Statisti wannabe

Se la buonanima di Fortebraccio vagasse ancora tra i vivi, tratteggiando Giuseppe Conte, non solo non si sarebbe aperta la portiera, probabilmente non sarebbe passata neanche l’auto.

Giuseppe Conte è uno che ha avuto ‘na botta de culo, un vacuo narcisisita, un quisque de populo germinato nella goffa ambizione di salvare se e il movimento che illusoriamente guida.

Un’insulsa macchietta, politicamente e chimicamente invisibile. Destava tenerezza allora e fa sganasciare oggi l’intuizione di chi aveva in lui individuato il nuovo approdo dei progressisti.

Niente di meglio allora per combattere l’anonimato, la dissoluzione, di una crisi al buio guidando come pazzi a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

La Cina è vicina [calendario Duemila20]

L’anno comincia con la prudente raccomandazione a scrivere per esteso 2020 negli atti,  per il paventato rischio di alterazioni documentali. Nel frattempo, si offusca il mito di Matteo Salvini, il mondo conosce Wuhan, nascono i DPCM, le bare sfilano a Bergamo, la moda s’inchina alle scarpe della LIDL.

Proviamo l’ebbrezza del coprifuoco, dell’isolamento, del divieto. Capiamo che l’uomo è carogna per natura, che l’inno nazionale diffuso dai balconi non abbassa l’indice di contagio,  cos’è un lockdown, di cosa si occupa  un virologo, che le cose possono non andare tutte bene.  Abbiamo imparato a lavarci le mani, a diffidare del prossimo, a indossare le mascherine, a tossire sul gomito.  Dal paziente zero di Codogno, il virus domina le aperture di radio e telegiornali. Fino al 25 novembre: muore Diego Armando Maradona.

Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita in generale è un pleonasmo, ossia anticipare quello che accadrà.
[Ennio Flaiano]

GENNAIO

[26 GENNAIO]  Emilia Paranoica
Regionali 2020, Stefano Bonaccini vince le elezioni in Emilia Romagna.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/01/27/virtus-bologna/]

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FEBBRAIO

[FEBBRAIO] Il virus cinese
Il test effettuato su un paziente colpito da polmonite, rivela la sequenza del SARS-CoV-2. Originato da una combinazione di virus, è probabilmente un pipistrello il suo incubatore naturale.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/02/07/colomba-virus/]

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MARZO

[11 MARZO] Pandemia
L’organizzazione Mondiale della Sanità dichiara ufficialmente la pandemia.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/03/11/corona-virus-karma/  ]pandemia

APRILE

[APRILE] Caccia al runner
Al secondo mese di quarantena da corona virus, parte la caccia ai runners. La televisione trasmette in diretta l’ inseguimento di un atleta sulla spiaggia deserta del lido.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/03/21/run-forrest-run/]

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MAGGIO

[25 maggio] I can’t breathe
Minneapolis. Dopo l’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di un poliziotto, nelle principali città degli Stati Uniti d’America, esplode la protesta antirazziale.

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[09 maggio] Silvia
Dopo un anno e mezzo di prigionia, Silvia Romano è libera.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/05/12/limam-non-veste-prada/]

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GIUGNO

[4 GIUGNO] Chernobyl, la serie
Trasmessa in chiaro da La7, spopola in Italia la miniserie sul disastro di Chernobyl.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/06/30/chernobyl/]

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LUGLIO

[19 LUGLIO] Mondi sommersi
Un’inondazione del fiume Brahmaputra uccide 189 persone e lascia quattro milioni di persone senzatetto in India e Nepal.

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Agosto

[11 AGOSTO] Le discoteche in Sardegna
La regione Sardegna, disattendendo il parere del comitato tecnico scientifico, riapre le discoteche. Il caso balza alle cronache a novembre, sollevato dalla trasmissione di Rai3 Report.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/11/17/tappami-levante/]

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settembre

[5/6 SETTEMBRE] Willy Monteiro Duarte
Traumi multipli con lesioni al torace, al collo, all’addome, con conseguente grave shock traumatico e arresto cardiaco. Muore Willy Monteiro Duarte, ventunenne italo-capoverdiano ucciso a calci e pugni a Colleferro, cittadina dei Castelli Romani.

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OTTOBRE

[25 OTTOBRE] L’amico Paolo
Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/11/07/zio-paul/]

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[27 OTTOBRE] Elezioni comunali
Nadia Matta, insegnante, candidata di Futuro Diverso, è il nuovo sindaco di Santa Teresa Gallura.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/10/27/prima-cittadina/] 

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NOVEMBRE

[25 NOVEMBRE] Diego Armando Maradona
All’età di sessant’anni, muore Diego Armando Maradona, el pibe de oro.

Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/11/26/miseria-e-nobilta/]

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DICEMBRE

[10 dicembre] Paolo Rossi

L’Italia piange Paolo Rossi, eroe di Spagna ’82. Contributo nel blog: [https://alessandromuntoni.wordpress.com/2020/12/11/il-signor-r/]

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Un giorno

Un giorno parleremo della fortuna di Giuseppe Conte.

Di quella volta che, imbarazzato, fece la prima comparsa televisiva.
Di quella volta che salì al Quirinale.
Di quella volta che il Presidente della Repubblica gli conferì il mandato di formare il governo.
Di quella volta che condivise la stanza con i governanti del mondo.
Di quella volta che salì al Quirinale a giurare davanti al Presidente della Repubblica.
Di quella volta che si scoperse antieuropeista.
Di quella volta che firmò una manovra contro l’Europa e la Commissione Europea.
Di quella volta che firmò un decreto infame.
Di quella volta che esortò Angela Merkel a non badare al suo Ministro dell’Interno.
Di quella volta che ci fece litigare con la Francia.
Di quella volta che il Ministro dell’Interno gli annunciò la sfiducia dal bar della spiaggia.
Di quella volta che poggiò la mano sulla spalla del Ministro dell’Interno.
Di quella volta che risalì al Quirinale.
Di quella volta che il Presidente della Repubblica gli conferì il mandato di formare un altro governo.
Di quella volta che risalì al Quirinale a giurare davanti al Presidente della Repubblica.
Di quella volta che si scoperse europeista.
Di quella volta che sottoscrisse un’alleanza con Germania e Francia.
Di quella volta che ci fece di litigare con l’Olanda.
Di quella volta che fece prevalere la linea dell’Italia al consiglio europeo.
Di quella volta che si presentò al bar con duecentonove miliardi e disse: «Ragazzi, oggi pago io!»
Di quella volta che ingannò Giuseppe Conte I vestendosi da Giuseppe Conte II.

Un giorno parleremo della fortuna di Giuseppe Conte.

L’Imam non veste Prada

Ma come diavolo le è venuto in mente a Silvia Romano di ripresentarsi in Italia, il tempio della moda, con quell’orrenda palandrana verde, agghindata come una tenda da campeggio? Ma come ha potuto? Senza alcun gavbo, alcun povtamento degno della maestvia che ci ha vesi celebvi in tutto il mondo. Che figura di merda, Silvia! Tutto ti avremmo perdonato: la conversione all’Islam, il cambiamento del nome, il pagamento del riscatto, ma non l’affronto stilistico. Verde poi, che non è neanche il colore della nuova collezione.

Inizialmente persuasi che fosse un drappo isolante per proteggerla precauzionalmente dal contagio, tutti l’hanno osservata mentre scendeva dall’aereo. Lo scetticismo si è presto coagulato in indignazione. Poi in odio.

Altro registro quello del Presidente del Consiglio, a cui un cattolico getto di lacca spirante dalla Chiesa della Beata Maria Vergine Assunta in Cielo di Foggia, ha composto la pettinatura e allineato il fazzoletto nel taschino. Che eleganza Giuseppe Conte. Uno che se lo rapissero, convertirebbe lui i rapitori con le interviste di Anna Wintour.

E vogliamo parlare della divisa indossata dagli uomini del reparto speciale che l’hanno scortata fino ai genitori? Linea che ha rivelato una mascolinità discreta ma intrigante, aderenze strizzate in vita dalla cintura abbinata, perfetta per il daywear o per un cocktail estivo davanti a una guerra civile dell’Africa orientale. Conquista lo spaccato dei guanti in lattice e la facilità con cui riesce a interpretare outfit militari o sbarazzini a seconda degli accessori.

Lei no, come una Andrea Sachs qualunque, senza la benché minima inclinazione per il gusto, attraversando la pista, ha abiurato anni di collezioni, di sacrifici, di settimane della moda.

L’eleganza e la raffinatezza prima di tutto, Silvia.

E che cazzo!

Fase 3

La chiameranno fase tre.

Sarà il momento in cui, risalendo l’albero genealogico, abbracceremo i parenti di settimo grado, riabbracceremo i fidanzati, riabbracceremo gli amici, non avremo un vaccino, saremo tutti aperti,  le estetiste quasi, i ristoranti quasi, i bar quasi,  le benedizioni asperse, assisteremo alle funzioni religiose, malediremo le finzioni religiose, celebreremo le messe, celebreremo il MES, ci manterremo distanti, con più calore ci abbracceremo domani,  gli scienziati di Wuhan scopriranno che la struttura alare del pipistrello non è adatta al volo,  che Wuhan non esiste, la Cina è vicina, il Vaticano è lontano, la Corea è in trincea. 

