano – ai cinesi?
[R] I cinesi vogliono organizzare e vincere il mondiale entro il 2030. Stanno investendo un sacco nel calcio. Milan e Intel sono le squadre con più tifosi in Cina e i capitali cinesi fanno comodo al calcio italiano. Spero che non interferiscano molto nel management. I cinesi stanno comprando aziende in svariati settori, terra da coltivare e materie prime in tutto il mondo. La globalizzazione dei capitali e degli investimenti non poteva escludere il calcio.

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[D] A parte il calcio, ha altre passioni?
[R] Da circa un anno ho iniziato a praticare il “trail running”, ovvero gare di corsa fuori strada dai 10 ai 100 km (e oltre) su e giù per le montagne, in mezzo alla giungla. Uno sport che mi sta facendo crescere un sacco dal punto di vista umano e che t’insegna a non mollare mai: quando arrivi in cima alla montagna, la vista è meravigliosa e tutto è più chiaro. La vita per me è questo: fatica, suda, cadi, impara, goditi il viaggio per arrivare in cima e quando sei lassù goditi la vista.

[D] Di cosa si occupa attualmente?
[R] Ho una società nel settore della logistica per il commercio online. Ho portato in Asia il concetto dei lockers automatici per spedire e ricevere pacchi 24su24. Ora lo stanno facendo tutti. E noi dai pacchi stiamo espandendo il concetto ai lockers per la lavanderia e per la consegna della spesa. Ci copieranno e noi ci evolveremo ancora. Non bisogna mai smettere di innovare. Ho anche un’attività su airbnb a Hong Kong e un progetto immobiliare in costruzione in Thailandia, nell’isola di Kho Samui. Viviamo in un’epoca straordinaria di opportunità infinite per fare impresa grazie allo sviluppo tecnologico.

[D] Ha mai pensato di aprire un Secci shop?
[R]  No, mai! Però mi ha dato una bella idea.

[D] Ha avuto esperienze politiche in passato?
[R] Sì. Sono stato rappresentante degli studenti sia al liceo che all’università e segretario della Sinistra Giovanile e di una sezione cittadina dei DS di Forlì.

[D] Nei desideri di alcuni, il suo nome è stato accostato alla carica Sindaco: ha notizia di questo gradimento?
[R] Spero solo che non fosse nei loro desideri più intimi. Posso solo svelare che Maurizio Dingostar Sini ha avanzato la mia candidatura dietro compenso di una bicicletta made in Hong Kong, rigorosamente senza sellino. A lui piace così.

[D] In un’ipotetica amministrazione Secci, quale sarebbe la sua prima iniziativa politica?
[R] Creare un gruppo di lavoro per studiare tutte le migliori pratiche di buona amministrazione e tutte le migliori idee/iniziative turistiche in giro per il mondo e capire se si possono importare/attuare a Santa Teresa . Detto ciò, non penso di essere la persona adatta a governare Santa Teresa, però sarei contento di mettere a disposizione le mie esperienze e le mie idee.

[D] Se dovesse mai diventare sindaco di Santa Teresa, in replica a un’ipotetica critica, promette di rispondermi:“tu critichi critichi, ma poi non ti esponi”?
[R] Promesso. Vale anche “tu ti esponi ma poi non critichi”?

[D] Volendo anche: tu crisponi ma poi non ti estichi.
[R]  …

[D] Cosa manca a Santa Teresa? Non mi dica la mentalità, altrimenti chiudo l’intervista. Il blog è mio e decido io tempi, domande, modalità. Obiezioni?
[R] No, assolutamente. I blog democratici non mi sono mai piaciuti.

[D] Dicevamo: cosa manca a Santa Teresa?
[R] Perché non partiamo da cosa c’è di bello e da cosa funziona a Santa Teresa? Perchè non partiamo dalle eccellenze di Santa Teresa? Basta con questo pessimismo, va tutto male e manca tutto. Il vittimismo non porta da nessuna parte.

