La ruota

****

C’era una ruota molto carina
Scendendo al porto, giù alla marina
Non si poteva salirci dentro
Quando ostinato soffiava il vento

Non si poteva vedere niente
In quella zona non c’era gente
Non si poteva fare pipì
Il depuratore era già lì

Ma era bella, bella davvero
Meglio di quelle di Olbia e di Alghero
Ma era bella, bella davvero
E si vedeva dal cimitero.

C’era una ruota molto carina
Scendendo al porto, giù alla marina
Posizionata in fondo al parcheggio
Accompagnava azioni di ormeggio

Non si vedeva neanche il traghetto
In quel parcheggio c’era un muretto
E manovrando un fiero gruista
Ci levò pur la Francia di vista.

Ma era bella, bella davvero
Meglio di quelle di Olbia e di Alghero
Ma era bella, bella davvero
E si vedeva dal cimitero.

Ma era bella, bella davvero
E si vedeva dal cimitero.



Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Parola di un ipocrita

Indagando la composita sfera di parenti, amici, conoscenti, è raro scorgere persone che abbiano mai fatto ammissione della propria ipocrisia. Il quesito sorge allora spontaneo: se l’ipocrisia è tanto diffusa e radicata, perché ostracizzarla? Perché non annoverarla tra le sane manifestazioni dell’animo umano? Ha davvero senso indignarsi, dissimulare, se nessuno può dirsi immune? Passaggio obbligatorio…

La Putin Doll

La Putin Doll è una linea di bambole tutte simili, interscambiabili negli abiti e nei ruoli, commercializzata da Mattel Corporation  e ideata sul modello di una partigiana filorussa. Con accessori vendibili separatamente, è – secondo le contingenze – interscambiale con tratti identitari della politica filopalestinese, filoiraniana, filosiriana. Per venire incontro alla clientela più esigente, non ha…

Rutti

Abituati come siamo a esaltare l’autoreferenza di frettolosi interpreti digitali, abbiamo a tal punto smarrito la misura dell’arte da licenziare come stolto egocentrico uno dei più abili e corrosivi autori presenti sulla scena italiana. Autore di composizioni sopraffine e di scazzi memorabili, ha da solo nobilitato l’ultimo concerto del Primo maggio lanciando strali contro la…

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Fronte del talco

Sulla cima della torre c’è una magica città
Abitanti e comitati già se stanno a dissocia’
C’è una lieve fuoriuscita che ancora Ernia non è
È scurrile e un po’ malsana e si cura con il rap

Al Don, al Don non piace sai
Parlan di droghe di soldi e di guai
Di anfetamina, di orge e di gay, sei, sei tu uoh-oh-oh
Longon, Longon combina guai
Sulla tua radio intervistare potrai
Ogni abitante di questa città (città)

C’è un amico molto attivo e sa sempre tutto lui
E’ parente anche dei Maya e conosce i fatti altrui
Poi c’è Dario in Parlamento che saluta tutti noi
Un saluto anche a Gigino chef di rango degli eroi

Longon, Longon combina guai
Sulla stagione programmi non fai
Neanche un parcheggio lasciare farai, sei tu uoh-oh-oh
Longon, Longon combinaguai
Rena Bianca interdire farai
Anche ai paesani di questa città (città)

Gli operai a Capo Testa impegnati a martellar
Marciapiedi rompicollo e su via a transennar
Neanche un’anima in paese e ancor meno per mangiar
In attesa dell’atleta che non vuol proprio sbarcar

Longon, Longon combina guai
Dietro la torre ridente ti attrae
La scultura dei clitoridei, sei tu uoh-oh-oh
Longon, Longon combina guai
Su dai racconta quello che tu sai
Degli abitanti di questa città (città)

Se del vivere a Lungoni or ti vuoi lamentar
C’è un profilo molto in voga per chi vuol battibeccar
Di lavoro offerte in coro e di case l’Eldorado
Ma se vuoi una lavatrice puoi rivolgerti a Corrado

Longon, Longon combina guai
Pettegolezzi felice tu fai
Sulle stranezze dei paesani tuoi, oi oi uoh-oh-oh
Longon, Longon combina guai
Su dai racconta quello che tu sai
Degli abitanti di questa città (città).

Longon, Longon combina guai
Centosessanta pasquette farai
Come gli euro che seppellirai, ai tu uoh-oh-oh 
Longon, Longon combina guai
Su dai racconta quello che tu fai
Per gli abitanti di questa città.