Precisazioni del Presidente del Consiglio, precisazioni del Presidente della Regione, precisazione del Sindaco, precisazioni dal balcone, Di Maio ringrazia, ringrazia la Cina, ringrazia Grazia, ringrazia Graziella, ringrazia ‘stocazzo.

Nessun tracciamento, nessuna App, una flebile hope, faremo i tamponi, neanche una CIGS, su gunnu dell’INPS, ritardo in regione, mascherine col filtro, 50 centesimi, 70 centesimi, il termoscanner, le fotocopie, i guanti in lattice, il latte in guantice, controlli allo sbarco, lo scandalo Pivetti,  i capelli della Botteri, il Tg3 Leonardo,  le prove degli  USA, Fontana insulta il governo, Trevi insulta Fontana,  il bazooka della BCE, le trasfusioni di varecchina, le trasfusioni di plasma, le trasfusioni di plasmon, i virologi in Tv, i virologi alla radio, i giornalisti in reparto, supermercato sì,  spiaggia no,  autocertificazione,  cimiteri gremiti, Trump dà del tonto a Xi Jinping, una farfalla sbatte le ali  in Cina e scatena un uragano nel consiglio comunale di Olbia, tonto sei tu e chi non te lo dice, Settimo non ti permettere, il papa emerito, le nozze gay, l’aborto, i segni dell’anticristo, Joseph non ti permettere, Giovanni anche io non vado dal barbiere, Giovanni non ti permettere, il magistrato e il ministro, Alfonso non si dimette.

Come la fase due.

 

 

Teteschi

Essere taffèro incrato popolo tetesco manciapatate, che per fare tispetto a crante popolo di Italia rifiuta cambiale di elecante professore Ciuseppe Conte, uomo che quanto parlare noi teteschi non capire uno cazzo.

Lui afere dato a Ancela dieci ciorni per tecidere, ma Ancela mandato affanculo lui topo un’ora, per lasciare a professore Ciuseppe ancora nofe ciorni e ventitrè ore di penziero.

Popolo tetesco essere tiffitente come piccolo uomo sardo, non folere fitarsi di professore Ciuseppe, che ormai si sentire statista. Anche se popolo tetesco sapere che Matteo Renzi afere minacciato presitente di fare catere coverno, e sapere anche che a prossimo coverno potere antare altro Matteo – che tutte notti dopo rosario sogna di setère culo su sedia di Ciuseppe – e Ciorgia Melona, che con pantierina di Italia folere uscire da euro, perché essere nostalgica di crande momento che Italia pacare cornetto Algida 500 lire.

Però Ciorgia furba non tice a popolo italiano che con campio di euro con lira popolo italiano non comprare una minchia. Con lira nessuno più comprare tebito italiano; lavoratore prentere miseria di stipentio, più passo ti atesso; miseria di pensione, più passa ti atesso; miseria di risparmio, più passo ti atesso; pagare energia più cara. Lei non dire perché folere inculare italiano più di noi teteschi. Ma italiano contento e dire che Ciorgia brava aiutare lui.

Noi teteschi aiutare Italia, ma no a contizioni che dice Italia. Germania ricorta a Italia che lei afere fatto manofra espansiva e non folere accollare su teteschi casini di paese Italia. Mentre Germania mettere a posto conti e popolo tetesco fare sacrifici, italiano antare a giocare con macchinette al bar, fare quota cento, stare a casa a grattare pancia, antare a ristorante e non pagare conto. Lui dire sempre: «Avere dimenticato soldi, dopo passare Ancela e pacare».

Ora Ancela rotta collioni! Ti ricorta, Ciuseppe, quante folte Ancela afere te consilliato ti fare fottere Alitalia? E tu ancora prente soldi per Alitalia, che fallita quattro volte. Così italiano fatto con Atac, con casino Ilva, con corruzione in sanità, con lafori pubblici, dove quello che noi finire in due anni tu fare incompleto in trenta. E poi tu afere messo Rocco di Grante Fratello in coverno. Dofe noi mettere economisti, tu mettere uno che fare ceretta a Marina La Rosa.

E allora Ancela detto basta! Perché teteschi tofere accettare ricatto di professore con ciuffo e fitare di lui che potere turare quanto catto in tangenziale? Io afere capito Italia! Italia dire: «Dai Ancela, noi fare tebito insieme, poi difitere in parti uguali», e a momento di tivitere, Italia, con scusa di andare a fumare sicaretta, scappare e lasciare a noi suo conto.