[D] Vuol sapere perché? Per le stesse ragioni illustrate poco prima: il blog è mio e comando io. Ripeto: cosa manca a Santa Teresa?
[R]  Per me non manca niente. Santa Teresa ha tutte le carte in regola per essere una località turistica di qualità a livello mondiale. Forse manca un po’ di immaginazione e di visione.

[D] Come ha reagito assistendo alla recinzione dell’ESIT, al reticolato nell’area ENI, al degrado del ginepro a Santa Reparata?
[R] Speriamo che siano utili almeno per le greggi.

[D] Ce lo possiamo permettere?
[R] A questo punto costruiamo il ponte sulle Bocche.

[D] Perché Santa Teresa ha un rapporto conflittuale con l’estetica?
[R] Probabilmente è talmente bella che a qualcuno dà fastidio.

[D] Ma il qualcuno è comunque teresino.
[R]  errata corrige: probabilmente è troppo bella e unica che qualcuno non ne sfrutta le potenzialità.

[D] Presumendo il suo ritorno in sardegna e un incarico politico a Santa Teresa, da chi si farebbe affiancare?
[R] Da cittadini motivati, competenti e preparati.

[D] Quale sarebbe il suo primo provvedimento da sindaco?
[R] Levare la porta dal mio ufficio il giorno dell’insediamento.

[D] Che rapporto ha Christian Secci con le regole?
[R] Generalmente rispetto le regole che hanno senso. Non vado tanto d’accordo con le regole stupide.

[D] E Santa Teresa?
[R] Che rapporto ho io con Santa Teresa o Santa Teresa con le regole?

[D] Santa Teresa con le regole.
[R]  Forse le subisce troppo.

[D] I cinesi cosa pensano di Stefano Pisciottu?
[R] Che dovrebbe favorire la vendita del Santa Teresa Calcio ad una cordata cinese.

[D] E dell’Italia?
[R] Che è un paradiso per lo shopping.

[D] Se fosse stato in Italia, come avrebbe votato al referendum sulla riforma costituzionale?
[R] No.

[D] A Hong Kong li fate i Lefelendum?
[R] …

[D] Da quando intervisto gli abitanti di Santa Teresa, hanno suscitato forte interesse le interviste a Paolo Sardo e Giulio Fagnano: pensa di scardinare questo duopolio?
[R] Spero di essere all’altezza delle loro interviste.

[D] Mi spiega questa foto? La prego, sia convincente.

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[R] Questa è la foto di una grandissima amicizia nata in Cina. Insieme “alla bionda” nella foto abbiamo passato quattro anni di paura e delirio a Pechino. Durante le serate Pechinesi poteva accadere tutto e il contrario di tutto. Momenti indimenticabili.

[D] Nassim conosce questa foto?
[R]  Sì.

[D] Come ha conosciuto Nassim?
[R]  Tutto è iniziato con un “it’s a match“. Tempi moderni.

[D] Grazie a quest’intervista, ho qualche possibilità di diventare famoso in Cina?
[R]  Se conquista l’1% dei cinesi, avrà quindici milioni di lettori. Impresa fattibilissima per uno come lei.

[D] Ultima domanda: perché Albicocca?
[R] Perchè erano finite le pesche

Cristian, nell’augurarle buona fortuna, la saluto con l’ultimo videomessaggio:


 

 

Contatti:

Staséra, gamberoni?

[SPECIALE ELEZIONI – cinque domande ai candidati]

Con l’aria che tira, per commisurare le aspettative elettorali al livello del dibattito locale, prendo in prestito un sontuoso aneddoto della commedia teresina. E già, perché se la campagna elettorale è questa, un condensato di rivendicazioni e livori di bassa lega, allora non aspettiamoci grandi cose.

A dieci giorni dal voto, stiamo ancora dibattendo sullo ius soli di Angela Antona, candidata alla carica di sindaco nella lista contrapposta a quella uscente. La stessa che – lo preciso a beneficio di chi sta perdendo ore di sonno – se vincerà le elezioni verrà incensata con gli onori e gli oneri del primo cittadino, se perderà si accomoderà tra i disadorni banchi dell’opposizione. Pertanto, spiace turbare coloro che su questo tema hanno investito le proprie velleità, ma il suolo natìo di Angela Antona non è un argomento.