Ogni riferimento a persone, cose o fatti è puramente casuale. Forse.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La ruota

**** C’era una ruota molto carina Scendendo al porto, giù alla marinaNon si poteva salirci dentroQuando ostinato soffiava il vento Non si poteva vedere nienteIn quella zona non c’era gente Non si poteva fare pipìIl depuratore era già lì Ma era bella, bella davveroMeglio di quelle di Olbia e di AlgheroMa era bella, bella davveroE…

Sinner, il sardo

Ha preso il via nei sinuosi tornanti di Scala di Djokovic, che dalla centoTrentino immette a Sassari, il battesimo elettorale di Ghjuannik Sinner, nella sorpresa generale candidato alla Presidenza della Regione Sardegna. Atterrato a bordo di un Boeing 737-200 nello scalo di Isili, sede della compagnia di bandiera EasyliJet, ha salutato deferente il pubblico distribuendo…

Il cane dell’ortolano

Sembrano ispirarsi più alla drammaturgia spagnola che alle sorti della Regione, lacerata da consumate alchimie elettorali, le iniziative che accompagnano la classe politica teresina al voto. Come il cane dell’ortolano, che non mangia né lascia gli altri mangiare, la generosa proposta di nomi e simboli rischia infatti di prosciugare le già aride risorse locali, sottraendo…

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Il cane dell’ortolano

Sembrano ispirarsi più alla drammaturgia spagnola che alle sorti della Regione, lacerata da consumate alchimie elettorali, le iniziative che accompagnano la classe politica teresina al voto.

Come il cane dell’ortolano, che non mangia né lascia gli altri mangiare, la generosa proposta di nomi e simboli rischia infatti di prosciugare le già aride risorse locali, sottraendo vicendevolmente forza contrattuale ai concorrenti.

Non si comprende se per ambizione personale o cosmesi ideologica, maturando ogni scelta negli umani recessi; certo è che si espone il territorio a una verticale caduta di rappresentanza e all’altrui indulgenza.

Come Diana che non potendo amare liberamente Teodoro, non concede ad altri di amarlo.


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  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La scala di Bristol

Dopo la diffusione dello scherzo telefonico con il quale Giorgia Meloni è stata circuita da un comico spacciatosi per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, brilla la stella di Mario Sechi, ex portavoce della Presidente. Elevando lo scherzo al rango di operazione di raffinatissima disinformatia dei Servizi Segreti Russi, di prova volta a indebolire l’immagine della…

Ballata del Giambruno

Questa è la vera storia del Giambrunoovverosia il cicisbeo presidenziale Una storia traumaturga e noir. Il Giambruno si innamoròPerdutamente e sessualmente di un’avvenente collega Ma scoprì che invece era una serpe, che dico serpe, un Riccio travestito da collega,E da questa unione nacque una creatura e la chiamarono Pietra.Ma una perfida gocciolina Subentrò nell’innaturale famiglia e…

Paraculopatici

Che sul campionato di calcio tirasse una brutta aria, lo si era intuito dal cognome del principale indagato. Che la categoria dei calciatori non brillasse per sobrietà e acume non sorprende. Che Fabrizio Corona si alimentasse di scandali e indignazione popolare, più che palese era scientifico. In attesa che l’inchiesta riveli nuovi profili, che le…

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L’ombra del Totem

La storia narra l’avversato sgombero di Valle della Luna, remoto avamposto della Sardegna settentrionale, e il cruento scontro tra la tribù dei Lunghi Capelli, custode dell’iconico totem, e l’inflessibile esercito della Contea di Santa Teresa, che quella tribù aveva per anni tollerato.

***

Contaminata da radicali pregiudizi ideologici, la popolazione locale, strutturandosi in caste, ha reagito alla rumorosa iniziativa reclamando ruoli e diritti violati:

  • Gli Hiroshimisti: inclini a liberare una bomba nucleare sulla valle, o cala, ripulendola da ogni iniziativa formalmente non autorizzata;
  • Totemisti: che in principio di ataviche pulsioni tribali , propugnano il diritto naturale di insediarsi nelle aree pubbliche, esercitando abusi edilizi e rivendicando la titolarità degli spazi occupati;
  • Toponimisti: che pur di salvaguardare il toponimo Cala Grande, da lisergiche visioni ribattezzato Valle della luna, imbraccerebbero le armi.

Separati dalla linea nemica, dove sontuosi graniti cingono la valle, i due eserciti si studiano con aria di sfida. Il presidio della frontiera dell’Ovest resiste fiero alle iniziative militari. Le tratteggiate linee dei parcheggi a pagamento impediscono la doppia circolazione delle vetture favorendo un più efficace controllo del territorio.

Il morale delle truppe è alto. Le fluorescenti pettorine delle forze dell’ordine si specchiano nei frantumi vitrei che solerti volontari segnalano all’autorità.

