Dio! Non chiedermi di elencare le mie meraviglie.
Le riconosci tra le stelle e i soli
tra i vecchi artisti e i camerieri.
Con la chitarra in mano, da italiano fiero,
una spinta ho dato alla malinconia.
Ho cantato il presidente partigiano,
e mamme invecchiate,
e schedine tra le dita.
Ho raccontato di donne sempre meno suore,
con la voce che mi desti, milioni di volte;
ho vissuto la vita della campagna, notti affacciato alla finestra.
Ho cantato in grandi città e superato frontiere,
accompagnato figli lungo cammini confusi.
Ho scritto di amori, del tempo che se ne va;
ho esplorato le emozioni,
i giorni neri spazzati dal vento.
Ti ritrovo dopo averti perduto
nelle domeniche deserte
dove c’è quasi sempre un treno che va,
con vagoni di paure e d’inganni.


(Libero adattamento dei versi di Toto Cutugno all’epitaffio di Scholfield Huxley, Antologia di Spoon River – Edgar Lee Master)

Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

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