Comprendo che il potere di attrazione della propaganda eroda (che non è la moglie del re giudaico) anche le resistenze civili più tenaci, ma è drammatico che nell’imminenza del voto latiti una ragione netta per la quale una lista dovrebbe essere preferita all’altra. Effetto di un’eccessiva personalizzazione dello scontro, che a sua volta diagnostica la metastasi dei contenuti.

Mi chiedo – per esempio – che campagna elettorale è quella della dottoressa Antona che presentando la lista spende quaranta minuti a ricordarci che da bambina trascorreva l’estate a Santa Teresa e ne dedica due (minuti) all’illustrazione della politica sanitaria?

[domanda n. 1] Entrambe le liste propongono l’istituzione di un presidio ospedaliero atto a garantire un servizio sanitario più ampio. Nelle intenzioni, dove verrà istituito questo presidio? E con quali risorse finanziarie?

Cambiando sponda, che campagna elettorale è quella in cui Nadia Matta viene esposta al pubblico ludibrio per aver affermato un principio di buon senso? L’attitudine a sceverare segmenti di un discorso al mero scopo di screditare il rivale è una pratica diffusa nella strategia forense (in cui l’avvocato deve salvaguardare l’interesse di parte, non la giustizia), ma è biasimevole in un consesso politico; essendo collettivo – e non di parte – il diritto da preservare.

A tal riguardo, farei meno il brillante pubblicando lemmi dizionareschi. La questione posta dalla candidata non verteva sulla solidarietà, bensì sull’assistenzialismo, che secondo l’autorevole definizione offerta dall’istituto Treccani è “l’accentuazione delle attività assistenziali della pubblica amministrazione ritenuta dispersiva di risorse e atta a deprimere lo spirito di intraprendenza, di rischio, di cambiamento, che dovrebbero caratterizzare i cittadini e i soggetti economici di un sistema dinamico e moderno”. Chiaro? Quando l’esponente intervenuta ha affermato che “è un’umiliazione ricevere sussidi dal comune” non ha offeso il diritto costituzionale di solidarietà; ha sostenuto che la nobilitazione della persona passa attraverso il suo inserimento nel tessuto sociale, destando la sua intraprendenza. Manipolare un passaggio avulso dal contesto è una condotta di dubbia onestà intellettuale. E’ strumentalizzazione, ovvero “il servirsi di qualcuno o di qualcosa, o anche di un evento, di un fatto, di una situazione esclusivamente come mezzo per conseguire un proprio particolare fine, non dichiarato ed estraneo al carattere intrinseco di ciò di cui ci si serve (Enciclopedia Treccani).

[domanda n. 2] L’intervento, condivisibile nella sostanza e nel principio, lascia comunque trasparire la critica delle politiche socio-assistenziali condotte dall’amministrazione uscente. A beneficio di noi elettori, chi – fra i candidati – se la sente di argomentare le proprie osservazioni (che in realtà sono delle accuse), dando ai responsabili del settore modo di replicare e illustrare la condizione del paese?

Personalmente, a Nadia Matta potrei contestare altri passaggi del suo intervento, alcuni dei quali a me riconducibili, ma non quello che ha dirottato il dibattito. Potrei contestare il numero e il costo degli edifici che la sua lista vorrebbe destinare agli usi dichiarati; potrei contestare la vaga definizione del concetto di giovane,  che vorrebbe asserragliare tra pareti colorate, giochi di società e punti di accesso a internet; potrei contestare il travisato riferimento a Benjamin Button. Ecco, potrei contestare un’infinità di argomenti, ma non l’umanità di una persona, di una maestra, di una mamma.