Dove troneggiava il totem, capo spirituale della valle, pietre annerite dai falò e acuminate schegge lignee documentano i consumati riti agro-pastorali.

Una notte di settembre, con il vento sulla pelle, Hiroshimisti e Toponimisti si incontrano in segreto e stringono un’inedita alleanza contro la tribù dei Lunghi Capelli. Suggellano il patto divorando il cuore pulsante di una giovenca appena sacrificata.

Mentre le fiamme si alzano verso il cielo e nuove ombre avvolgono la valle, la Sirenetta Ariel, attratta da nebulose elucubrazioni sulla complessità delle tribù dell’Amazzonia, emerge dalle acque e viene lei stessa immolata in violazione delle restrizioni imposte dall’Area Marina Protetta.


© Foto di copertina rimediata nel web. Se segnalato, sarà mia premura precisare l’autore o rimuoverla.


Classificazione: 4 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Telepatriota

Dobbiamo essere onesti, lo dobbiamo al governo dei patrioti: se l’estate italiana, insidiata dallo spettro di una catastrofe climatica, è stata superata senza traumi, un merito è da attribuirsi alla collocazione televisiva di Andrea Giambruno, plastico compagno di Giorgia Meloni. Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno i patrioti, da…

All’ombra dei fanciulli in treno

Dell’articolo che tanta indignazione sta costando al giornalista Alain Elkann, colpiscono due aspetti: la pregiudiziale critica del suo pensiero, derubricato a freddo classismo nobiliare; l’imprudenza con la quale il giornalista – al quale non fanno difetto gli strumenti intellettuali – si perde in fuorvianti orpelli che spostano i termini della riflessione. Cronaca di un’ odissea…

Italoistmo

Salvare stralci di stagioneSuonare prima delle sei (forse sì, forse no)A San Teodoro un concertone Da noi cloniamo Casadei (dimmi di sì, dimmi di no) Ho un ballo lento da piazzare così vuol la gioventùA volte ho l’ansia che mi sale (che mi sale)La cosa che mi fa invecchiare mentre Aglientu porta il Blue’sIn piazza…

Italoistmo

Salvare stralci di stagione
Suonare prima delle sei
(forse sì, forse no)
A San Teodoro un concertone
Da noi cloniamo Casadei
(dimmi di sì, dimmi di no)

Ho un ballo lento da piazzare così vuol la gioventù
A volte ho l’ansia che mi sale
(che mi sale)
La cosa che mi fa invecchiare mentre Aglientu porta il Blue’s
In piazza un mesto capezzale
(capezzale)

Io mi fido più del rap che del tè, oh mayday, Casadei.

Esco con l’Anticristo
Italoistmo, io mi rattristo, ma questa notte
Quello che preferisco
Quirico Bacciu, l’ernia del disco per far l’amore

Questa non è Muddizza
Seduti al bar con casse di birra
Ti sto cercando, ma è nenia fissa
In giro mi lamento e la mia testa suona
Suona Italoistmo.

Controllo il polso e tu l’arteria
Di camomilla mi farei
(forse sì, forse no)
A Capo Testa è roba seria
Solo a cavallo andar ci puoi (oi-oi-oi) 

La cosa è che per parcheggiare senza nominar Gesù
L’alternativa è smadonnare
Smadonnare!

Il bagnino no non c’è, né per me, per i miei, tu chi sei?

Scendere al mare è un rischio
Italoistmo, io me ne infischio
ma questa volta
prendo un piatto al risto
Col tasso fisso, un mutuo solo per guardare

Questa non è Muddizza
Balli di gruppo e mazza frissa
Sto respirando nell’aria fritta
In giro mi lamento e la mia testa suona
Suona Italoistmo

Vorrei guardarti quanto vai in spiaggia
le ruote nell’aiuola
Mi parte la vena, ma com’è accaduto?
Italoistmo (Ah-Ah)

Questa non è Muddizza
Neanche un bagnino sulla torretta
Io son pedone, passo a sinistra
Ti giri ma in compenso la tua testa suona
Suona Italoistmo
Suona Italoistmo
Ti giri ma in compenso la tua testa suona
Suona Italoistmo


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

Hay coincidencias!

