Porto

Quando visito una nuova città, prima di lasciarmi alle spalle lo stridore e le correnti della metropolitana, ho l’abitudine di rallentare il passo, di salire flemmaticamente gli ultimi gradini, timoroso di consumare l’attimo in cui la città si rivelerà ai miei occhi.

A Porto, complice la la scelta di soggiornare a Bolhão, il quartiere del mercato, quest’impatto emotivo è stato assorbito da Capela das Almas, dalle scene di vita francescana che esplodono nella tecnica decorativa degli azulejos, nel tratto bianco e blu ricorrente in molti edifici della città: dalla vicina  Igreja de Santo Ildefonso alle pareti della stazione di Saõ Bento, nelle quali sono raffigurate le celebri battaglie portoghesi.

Ma il piacere di Porto e l’esplorazione, l’incosciente vagare nel dedalo di vicoli medievali, di intersecazioni, di scale strette e  ripide che, rispondendo al  richiamo del fiume, piombano nei  colori e nella verticalità delle tipiche abitazioni della Ribeira,  il quartiere più caratteristico della città.

Dichiarata patrimonio dell’Unesco, Ribeira, si erge sulla sponda del lungofiume, sulla quale orde di turisti ammirano sedotti l’imponenza del Ponte Dom Luìs I e le imbarcazioni un tempo adoperate per il trasporto del vino nella prospiciente Vila Nova de Gaia. Le due città sembrano specchiarsi narcisisticamente  una sull’altra.

Risalendo dai vicoli, dove non è insolito imbattersi in anziane donne che puliscono il pesce per strada, dalle botteghe e dagli sfiati delle cucine afrori di  baccalà e uova strapazzate avvolgono il passaggio, senza tuttavia profanare l’opulenza della vicina Igreja de São Francisco o del Palàcio da Bolsa, nella quale splendono le decorazioni neomoresche della Sala Araba.

A Porto è tutto perfettamente armonico, il vecchio e il nuovo si fondono in uno sguardo confuso da panorami pittoreschi, campanili svettanti, mercati, lenzuola che sventolano dai piani  alti rivelando facciate sontuose e  stucchi cadenti, tram che resistono all’assalto della modernità. Armonia nella quale trova una collocazione romantica anche la scaltrezza predatoria dei gabbiani.

Fra tanta magia, a deludere è l’unica attrazione legata all’esoterismo: la Livraria  Lello, certamente caratteristica per la sinuosità degli interni, delle scale,  ma che  non merita una lunga attesa. Soltanto libri e un po’ di furbizia, citando Harry Potter.

 


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