[domanda n. 3] Quando parlate di giovani, a quale fascia di età vi rivolgete? Per esempio, un trentenne è un giovane? In caso affermativo, glielo dite voi che gli state studiando un ambientino colorato e accogliente per non esporlo alle intemperie durante l’inverno? A chi propone viaggi culturali all’estero, invece, siamo certi che ci siano le coperture finanziarie?

Non spendo altre parole sull’indecente gazzarra che ha coinvolto il consigliere di minoranza Lina Crobu. In un ambiente precario come la politica, cambiare idea è legittimo, nessuno ha sottoscritto patti satanici. Come nessuno contesta gli “incidenti domestici” di Pier Paolo Asara e Angelo Murineddu, oggi candidati in  schieramenti opposti a quelli originari,  così Lina Crobu, e come lei chiunque altro, deve sentirsi libera di ragionare, valutare, scegliere. Si chiama libertà, una cosa bella.

[domanda n. 4] Quali iniziative intendete adottare  per vitalizzare la reliquia del turismo? Vi ricordo che, essendo concorrenti, dovreste proporre progetti alternativi, agevolando le valutazioni dell’elettore. Siate precisi, i proclami altisonanti non impressionano nessuno.

[domanda n. 5] Che accordo esiste tra il comune di Santa Teresa Gallura e la società Delphina per la realizzazione di una piscina comunale?

E adesso, tutti a tavola. Stasera, minestra!

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[nota] Il titolo “staséra gamberoni?” evoca un aneddoto della tradizione teresina attribuito al mai dimenticato Giuseppe Poggi, noto Picciulì (titolare di Fruit Of Picciulì, bottega di prodotti ortofrutticoli), il quale con questo interrogativo derise gli hippies che gli avevano sottratto dei limoni destinati alla pattumiera.

Ankara a ventu [speciale elezioni]

L’inaugurazione dei venti giorni di passione che ci separano dalle prossime consultazioni elettorali, apre un dibattito già depresso dalla scelta aprioristica degli elettori, che l’intenzione di pendere per l’uno o l’altro schieramento l’hanno manifestata ancor prima della formalizzazione delle candidature. La filosofia sui programmi è invece sintomo di tanto radicate quanto banali convenzioni,  che se destano poco interesse negli attori immaginiamo quale trasporto empatico infondano negli elettori.

Attraverso una lettura sommaria, si ha la  pervasiva sensazione che servendoci l’illusione di assurgere a custodi della democrazia,  i candidati vogliano ammantarci di una gloria quasi eroica. Ma più che le gesta epiche narrate dagli affabulatori medievali, questa seduzione sembra evocare le infauste compressioni esercitate dai sostenitori della longobarda  sull’apparato riproduttivo di Oronzo Canà.

Ma dovremo attendere qualche mese per capire se, edulcorando le sofferte diagnosi di Canà,  siamo stati presi per  minus habens o siamo stati effettivamente degli eroi.

Premessa la mia indipendenza  politica e la scelta consapevole di non votare alcuna delle liste ufficiali – nota essenziale per diradare morbose nubi dietrologiche – mi sono avventurato alla ricerca di una sintesi anche comparativa delle intenzioni manifestate dai due contendenti, persone – in entrambi i casi – degne e di specchiata onestà.

E’ naturale che l’iniziativa della  capolista Angela Antona (lista n.1 cara a ventu), vuoi per il fatto di non essere residente teresina,  vuoi per il prestigio della sua specializzazione professionale, desti maggiore  curiosità rispetto  alla rinnovata lista n. 2 (Lungoni adesso), capeggiata dal sindaco uscente Stefano Ilario Pisciottu. Ma è altrettanto vero che il noviziato elettorale dell’illustre archeologa emerge con tutti i suoi limiti e le sue carenze nella stesura degli obbiettivi, a tratti più generici di alcune categorie farmacologiche. Quando annuncia la creazione di precise regole per la vendita ambulante, se appartenessi al settore, Le chiederei: quali sono queste regole? Perché non sono enunciate? Se nessuno mi pone al corrente, come posso sottoscriverle? Oppure la supercazzola sull’ urbanistica, quando si afferma che è il momento di avviare studi seri sulle peculiarità di tutto il territorio e di applicare regole certe che rendano possibile la fruizione secondo criteri di giustizia e di equità sociale. Benissimo! Ma in concreto cosa significa? Frasi vacue sparse qua e là.