Nel 2023 il percorso europeo dell’Inter è stato di 7 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte. Come nel 2010. Quest’anno l’Everton si è salvato per la terza volta nella sua storia. Nelle precedenti due occasioni, il 1994 e il 1998, sapete chi vinse la Coppa Uefa? Nel 2023 l’Inter ha perso 3-1 con una squadra del…

Red Malpelo

Se in questo bizzarro paese – che accantona santi poeti e navigatori a favore di complottisti e perditempo d’ogni forgia – gravita nei deliri che quotidianamente indaghiamo, un indiscusso merito è di Red Ronnie, indefesso tessitore di oscure trame. Già interprete di audaci elucubrazioni sui vaccini e sulla guerra in Ucraina – i cui cieli…

Mustafà l’olandese

E’ di questi giorni la notizia che Roma manderà novecento tonnellate di rifiuti a settimana a Amsterdam, pagando, sempre a settimana, 180.000 euro. I rifiuti saranno riciclati come combustibile per il termovalorizzatore cittadino, generando nuova energia per la capitale olandese. Respirando i fuliginosi paradossi nostrani, le goffe aberrazioni della pubblica amministrazione, l’episodio ha ricordato il…

la sirenetta, un anno dopo

Estate 2023.

Dopo un anno di impegni cinematografici, Ariel riaffiora dalle cristalline acque della Gallura e, posandosi sullo scenico scoglio di Aglientu, svela all’avvenente bagnino Massimiliano la sua fascinazione per il mondo umano e il borgo di Santa Teresa Gallura; teatro in quei giorni di uno scoppiettante calendario di eventi.

Seducendolo con l’ammaliante canto, la sirenetta convince il bagnino ad accompagnarla a Santa Teresa, dove brama di immergersi tra le acque di Rena Bianca e Capo Testa.

Ma rispetto all’estate precedente, molte cose sono cambiate: non si parla più di covid, i tamponi sono un lontano ricordo e al governo del paese c’è Giorgia Meloni.

Anche Santa Teresa è cambiata.

Contrariata dagli spazi erosi dalle concessioni balneari, dai rivendicati diritti delle strutture alberghiere, Ariel, ingabbiata nel dedalo di sdraio e ombrelloni,  abbandona Rena Bianca per raggiungere Capo Testa. Al suo seguito, gli amici Flounder e Sebastian.

La delusione, commista a una malcelata inquietudine, getta nello sconforto la bella sirena, che equivocando l’opulenza naturalistica riprodotta sull’abbagliante bus elettrico, imprudente si tuffa contro il portello del veicolo.

La violenza dell’urto la rimbalza nel perimetro di un cantiere sorto, a sua memoria, nella striscia di terra fino allo scorso anno gratuitamente adibita a parcheggio.

     –Ma che diamine, è possibile mai che del paese tanto celebrato da Re Tritone non sia rimasto nulla? Di chissu paesi nu oddhu più mancu la pulvara! – aggiunse citando un adagio in fluente sirenese.
     –Ma sì, basta, andiamo via! – ribadì Flounder.

In preda alla furia, sfruttando l’ambigua dolcezza del suo canto, Ariel invoca il soccorso del bagnino, che – borbottando per la chiusura della banca e il poco carburante rimasto – riesce a percorrere i metri appena sufficienti a raggiungere la stazione di benzina.

Appiedata, o accodata, dalla contemporanea chiusura di entrambi i rifornitori, la compagnia decide allora di raggiungere il porto e di imbarcarsi a bordo di un sommergibile – a detta del nostromo –  appena revisionato.

   –Revisionato dove? – domandò dubbioso Flounder, che intanto assisteva divertito alla lite di due uomini; uno di essi – con la minaccia di disintegrarlo – intimava l’altro di scendere a terra.

     –A Santa Teresa! – replicò paonazzo il marinaio.

Pochi minuti dopo l’imbarco e la chiusura dei portelli, compulsando la pagina Vivere a Santa Teresa, l’attenzione di Ariel scivola sulla bacheca dei reclami, con premura ai servizi persi negli anni dal paese. Tra essi il disagio di chi, per la revisione dei veicoli, doveva da tempo recarsi a Palau.

Il sommergibile era un Cantieri Titan del 1915 in tela cerata, imploso dodici volte negli ultimi due conflitti mondiali e rifiutato ormai con orrore da tutte le compagnie del mondo.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

  3. Un partigiano come Presidente, forse il popolo non se l’è meritato…ma nemmeno Toto Cuttugno.

La quantistica inzaghiana

Nessuna esperienza più dell’ultima stagione di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter, capace di cadute rovinose e risalite prodigiose, può meglio rappresentare la caducità, il principio di incertezza della fisica quantistica. Gloria e tragedia sospese sulla linea del destino. Come il gatto di Schrödinger, esposto al caso, all’arbitrio del veleno, Simone Inzaghi è contemporaneamente vivo e…

Plis, visit Santa Teresa

Fondata in the 1808 dal King Vittorio Emanuele first di Savoia e intitolata alla wife Maria Teresa d’Austria, Santa Teresa is one of the most famous località in the north Sardegna; perfect destination for anyone who loves ciattuli as well as the clear blue sea. Eleganti buildings dai pastel colors si alternano walking down National Street.…