E allora, quando Giuseppe chiamare, anche se sentire lui, io fare: «Pronto? …Pronto? …Pronto?» e quando lui confuso dice: «Sono Ciuseppe, chi è?», io risponde: «Stocazzo!»

Run, Forrest, run

L’istantanea  della pandemia a Santa Teresa è una giornata di marzo. La vita filtra oziosa dalle persiane di un paese che quello stato di morte apparente lo conosce ogni inverno, appena interrotto dal sibilo del vento e dal rumore delle poche auto ancora in circolazione.

Dall’altoparlante i vigili invitano la popolazione a non uscire di casa, se non per stretta necessità. Giuseppe Conte, in diretta nazionale, annuncia nuove misure, nuove restrizioni. Gli spostamenti sono ammessi solo per comprovate necessità. E’ disposta la chiusura di bar e ristoranti. 

Ehi, tu! Dove cazzo vai? Torna a casa!

E’ uno di quei giorni in cui la popolazione si sarebbe riversata al mare con un carico di griglie, pancetta e fiaschi di vino. Invece deve rimanere a casa. Sembra un film. Anche Giulio che grida la sua solitudine in una piazza spettrale sembra il protagonista di un film. Le scene scorrono lente, disturbate dalle oscillazioni della macchina da presa e dal rumore di un vecchio proiettore amatoriale.

La piattezza dei giorni ci fa riscoprire l’essenza della libertà, ce la farà apprezzare,  dicono, ricordandoci quelle volte in cui abbiamo paventato insorgenti derive autoritarie. Il genitore, il preside,  il governante. Ma che cazzo ne sappiamo noi della libertà? A noi che la libertà ce l’hanno apparecchiata. Ad alcuni con le corone sull’argenteria, ad altri  con le posate di plastica,  ma comunque apparecchiata.

Sei un coglione! Torna a casa! 

Che gran paese, l’Italia! Ruggente di patriottico ardore, minacciata dall’immondo tedoforo che reca l’unzione, la peste. Con severa autorità la sentinella tende l’indice accusatore all’infame, cavalcando l’ira popolare, auspicando una sua caduta e un educativo ricovero ospedaliero, che gli infonda nell’animo contrizione e vergogna. Nel contempo, il poco indulgente accusatore, continuerà a recarsi al supermercato, in fabbrica, utilizzerà i mezzi pubblici, porterà a spasso l’animale domestico.

Sei un irresponsabile!

E’ facile indignarsi per chi criminalizza un’attività che non gli riguarda. Persone che evitano le scale perché hanno l’ascensore; che percorrono più distanze per raggiungere la macchina che per la destinazione pianificata; che pur di non camminare rinunciano alle necessità, impegnate come sono a modellare il divano con la gravità del loro culo.

Mi ricordano una canzone degli Amour Fou, peccatori in blue Jeans, nel passaggio: «Cosa volete che ce ne freghi se chiudono le fabbriche delle cose che non sogneremo mai». Tanto a loro cosa cambia: a correre non ci sarebbero andati comunque. Anch’io potrei suggerire per l’intera quarantena il divieto di portare a spasso gli animali domestici. Facciano i loro bisogni a casa! Caghino in salotto! Tanto il cane non ce l’ho, cazzo me ne frega! O le sigarette. Chiudiamo i tabacchini! Tanto non fumo!

E’ allora che, ponendo la questione con brutalità, toccando i nervi scoperti, i redentori allentano la presa. Fanno delle graduali concessioni. Non ti danno ragione, sia chiaro. Quello mai! Rimani comunque uno stronzo, però riconoscono che da un certo punto di vista potresti anche aver ragione. Ma a questo punto ne faccio una questione di orgoglio. Come diceva Funari: «Se a ‘ncojone je dici ch’è  stupido, quello se sottovaluta!» E allora, stronzo sono e stronzo rimango. Rinuncio alla corsa, però il cane deve cagare a casa. Con una storia su Instagram.

Quando la paura reciproca entra in circolo, la prima vittima è la lucidità, la psiche degenera, saltano i paradigmi. Gli interlocutori diventano più o meno intelligenti nella misura in cui condividono la nostra opinione. Ma è anche un momento di liberazione, in cui le persone, le categorie, rivelano al mondo quanto mal si sopportano.

La persecuzione nei confronti dei corridori è tale che ai tempi della campagna di prevenzione contro l’HIV, quando si sconsigliavano i rapporti sessuali occasionali, questi, avrebbero proibito anche le seghe. E a quelle dev’essersi ispirato Giuseppe Conte introducendo le ulteriori misure di contenimento al contagio, statuendo che resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione.