Una valida alternativa elettorale si costruisce di pari passo con l’azione amministrativa, giorno per giorno, non pochi mesi prima delle elezioni. Nel corso di questo arco temporale, un’opposizione matura deve monitorare le iniziative della maggioranza, eventualmente incidere per emendarle, ma deve anche per studiare, organizzare laboratori e formulare proposte, eludendo il naufragio in un mare di “sosterremo” e “ci impegneremo“, tipico della grammatica politica.

Da questo punto di vista, il manifesto pisciottiano – che presenta una struttura più elegante e definita – si fa  preferire,  agevolato anche dalla condizione dell’ amministratore uscente, dove la prospettiva delle cose realizzate avvantaggia  la pianificazione dei nuovi propositi. Ma, sia chiaro, questo non significa aver già vinto; tanto più se certi sostenitori – privi di merito politico e intellettuale – continuano a circolare a piede libero, annunciando trionfi epocali.

In termini comparativi, se si eccepisce l’impegno alla realizzazione di aree di arrampicata a mani libere su superfici rocciose (lista n. 2), delle quali evidentemente si avvertiva la mancanza (non vorrei che qualcuno avesse confuso la marmorata con la marmolada), non figura un obbiettivo eclatante capace di transumare i consensi dell’una o dell’altra parte. Una delle poche eccezioni, per quanto formulate in modo vago è la destinazione dell’Esit: Antona, proponendo la perequazione, vorrebbe aprire una trattativa con i proprietari di una struttura caduta in disgrazia; Pisciottu, ritenendo esaurita la funzione della struttura, vorrebbe insistere sul recupero dell’area attraverso la procedura espropriativa.

Di  trasversale interesse, anche se non è chiara l’eventuale copertura finanziaria (esiste un progetto regionale in questo senso) è la materia delle politiche socio-sanitarie, che prevede l’istituzione di un presidio che valichi l’insufficienza del primo soccorso e garantisca l’allargamento dei servizi extraospedalieri.

La grande delusione – e  non mi sorprende –  è il turismo, la principale risorsa economica del paese. Da troppo tempo si preconizzano progetti strategici di sviluppo; da troppo tempo si elaborano campagne di marketing sconclusionate; da troppo tempo si evoca il potenziamento dell’offerta; con la conseguenza che da troppo tempo questo paese ha ceduto il primato che gli compete. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia. Santa Teresa, almeno da quel punto di vista, non ha figure professionali adeguate. In  campagna elettorale il termine più  ricorrente – secondo solo alla locuzione: “glielo dai il voto a…” – è “giovane”. Tutti dicono di credere nei giovani, di volerli.  E allora dimostratelo!  Individuate un’amministrazione italiana o estera in cui la gestione del turismo funzioni, stringete con essa un accordo di cooperazione e promuovete un’affiancamento attraverso il quale formare una classe dirigente specializzata.

I giovani, appunto. A tal riguardo, il solco tra le due liste è profondo, direi invalicabile. Mentre da una parte (Lungoni Adesso) si punta sugli scambi interculturali, sul finanziamento di viaggi all’estero, sull’associazionismo, sugli scambi umani, artistici e culturali; dall’altra parte (a cara a ventu),  si accoglie una rappresentazione grigia, quasi patologica, della gioventù. Un giovane che si avvicina alla politica, fenomeno raro quanto le  apparizioni della madonna di Fatima, consultando un documento elettorale – probabilmente – immagina  un calderone fumante di espressioni artistiche, concerti, Wi-Fi, internet. E invece, alla voce giovani,  a cara a ventu  propone l’individuazione di un edificio da adibire a luogo d’incontro per adolescenti dove potranno essere seguiti da operatori o volontari del servizio civile in una struttura polivalente in cui si programmeranno incontri con psicologi, medici, manager, docenti. Praticamente, un residuo manicomiale scampato alla legge Basaglia.