Il processo di Norinbear

Introdotto con l’obiettivo di giudicare gli orsi e di reprimere le violenze da questi perpetrate contro le popolazioni civili, il tribunale militare di Norimbear è il risultato di un delicato processo di conciliazione interno al regno animale, scaturito dopo la cattura dell’orsa JJ4. Una delegazione di mammiferi caniformi guidata dall’avvocato Bruno Orso, durante il processo,…

Plis, visit Santa Teresa

Fondata in the 1808 dal King Vittorio Emanuele first di Savoia e intitolata alla wife Maria Teresa d’Austria, Santa Teresa is one of the most famous località in the north Sardegna; perfect destination for anyone who loves ciattuli as well as the clear blue sea.

Eleganti buildings dai pastel colors si alternano walking down National Street. The main square, fulcro della citylife, è gradevolmente animata – before coprifuoco at 10 o’ clock – fra appetizers, eventi and live music.

But il mare is the very protagonista of Santa Teresa Gallura, place of circa five thousand abitanti.

La popolazione locale è signorile e cortese. The experience, tuttavia,  recommend don’t use  a Santa Teresa l’italica espressione “you don’t know who I am! “.  To violate this rule is very dangerous. A native, in this case,  could answer: ” Hush! Hush! This asshole has to tell us who he is!

Going down to the mare, dal quale mai an athlete is landed, si giunge alla Longosardo tower, edificata per volere di Filippo II di Spain. E’ la largest tower edificata dagli spagnoli in Sardinia.

L’abitato develops along two insenature: Porto Longone a oriente, white sand bay to the west. Many times insignita with l’iconica Blue flag, sinonimo di clean coastlines and transparent seawater.

Around the borgo, Marble Instalment Beach, Elderberry Cove, Bad Boat Bay, Saint Reparata Bay and Aunt Culumba Beach rendono esclusivo il luogo.

Nel rinomato promontorio di Head Cape, punta settentrionale dell’isle, le prestigiose spiagge di Rena di West and Rena di East, on the road leading to the lighhouse, esaltano i panorami di Prickly Cove e le  carved cliffs della Moon Valley.

The landscape ha for a long time ospitato il prestigioso festival jazz  “Musica on the Mouths” del celebre artista Broad Beans Soup.

Plis, visit Santa Teresa Gallura.


  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

  2. Ogni volta che mi sento. In colpa per.unz menzogna.

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A casin’ ‘e Pompu

Superata la meridiana di Oristano, esplorando le arterie che dalla statale 131 immettono nella Sardegna più remota, silenzioso si rivela un panorama di desolazione, pascoli, terre coltivate. Logori cartelli indicano luoghi il cui nome mi è ignoto o quasi; annunciano distanze illusorie e si contendono i viandanti esaltando le grazie del territorio: il pane, il…

Le grandi rotture di Meloni

A essere maliziosi, compulsando le ultime agenzie governative, non è oltremodo avventato il pensiero che Giorgia Meloni, tanto diligente nella funzione istituzionale quanto ambigua nel rapporto con l’elettorato, abbia delegato a ministri e capigruppo l’ingrato ruolo di rassicurare le mandrie deluse dal disallineamento di un governo dal quale almeno una nave ONG in fiamme al…

Non siamo tutti Minà

Dal momento in cui le agenzie di stampa hanno battuto la notizia della morte di Gianni Minà, commosso corre il ricordo di personaggi della politica e dello spettacolo che al suo microfono hanno rivelato sogni, progetti, paure. Fu testimone e biografo di Muhammad Alì,  Diego Armando Maradona, Federico Fellini, Robert De Niro, Fabrizio De Andrè,…

Mezze saghe

Se l’ultima settimana della Repubblica fosse una serie, combinando eroiche fantasie fumettistiche e celebrità del vecchio testamento, sarebbe una saga. Una mezza saga.

Una serie nella quale un Sindaco supereroe, improvvisando uno scatto da centometrista, placca un attivista reo di aver imbrattato un monumento nazionale.

Una serie nella quale un deputato della Repubblica, denunciando il fenomeno della siccità, porta in Aula i sassi raccolti sul letto di un fiume; col Presidente del Consiglio che gli risponde:”Mica l’ho prosciugato io in cinque mesi, non sono Mosè!”.

Una serie nella quale un tifoso dalle inequivocabili simpatie naziste, senza suscitare indignazione, indossa la maglia Hitlerson 88.

Una serie nella quale il sottosegretario al Ministero della Cultura, con eloquio tutt’altro che accademico, discute l’etica delle ragazze nate dopo il duemila.

Una serie nella quale un ex Presidente del Consiglio, rivelando nuove trame della storia d’Italia, confonde Matteotti con Andreotti.