Torna a casa, imbecille! Ci ucciderai tutti!

Prepariamoci allora a queste nuove restrizioni, alla decrescita felice dell’economia e del corpo, arando il terreno dell’Italia che verrà e degli italiani che saremo. Respingete gli untori, chi  vi ha illusi che il vostro parere valesse quanto quello di un medico; chi vi ha taciuto che l’università della vita altro non era che  la cantina nella quale vi siete ubriacati dopo una delusione d’amore; che le vostre competenze scientifiche non si spingeranno mai oltre la combinazione di carta, forbice e colla vinilica.

Quando questo delirio si placherà, tutto si normalizzerà, mi auguro, compresa la decenza degli amministratori che hanno trasformato il loro esercizio in un grande varietà, scacciando le persone dai parchi, trasmettendo dirette Facebook in versione cinegiornale,  con la patinata narrazione delle loro faccende domestiche, gli aforismi,  le faccine con la lacrimuccia, le faccine col sorriso, le faccine in preghiera, i vessilli, i fusilli. 

Basta!

Avevo solo voglia di correre.

 

 

 

 

 

 

Fenomenologia di un fesso

Come se Cristoforo Colombo, ottenuto l’appoggio di Isabella di Castiglia e il finanziamento dai regnanti di Spagna, avesse rinunciato alla sua esplorazione; come se Niki Lauda avesse sabotato il motore della sua Ferrari; come se Muhammad Alì avesse rinunciato all’ultimo round con George Foreman; come se Stanley Kubrick avesse disertato la lezione di geometria sulla prospettiva; come se Trotsky avesse venduto un piccone a Ramon Mercader; come se Rocco Siffredi si fosse inibito durante il primo provino; come se Ben Johnson si fosse fatto amputare le gambe; come se Proust avesse preferito la torta alle Madeleine; come se Doc avesse posizionato un parafulmine sulla torre dell’orologio di Hill Valley; come se Mick Jagger non avesse venduto l’anima al diavolo; come se Samara avesse concentrato la sua vita nei primi sei giorni della settimana; come se Sindona avesse chiesto un caffè corretto; come se Leonardo avesse distrutto la bottega del Verrocchio; come se Koulibaly avesse spinto la palla nella propria porta dopo una rimonta prodigiosa; come se Salomè avesse abbandonato le lezioni di ballo; come se Van Gogh avesse dato fuoco al campo di girasoli.

Così è nato il secondo governo Conte.

Risvegli

Timidi segnali di risveglio. Talmente timidi da insinuare che la compostezza delle opposizioni riveli una strategia più sottile, volutamente attendista, germinata nella consapevolezza che nessun argomento può turbare la luna di miele tra i governanti e il popolo. Entrambi intesi nel senso più deteriore del termine.

Solo l’innamoramento può giustificare questo desolato vagare nelle lande della mistificazione, tanto più se anche la tragedia, il lutto, meschinamente incespicano nelle maglie del consenso.

Genova è solo l’ultimo palpito di questo ardore, l’ultimo pilone di un’imponente architettura.

Un’architettura denigratoria franata su un partito, il PD, sulle cui macerie è collassato, impetuoso, il sospetto di collusioni con i maggiorenti del gruppo Benetton, azionista di riferimento di Autostrade Per L’Italia. Un linciaggio a regola d’arte, nella cui fonte il governo confidava di abbeverarsi a lungo,  salvo scoprire che a percepire i finanziamenti dalla famiglia Benetton era la Lega di Matteo Salvini.

Matteo Salvini, il ministro virile, al quale gli atti della camera rammentano, come al marinaio di Coleridge,  il peccato del voto favorevole espresso nel 2008 (e nelle due successive sanatorie) al cosiddetto  decreto salva-Benetton, che svincolava i ricavi (della concessionaria) dall’obbligo di manutenzione voluto dal governo Prodi.

Il PD,  al quale si imputa – fra le altre cose – anche l’estinzione del leopardo dell’Amur e dell’elefante di Sumatra,  espresse voto contrario.

Il fatto dovrebbe generare, se non imbarazzo, almeno una manifestazione di sgomento, un sussulto nell’elettorato,  ma la fidelizzazione genera cecità. Come cieche sono le ragioni addotte a sua discolpa dal segretario leghista, quando afferma: «Invidio quanti si ricordano cos’hanno fatto dieci anni fa».

Una difesa tanto puerile che anche l’avvocato del popolo, a sua volta legale di AISCAT, papale papale, da omo a omo, nel segreto del palazzo gli avrà detto:«Matte’, ma che cazzo hai combinato? Qui te se ‘nculano, eh!».