Roba che se non ti chiami Benjamin Button, un documento di questo tipo puoi sottoscriverlo solo dopo la quindicesima birra, prima no. Mi rifiuto di credere che un nato negli anni ottanta o novanta possa riconoscersi in esso. Mia nonna, di anni ottantatré, a confronto è Mario Balotelli.

Essere giovani, non solo nella freschezza anagrafica, significa essere curiosi, dinamici, partecipativi. Puntiamo con forza sull’istruzione, sulla cultura, sulla lingua inglese, sui viaggi. Promuoviamo gli scambi, stringiamo gemellaggi con altre realtà, con altre città, magari europee, magari turche, magari Ankara.

Il coraggio di chi rimane

Sono giovani, carichi di entusiasmo e, fatta eccezione per Andrea Cossu, anche belli. Ma soprattutto sono persone che, per andare contro, hanno deciso di rimanere qui.

Sotto i colpi del vento di maestro, è nato contro[E]vento, un laboratorio permanente di idee in movimento – così lo definiscono gli organizzatori – che strizza l’occhio allo studio di una serie di  iniziative volte a risvegliare Santa Teresa dallo stato comatoso in cui langue da troppi anni.

In tempo di diaspora e di cruda disaffezione, l’idea che dei cittadini dedichino tempo e forze alla ricerca di una sinergia già costituisce una notizia; ma se a questo aspetto uniamo la considerazione che alcuni promotori – che con il paese hanno stretto un vivace rapporto affettivo –  teresini lo sono per adozione, il valore dell’iniziativa assume una declinazione quasi romantica.

Pur non avendo titolo per dispensare suggerimenti – ma si sa che la gente da buoni consigli solo quando non può più dare cattivi esempi – mi auguro che l’associazione si adoperi per l’ordinaria profilassi contro possibili contaminazioni, che non definisco politiche perché quest’iniziativa è già politica, nella sua accezione più nobile. Parlerei, piuttosto, di incursioni partitiche o comunque troppo interessate, respingendo il rischio di trasformare il progetto nel palcoscenico di un amore frettoloso.

Il modello proposto da controEvento rilancia l’architettura consolidata di Autunno in barbagia, e attraverso la promozione del territorio vorrebbe confluire in una sorta di idra  una gamma di iniziative culturali, enogastronomiche e di intrattenimento che, nelle intenzioni,  dovrebbero valorizzare il comune, vivacizzando attraverso un’organizzazione diffusa anche gli scorci più periferici del paese.

ControEvento supera una metastasi mentale che stava portando il paese alla deriva, emarginando finalmente  l’orgoglio di quanti ritenevano deleterio mutuare iniziative inaugurate da altri. Ho sempre pensato il contrario: se un progetto funziona, copiarlo non è un reato. Anzi, sono persuaso che se riversassimo la stessa umiltà nella programmazione dell’offerta turistica generale, probabilmente, fra qualche anno Santa Teresa potrebbe diventare [il] modello.

La prima inziativa ha già una sua identità e forte delle collaborazioni strette con la popolazione, con i commercianti,  con alcuni birrifici artigianali e le più prestigiose cantine galluresi il successo è annunciato.

Toppo ottimismo?! Chi può dirlo! Probabilmente sono influenzato dalle imminenti festività natalizie (in fin dei conti mancano solo nove mesi a Natale), ma avvertire un’ atmosfera tanto gaudiosa in un  consiglio comunale popolato da ragazzi sorridenti e propositivi rilascia degli enzimi che influenzano positivamente l’emotività; enzimi generosamente contenuti nei prodotti tipici che i visitatori avranno modo di apprezzare, diventanto loro stessi belli e sorridenti.

Si parte il 1mo e il 2 maggio. Ragazzi, in  bocca al lupo!

p.s. Andrea Cossu è un bel ragazzo.