La situazione è grave, ma non serie.


Una pace, tra famiglie nemiche

Cento anni fa, in Gallura. Dove si narra della della lunga e sanguinosa faida che funestò le famiglie Vincentelli e Orecchioni e dell’abbraccio che sancì la deposizione delle armi e la pace. Tempio, giugno. Nei giorni scorsi serenamente si è spento, quasi centenario, il cav. Giuseppino Cardi Vincentelli, di Santa Teresa. Vogliamo onorarne la memoria…

Feltrismo

Manovrando con scaltrezza l’indignazione degli antagonisti più tenaci, Vittorio Feltri, direttore di Libero, sembra aver trovato un nuovo passatempo. Recitando il ruolo del cafone, pungola con rude cinismo le comuni nostre ipocrisie, le tirate morali, spogliando con oscena ironia la perpetua indignazione dei lettori. Dall’ostentazione della ricchezza alle provocazioni sugli scafisti, dall’estetica di Elly Schlein…

Andate a fare incluso

Non si placano le polemiche per la correzione postuma decisa dalla casa editrice Puffin, in accordo con gli eredi dello scrittore Roald Dahl, di espungere dai suoi testi ogni contenuto offensivo riferito al genere, alla razza, al peso. Parole come piccolo, nano, grasso, giudicate lesive dei moderni canoni morali, saranno quindi bandite dai testi, brutalizzando…


Una pace, tra famiglie nemiche

Cento anni fa, in Gallura. Dove si narra della della lunga e sanguinosa faida che funestò le famiglie Vincentelli e Orecchioni e dell’abbraccio che sancì la deposizione delle armi e la pace.

Tempio, giugno.

Nei giorni scorsi serenamente si è spento, quasi centenario, il cav. Giuseppino Cardi Vincentelli, di Santa Teresa.

Vogliamo onorarne la memoria non solo per la vita esemplare di cittadino facoltoso, onesto, integro, nella sua semisecolare partecipazione alle più alte cariche del suo paese, ma anche perchè con la sua scomparsa, si spegne l’ultimo testimonio che partecipava, 92 anni or sono, al più grande episodio di pace che diede alla Gallura, turbata allora da sanguinosi episodi, una tranquillità assoluta.

Fin al 1860 un bosco di quercie gigantesche copriva totalmente la superficie della vastissima regione tra Tempio e Santa Teresa. Boschi che costituivano quasi una res nullius perchè i proprietari li lasciavano assolutamente abbandonati per il pascolo delle capre e specialmente dei maiali, senza radure per seminarlo, ché il grano non si seminava attingendo per le scarse provviste alla produzione dell’Anglona.

Nell’impenetrabilità del bosco trovavano il loro asilo i malviventi e al bosco correvano i fuoriusciti corsi i quali, sbarcando a Santa Teresa, erano sicuri della immunità, affiancandosi ai ricchi pastori, ai quali rendevano qualche servizio, per avere ospitalità negli stazzi.

Lontani dal loro paese, agitato ed afflitto da lotte intestine di famiglie, questi corsi fuorusciti conducevano una vita abbastanza tranquilla e raramente si imbattevano nei dragoni che pattugliavano la estesa regione e coi quali scambiavano qualche fucilata se sorpresi a bivaccare in uno stazzo. Portavano però con se i rancori della loro fazione e nel cuore, una insaziabile volontà di vendetta, compressa per non compromettere la loro tranquillità in terra straniera.

In quei tempi, anche in casa nostra, i dissidi e le inimicizie tra le famiglie divampavano furosi e tremendi ed i corsi, affiancati all’una o allo’altra fazione, davano sfogo ai loro sanguinari istinti. Diventavano quindi un pericolo superiore a quello delle inimicizie locali e in tutta la regione, facendo tacere i risentimenti personali, si invocava l’autorità di un uomo che, dando la pace agli animi, restituisse la tranquillità alle famiglie.

Il 10 giugno 1850, nello stazzo di Cuccuruzzu, il proprietario Pietro Pilosu Scampuddu, che diventerà compare di Garibaldi, uccide cinquantasette montoni e due vacche per il simposio di centinaia di pastori e di teresini, convenuti per il bacio della pace. Sono presenti i Vincentelli e gli Orecchioni, le due più cospicue e facoltose famiglie di Santa Teresa, con tutto il parentado e gli amici e pastori della regione intera.

Hanno deposto le armi e ascoltato con devozione la Santa Messa celebrata da Don Gavino Balata di Tempio, rettore della parrocchia di Santa Teresa, sacerdote esemplare ed energico, che il Governo, in seguito, premierà per il contributo dato alla pacificazione delle famiglie.

La diffidenza, innata nel nostro pastore che vive nello stazzo, attorniato da mille insidie, aveva imposto per questa pace, dalle ferree condizioni, tra le quali la consegna degli ostaggi.

I Vincentelli offrirono come ostaggio il nipote Giueppino Cardi di anni 4, per gli Orecchioni si rendeva garante la moglie di Pietro Pilosu Scampuddu, Maddalena Testa, di Tempio. Dopo la messa il discorso del buon rettore Balata aveva intenerito gli animi e tutti si disponevano per l’abbraccio, quando sorse fatalmente una questione procedurale, che mise a rumore le due fazioni avverse.

Chi deve per primo stendere la mano, a dimostrare, col gesto, la generosità del perdono? Gli uni e gli altri lo pretendono. Il buon curato tenta invano di evitare incidenti spingendo gli uni contro gli altri per l’abbraccio.

Son urla e proteste e si prevede una carneficina, chè, i più accesi, già impugnano le armi e minacciano di far fuoco. Maddalena Testa si lancia disperatamente tra i contendenti e, con la sua autorità e il suo coraggio, disarma gli animi e tiene a bada i più scalmanati ed offrendosi lei stessa al bacio sincero degli avversari compie il rito della pace, che poi viene suggellata per sempre con la bancata epulonica, innaffiata da vini generosi, rallegrata da canti e da danze, che fanno dimenticare tutto un passato di terrore.

Giuseppino Cardi, l’ostaggio offerto dai Vincentelli, viene liberato; Maddalena Testa troneggia lieta tra i festaioli, con la soddisfazione di aver contribuito a sopire odi e rancori. Al convegno non mancava lu turrunaiu (venditore di torrone) Tommaso Sotgiu Puddichinu. Appartato in un angolo, all’ombra di un leccio, aveva piazzato la sua infrascata (capanna di frasche) con la bancarella del ghiotto dolciume.

Ma il buon vecchio, partito da Tempio con la certezza di un facile e tranquillo guadagno, è turbato dall’urlo dei protestanti, dalle minacce dell’inarcarsi dei fucili: vede la morte dinanzi a sè ed urla come un forsennato. Ma non sa quel che dice e, rivolto ai figli l’avevano accompagnato, viene fuori con una papera «Lestri fiddoli, puniti li cabaddi innantue a li beltuli e iscimu dritti.» (svelti figlioli, mettete i cavalli sulle bisacce e fuggiamo). Inutile dire che la sua papera, determinata dallo spavento di quel momento critico costituì il momento più esilarante dei conversari della brigata, veramente pacificata tra i canti di giubilo.

A ciò contribuì il lussuoso banchetto di Pietro Pilosu, amico degli Orecchioni, al quale Re Carlo Alberto, nel 1833, ammirato dalla perfezione del tiro al bersaglio nella gara che si svolse a Tempio (per due volte spaccava la palla in due colpendo a centro metri una lama di rasoio) aveva rilasciato il porto d’armi senza data con la scritta «per oggi e per domani».

Giuseppino Cardi, l’innocente ostaggio offerto per la rinascita dell’intera Gallura del Nord, venerato e stimato da tutti, è morto alla vigilia del novantaduesimo anniversario di quella pace, che ridonava ad una regione intera e a cospicue famiglie la vera tranquillità, nelle loro molteplici atività commerciali e agricole; e noi oggi lo ricordiamo come il vero e sincero amico di Gallura.

A conferma della gravità del momento e della necessita di por fine ai sanguinosi episodi che portavano il lutto in tutta l’estesa regione riportiamo la motivazione della Croce di Cavaliere conferita dal Governo d’allora a Don Gavino Balata, su proposta del Prefetto di Tempio:

«Nell’esercizio del suo parrocchiale ministero il sacerdote Don Gavino Balta, rettore parrocchiale di Santa Teresa Gallura, provincia di Tempio in Sardegna, seppe talmente conciliarsi gli animi di quegli abitanti ed acquistarsi intera la loro fiducia, in modo ch’ei si trovò più ch’altri nella circostanza di preparare e portare a compimento la pacificazione seguita tra quei terrazzani e i pastori galluresi con i corsi, portandoli a riannodare le loro amichevoli relazioni. In questa opera così utile alla pubblica tranquillità, la massima e fattiva parte spetta al prefato Sacerdote Balata, ben ci è grato il significargliene il sovrano nostro gradimento decorandolo con la croce di Cavaliere del religioso e militar ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Omissis».

L’anno del Signore 10 ottobre 1850 – VITTORIO EMANUELE II


Si ringrazia Paola Buioni (Biblioteca Verde – WWF Gallura) per la disponibilità e il materiale fornito

Parole, punteggiatura e accenti sono fedeli al testo originale

Note sul fenomeno del banditismo in Gallura: https://sardinialinks.altervista.org/banditi-sardi-faide-e-sicari-nella-gallura-del-700-800/?doing_wp_cron=1678115421.6593480110168457031250


Mezze saghe

Se l’ultima settimana della Repubblica fosse una serie, combinando eroiche fantasie fumettistiche e celebrità del vecchio testamento, sarebbe una saga. Una mezza saga. Una serie nella quale un Sindaco supereroe, improvvisando uno scatto da centometrista, placca un attivista reo di aver imbrattato un monumento nazionale. Una serie nella quale un deputato della Repubblica, denunciando il…

Avevano tutti torto

Avevano torto i Maya, ché avevano profetizzato il tramonto della nostra civiltà. Aveva torto il portavoce della casa discografica ché nel 1962, un anno prima del successo, disse dei Beatles: “La loro musica non funziona e le band che usano chitarre sono fuori moda”. Aveva torto Darryl Zanuck, presidente della 20th Century Fox, a detta del…

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Buongiorno e benvenuti a Medicina 33. Parliamo oggi di una singolare categoria di persone che al principio del mese di febbraio è improvvisamente colta dall’impulso di palesare all’universo la propria indifferenza al Festival di Sanremo. Un disturbo non solo per la convivenza ma anche di salute. Quando non bastano più gli accorgimenti fai da te…


Delenda Capo Testa

Quel giorno Catone si presentò al Senato con una cesta di canestre, un pennello e un barattolo di vernice bianca. Già in passato – rammentano gli storici – l’ormai anziano Senatore aveva cercato di convincere il supremo organo locale a dichiarare guerra a Capo Testa, trafficata succursale dell’impero.

Palesando la curiosità dei presenti, Catone adagiò una grande cesta sul banco consiliare, la scoperse e diede ordine ai commessi di distribuire le canestre appena giunte dal forno di Capo Testa. Nel rispetto della tradizione, gli alimenti erano stati impastati nelle prime ore del mattino, cotti nell’antico forno e trasportati dalle massaie dentro capienti contenitori di vimini.

Le donne, che trasportavano le ceste in equilibrio sul capo, distribuirono il peso imbastendo una robusta imbottitura di fieno e stracci.

Insistendo sulla fragranza e la buona conservazione del prodotto, il Senatore volle dimostrare la pericolosa vicinanza di Capo Testa alle spiagge di Aglientu e Palau, il cui commercio – di Aglientu e Palau – era seriamente avversato dal borgo teresino.

“Delenda Capo Testa!”, tuonò Catone agitando animosamente una canestra.

Raccogliendo l’entusiasta approvazione dei colleghi, alcuni dei quali interessati più alla sapidità delle canestre che alle sorti del luogo, il Senato deliberò il temporaneo contingentamento della regione comunale, l’istituzione di un’estesa area pedonale, la chiusura degli spazi un tempo adibiti alla sosta, la sospensione del trasporto pubblico.

Fu riprogrammata la viabilità promuovendo l’impiego di quadrupedi e veicoli senza motore.

Non si fece attendere il plauso degli ecologisti per il definitivo stanziamento degli autobus in piazza Samuel Beckett, nei pressi dell’area portuale.


Classificazione: 1 su 5.
  1. Mia nonna diceva: perché bisticciare per un pallone, non possono dargliene uno a ciuscuno?

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Lo spifferaio magico

La storia si svolge nel 2023 a Roma. Giovanni Donzelli, ribattezzato dai compaesani lo spifferaio magico per l’abitudine di non custodire le confidenze più intime, si presenta un giorno nella Capitale proponendo di disinfestarla dagli anarchichi e accusando il villaggio dei sinistri di fiancheggiare il terrorismo. Il Borgomastro Delmastro, fratellastro di un biondastro impiastro aduso al…

Normali cretini

E’ passata in queste ore sottotraccia la notizia di un gruppo di deputati uscenti, quasi tutti del Movimento Cinquestelle, che, disossando l’ultimo benefit feudale, hanno fatto emettere a proprio nome biglietti di treni per un valore complessivo di quasi centomila euro. Un comportamento nefando consumato nel passaggio dal governo Draghi all’insediamento del nuovo parlamento. Emblematico il caso di un…

OnlyGuns

OnlyGuns è la nuova piattaforma social ideata dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. Un servizio pensato per creatori di contenuti dalla dubbia moralità che pubblicando materiale online possono guadagnare denaro dagli utenti – chiamati in gergo affiliati – che si iscrivono al canale. L’eccessivo ardore, rispetto alla più popolare OnlyFans, può tuttavia rivelarsi deleterio…